- Chino Moreno - voce
- Chi Cheng - basso, voce
- Abe Cunningham - batteria
- Stephen Carpenter - chitarra
- Frank Delgado - samples
Guests:
- Rodleen - voce
- Maynard James Keenan - voce
- DJ Crook - samples
X. Back to School (Mini Maggit) [solo nella re-release]
1. Feiticeira (03:09)
2. Digital Bath (04:15)
3. Elite (04:01)
4. RX Queen (04:27)
5. Street Carp (02:41)
6. Teenager (03:20)
7. Knife Prty (04:49)
8. Korea (03:23)
9. Passenger (06:07)
10. Change (In the House of Flies) (04:59)
11. Pink Maggit (07:32)
X. Boy's Republic [solo nelle edizioni limitate Red e Black]
White Pony
Dopo il successo di Around the Fur, i Deftones decidono di ampliare ulteriormente gli orizzonti del loro sound e della loro identità, dando alla luce il loro capolavoro: White Pony (Maverick, 2000).
Il DJ Frank Delgado, già collaboratore nei due precedenti dischi, entra finalmente in line-up stabile, e contribuisce sensibilmente alla ricerca sonora raffinata e particolare dell'album; il successo di questa operazione, che vantava ancora pochi esponenti celebri (Incubus e Limp Bizkit) porterà quasi tutte le band crossover/nu-metal del periodo ad inserire nella loro formazione un DJ, trasformandolo in un cliché.
Tuttavia pochi seguiranno in realtà le effettive orme sonore dell'album, che difatti rappresenta il passo più lontano e personale compiuto dalla band verso territori estranei al nu-metal (se non al metal in generale): con White Pony, i Deftones dimostrano di essere una realtà separata e sconvolgentemente più matura, dando alle stampe quello che diventa un "instant classic" dell'alternative-metal, una pietra miliare tanto quanto Ænima dei Tool lo era stato quattro anni prima.
L'egregio incipit di Feiticeira appare un aggiornamento più maturo delle idee già presenti su Around the Fur: melodie vocali avvolgenti e ricercate in contrasto con la potenza delle chitarre dagli spunti noise e hardcore.
Il vero volto dell'album si rivela però con la seconda traccia Digital Bath, un pezzo dall'altissima carica emozionale, fatto decollare in territori stellari dalla prova vocale incredibile di Chino Moreno.
L'effettiva carica metal della band entra in scena con la violenta Elite, capace di riprendere tutti gli stilemi ormai affermati del groove-metal e farli suonare nuovamente freschi grazie ad un oculato utilizzo dell'effettistica, mentre RX Queen, scritta in collaborazione con Scott Weiland (ex Stone Temple Pilots), lascia da parte la rabbia per sviluppare piuttosto un'anomala love-song le cui parole suggestive si accompagnano all'atmosfera surreale, resa inquietante dai tocchi industriali (sample di percussioni metalliche e scariche sintetiche) e dallo scarno arpeggio che sostiene le strofe prima che esploda l'avvolgente e distorto chorus.
La capacità di assorbire nella propria formula tanto il nu-metal quanto l'hardcore e l'emo-core viene resa evidente anche dalla breve e travolgente Street Carp (debitrice anche delle melodie di Lhabia), mentre le ambizioni poetiche ed atmosferiche della band si palesano definitivamente con l'inclusione nell'album di Teenager, soffuso e riflessivo esperimento trip-hop (in origine concepito da DJ Crook per i Team Sleep, progetto parallelo di Chino Moreno).
Una formula più vicina a Digital Bath è invece quella di Knife Prty, un altro pezzo in costante equilibrio tra melodie cullanti e trascinante alternative-metal dagli influssi orientaleggianti, con verso i due terzi un'emozionante sezione in cui la guest-vocalist Rodleen sospira sul tappeto sonoro delle chitarre, creando un effetto lisergico.
