Si chiudono i battenti sabato 2 luglio al Mengo Music Fest, ma non prima di salutare in maniera dignitosa con una serata all' insegna di una proposta musicale a dir poco particolare. Preceduti stavolta da ben quattro gruppi ( tra cui si segnalano i promettenti Cyclops), i gruppi impegnati a dividersi lo spazio serale sono la Squadra Omega, Bologna Violenta e LNRipley, tre gruppi che fanno dei loro incederi ritmati un credo da perseguire cecamente, e che lungo la serata produrrà i suoi frutti.
Tocca agli Squadra Omega la (s)fortuna di aprire le danze, proprio quando i pochi presenti, forse perché ancora in fase di digestione, non sembrano aver alcuna voglia di farsi coinvolgere. Ma, almeno per i primi minuti, il gruppo composto da due membri fissi, già nei Mojomatics e With Love ( che qui acquisiscono i nomi di OmegaMatt e OmegaG8), più altri componenti da Intelligence, Movie Star Junkies e Vermillion Sands ( il meglio che il garage ci può offrire), la vera chiave per un buon approccio sembra trovarla nel particolare look ( con tanto di tuniche e cappelli), che stupisce la totalità dei presenti, da ora in poi tutti tesi ad osservare la performance dai costumi impossibili. La band, che su disco ( da segnalare l' omonimo inciso a fine 2010) gravita su astri psichedelici a bassa fedeltà ma che dal vivo improvvisa, sembra voglia imbeccare inizialmente la via di Murder in the Mountains ( lato a del suddetto disco), ma successivamente da spazio agli armamentari ( su cui spiccano le due batterie) per imbastire una serie di crescendo di buon livello spalmati su circa quaranta minuti. La melodia risalta forse un pò troppo il canale ovvio che la traccia prende, ma tutto sommato i quattro non sfigurano affatto.
L' esperimento Bologna Violenta, che il buon Nicola Manzan ( già con Baustelle, Il Teatro Degli Orrori, Zen Circus, Offlaga Disco Pax e Alessandro Grazian dal vivo o in studio) porta avanti dal 2006, epoca del suggestivo album omonimo, sta ricevendo consensi in gran parte dell' Italia, ed Arezzo non fa eccezione. A lui basta solo una base musicale su pc, una chitarra ed un violino per conquistare la folla, a dir poco incuriosita da questa grindcore strumentale elettronica suonata con così tanta affabilità e coordinazione. Tra i brani prevalgono sicuramente quelli de Il Nuovissimo Mondo, disco sul quale il Nostro ironizza su temi come l' umanità e gli horror. La sua abilità con gli strumenti è notevole, e non per questo si distacca troppo dal pubblico. Buona la parte di violino su Trapianti Giapponesi, ma è in ogni sua parte, dal tandem Un Virus Terrificante - Le Regine delle Riviste Porno all' altrettanto valido binomio Una Buona Cosa - Sono Diventati Tutti Mostri, che Nicola riceve i complimenti di tanti, ricevendo più di un favore con il suo divertissement esclusivo.
I torinesi LNRipley infine chiudono il festival con una drum'n'bass anni '90 spiazzante e strabordante da ogni infima logica che vorrebbe palchi meno quotati smunti e privi di qualità. I bassi ed i groove del gruppo producono tessiture tra la dubstep più selvaggia ed il crossover tipico dei Rage Against The Machine ( la loro Killing in the Name è coverizzata nel disco di debutto, un' esplosione di punk e funk terribile). Il pubblico ovviamente si fa coinvolgere, coadiuvato in maniera significativa dal carisma fatto di grida e di movimenti eccessivi del frontman Victor, gradevole in partenza ma fin troppo esagerato nel finale. Il suono prodotto dalla band è vivo, sincronizzato e pronto per l' esportazione ( le cui voci sono già giunte nella prolifica Germania, madrina ultimamente di questo tipo di suoni). L' elettronica senza computer ( fattore che li potrebbe far emergere più adesso che in passato) funziona, con le parti ben strutturate e condensate in beat individuali uniti in un' unica corrente dalle due keyboard maestre. Efficacemente nostalgici nella cover dei Blur ( è sottinteso il fatto che il brano scelto sia Song 2, tratto dalla gemma omonima e l' unica non anonima della loro discografia), geniali in Last Day of Planet Earth e decisamente carichi nella conclusiva Criminal. Il resto è affidato a balli sfrenati ed effetti di luce, che ne consacrano la riuscita del live. Intelligenti per aver scelto di concedere la loro discografia in formato Mp3 come loro solito, meno furbi quando sparano a zero su una critica che li stà lodando a più non posso.
Il concerto, riuscitissimo anche stasera ed anzi mai così pullulante di volti variegati, chiude la tre giorni di ( stavolta possiamo dirlo con certezza) buona musica, per giunta tutta italiana. Le scelte del Mengo Music Fest vengono premiate, e l' appuntamento per l' anno venturo sembra cosa scontata. Critiche a parte, tutti tornano a casa contenti, dallo staff al pubblico, che ha avuto la fortuna di poter accedere a nomi così ambiti in modo del tutto gratuito, oltre a poter usufruire dei numerosi stand adibiti proprio a due passi. Ed alla fine, è questo che conta. Gli amici se ne vanno, ma nel caso del Mengo Music Fest sicuramente ritornano.