STORIA DELL'ELETTRONICA II

GLI ASTRI NASCENTI DEL NUOVO DECENNIO



IDM, breakcore, drum & bass, hardcore, trance, big beat, glitch, ambient, electroclash: gli anni ’90 hanno segnato la definitiva espansione della musica elettronica attraverso la nascita simultanea di una quantità indefinibile di generi. stili, tendenze e nuove, disparatissime tipologie espressive (basti pensare al solo 1995, anno in cui contemporaneamente esplodevano il digital hardcore degli Atari Teenage Riot del capolavoro Delete Yourself da una parte e il glitch di Pan Sonic, Fennesz, Matmos e Oval dall’altra). Ne verranno qui elencate le principali forme attraverso gli operati dei loro interpreti più seminali, ponendo l’accento più sull’elettronica da ascolto che su quella da ballo.
A costituire una scena assolutamente particolare e non trascurabile è stata la drum&bass, propriamente esplosa in Inghilterra nel 1994 al jazz club Blue Note di Londra come un mix di jungle (che nel frattempo aveva scalzato l’andamento mainstream dell’acid house) voci ragga e hip-hop (precedentemente confluite nella figura dell’MC), breakbeat sincopati veloci e martellanti, bassi imponenti, aperture jazzistiche e sintetizzatori indemoniati. L’americano Goldie, 4 Hero, Roni Size, Shy FX, A Guy Called Gerald e Adam F furono i primi precursori del genere, influenzando con gli anni una vasta serie di producer (Photek, Black Sun Empire, Dj Hype, Dj Krust, Noisia, Pendulum, Aphrodite) che rivitalizzeranno continuamente la scena, tuttora attivissima e prolifica sebbene distante dal mainstream ed essenzialmente viva solo a livello di club.
Un caso particolarissimo è rappresentato dal brasiliano Amon Tobin, compositore proveniente dalla drum&bass e tra i suoi esponenti più raffinati e avanguardisti. Fondendo le ritmiche e il mood classici del genere con elementi provenienti da jazz, samba, breakcore, musica concreta, IDM e ambient, Tobin ha completamente rivoluzionato lo scenario elettronico degli anni ’90 e ’00, abbinando alla professione di dj (splendidamente incastonata nella perla live Solid Steel) quella di compositore sperimentale (l’ultimo Foley Room ne è una delle testimonianze lampanti). Non è un caso che il brasiliano sia divenuto col tempo una delle personalità elettroniche più eleganti e d’avanguardia, avendo allargato a dismisura - tramite capolavori come Supermodified, Bricolage e Permutation – le possibilità e i contesti compositivi del suono sintetico.
Alla stessa maniera Tom Jenkinson, noto ai più sotto il monicker Squarepusher, ha incarnato uno dei volti più ricercati dell’elettronica dei ‘90s: anch’egli venuto fuori dall’ambiente d&b, il producer britannico ha enormemente rivitalizzato lo scenario elettronico più d’avanguardia grazie ad un’abilissima commistione di breakcore, drum’n’bass e di un dirompente istinto free-jazz definitivamente esploso con le sue ultime esibizioni (Jenkinson è infatti un virtuoso bassista) e le sue ultime produzioni (Solo Electric Bass 1 e il delirante art rock di Just a Souvenir): album come Feed Me Weird Things, Go Plastic e l’inarrivabile perla Hard Normal Daddy rientrano di diritto nei capolavori della musica elettronica contemporanea proprio per questa alienante commistione di cerebralismo, improvvisazione jazz e oscure atmosfere d&b.


 
Squarepusher



A rimanere come un’entità al di là delle catalogazioni e degli stili, come un genio freak e indipendente, rivoluzionario ed estremamente colto, vi è poi Aphex Twin (aka Richard D. James), probabilmente il personaggio più rappresentativo della musica elettronica degli ultimi venti anni, in quanto in grado di rielaborarla in maniera semplicemente unica e avanguardista, fondendo i generi più disparati in una shockante alchimia sintetica. Partita col piccolo gioiello Selected Ambient Works 85-92 –  pura ambient-techno che non poco influenzerà gli Autechre di Incunabula – la carriera di Richard D. James è stata una continua ascesi sperimentale alla ricerca del suono elettronico perfetto: tutti i full-lenght che compongono la discografia del producer irlandese testimoniano infatti la sua costante crescita e le sue dirompenti ricerche sonore culminate, dopo grandi lavori come Richard D. James, I Care Because You Do e gli Ep Come to Daddy e Windowlicker, nel colossale masterpiece drukQs, sintesi perfetta dello stile e delle influenze che si sono col tempo insinuate nei tessuti compositivi di Aphex Twin: d&b e acid techno, ambient e classica contemporanea e atonale, musica concreta, sperimentazione elettroacustica e breakcore, genere di cui è tra i padri putativi avendo James influenzato in maniera piuttosto evidente i percorsi artistici di act drill’n’bass del calibro di Dj Scotch Egg, Panacea e Venetian Snares. Frenetico, violento ma al contempo riflessivo ed estremamente colto, Aphex Twin ha preso vent’anni di ricerca sintetica e li ha tramutati in un linguaggio superbo oltre che seminale, rendendo ‘Arte’ l’elettronica contemporanea e giocando un ruolo assolutamente decisivo all’interno delle gerarchie IDM di cui tuttora occupa uno dei troni più emblematici.


 

Aphex Twin
 


 

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