La furia di Elite torna sostanzialmente solo in un'altra traccia, ovvero Korea, in cui la violenza e la frustrazione post-grunge si sposano con un'altra delle particolari ricerche vocali di Moreno, prima di lasciare spazio a Passenger, scritta e cantata in collaborazione con Maynard James Keenan dei Tool (a dimostrazione di quanto Ænima abbia influenzato il percorso di Moreno e soci), tesa ancora una volta verso alti picchi emozionali.
La dimensione del sublime viene tuttavia davvero raggiunta appena verso il termine dell'album, con il capolavoro Change (In the House of Flies), raffinato psicodramma dalle atmosfere inquietanti, che diventerà in breve il pezzo simbolico della band grazie all'incredibilmente ispirato ed evocativo insieme di chitarre effettate, campionamenti minacciosi, bassi ribollenti, drumming dagli scatti epilettici, wall of sound distorti e indimenticabili melodie vocali.
L'album si chiude con l'ancora più inquieta e paranoica Pink Maggit, un altro viaggio psichico da thriller, che lungo la sua durata superiore ai 7 minuti fa detonare in una power-ballad travolgente l'alienante e desolato paesaggio dipinto nella prima parte dalle riverberate stecche distorte della chitarra, per poi concludersi con dei disturbanti battiti cardiaci.
Con White Pony, i Deftones sono riusciti a ri-semantizzare il linguaggio sonoro di nu-metal e alternative-metal, elevandolo fino a farlo diventare poetico: ognuno di questi pezzi mira al cuore e allo spirito, e lo fa attraverso l'efficacia e l'immediatezza di una furia ritmica e chitarristica che dona il massimo del dinamismo e della modernità alle suggestioni emotive.
Il risultato finale appare tanto passionale ed equilibrato anche grazie alla parte sostenuta da ognuno dei componenti, sempre tesa ad esaltare l'umore essenziale del pezzo piuttosto che il proprio ruolo; fatto visibile specialmente nei campionamenti di Delgado, onnipresenti eppure sempre amalgamati nel tappeto sonoro, mai in vera rilevanza, sebbene fondamentali nel loro intrecciarsi alle chitarre ricche di effetti e riverberi di Carpenter per contribuire alle particolarissime atmosfere ipnotiche e sognanti delle canzoni, pregne delle influenze emotive più svariate (dall'emo-core alla dark-wave); Chino Moreno utilizza ancor più effetti sulla voce rispetto ai due album precedenti, facendo sì che ogni brano si distingua anche grazie ad un timbro vocale adatto e unico: i suoi sussurri, sospiri, grida e melodie vocali lo confermano come uno dei cantanti più unici e personali in circolazione (nonostante l'influenza che il suo stile avrà su altri vocalist).
Anche i testi separano il disco dal panorama nu-metal (quasi completamente impegnato a scimmiottare gli psicodrammi dei Korn), tentando vie più riflessive e metaforiche (il testo di Knife Prty, ad esempio, descrive una società segreta di combattenti che utilizzano i coltelli per uccidersi, come metafora dell'essere feroci e taglienti come coltelli quando si è in compagnia di persone non desiderate).
Leggermente caotica la storia delle edizioni di questo disco: successivamente alla prima release, vengono stampate le versioni limitate Red e Black, con copertina differente e una nuova traccia, Boy's Republic, un regalo ai fan più hardcore del gruppo; ancora più tardi, la Maverick pubblica una re-release con, come prima traccia, l'inedito Back to School (Mini Maggit), una versione accorciata, più nu-metal e commerciabile della traccia finale Pink Maggit, nonostante i pareri contrari della band (Moreno era stato accusato dai produttori di aver perso la pesantezza sonora che piaceva ai fan, quindi ha rimaneggiato la traccia Pink Maggit in versione radio friendly; la Maverick avrebbe inizialmente dovuto limitarsi a far uscire esclusivamente la traccia come singolo in un secondo momento), che nel 2001 otterrà comunque di pubblicare l'EP Back to School, dai contenuti ad ogni modo trascurabili (a parte il suddetto singolo, e un'interessante versione acustica di Change).