Voto: 
8.0 / 10
Autore: 
Sergio Galici
Genere: 
Etichetta: 
La Tempesta Records
Anno: 
2007
Line-Up: 

- Pier Paolo Capovilla - voce
- Gionata Mirai - chitarre
- Francesco Valente - batteria
- Giulio Ragno Favero - basso, chitarre

Tracklist: 

1. Vita Mia (04:15)
2. Dio Mio (03:06)
3. E Lei Venne! (02:40)
4. Compagna Teresa (03:59)
5. L'impero delle Tenebre (04:13)
6. Scende la Notte (04:03)
7. CarrarmatoRock! (03:11)
8. Il Turbamento di Gelosia (05:09)
9. Lezione di Musica (06:35)
10. La Canzone di Tom (05:07)
11. Maria Maddalena (28:24)

Teatro degli Orrori, Il

Dell'Impero delle Tenebre

Nel 2005 nasce Il Teatro degli Orrori, quello che sembrava essere un side project di coloro che sono le più influenti realtà della scena Alternative/Post-Punk italiana, ovvero i One Dimensional Man e i Super Elastic Bubble Plastic, da cui provengono rispettivamente Pierpaolo Capovilla (voce) e Gionata Mirai (chitarra).
Nel corso della loro evoluzione, soprattutto con l'aggiunta del bassista Giulio Favero, Il Teatro degli Orrori comincia ad amalgamarsi lentamente, fino ad ottenere il risultato omogeneo che è quello di Dell'Impero delle Tenebre, capolavoro indiscusso che vede la luce soltanto nel 2007, pubblicato da La Tempesta Records, casa discografica appartenente ai Tre Allegri Ragazzi Morti. Dell'Impero delle Tenebre è il frutto di un evoluzione musicale durata due lunghi anni, che oltre a vedere vari cambiamenti della line up, si preclude di mescolare in un'unica opera tutto ciò che i musicisti della band hanno maturato durante gli anni della loro carriera musicale: e non stiamo parlando soltanto di un evoluzione sonora ma anche di un vero e proprio percorso interiore, l'ottenere la capacità di ascoltare quelle voci recondite in noi che ci sussurrano in modo beffardo quella che è veramente la realtà che ci circonda, che spesso e volentieri ci vergognamo di ammettere.
E qual è il modo migliore di urlare a tutti queste realtà, se non il Teatro?

Nasce così Dell'Impero delle Tenebre, un disco che si avvicina di più a una rappresentazione teatrale che a un'opera musicale all'avanguardia, un disco che si apre infatti con la frase "Non si era mai sentito niente del genere, allora musica maestro!", un qualcosa di più salmodiato che cantato, che si allontana volontariamente dalla musica.
Il brano di apertura, Vita Mia, è la prova effettiva dell'introspezione dei testi della band, che spesso e volentieri sono rifacimenti interi o citazioni di poesie o canzoni.
Si inizia da uno "Stuck In A Middle With You" all'interno della canzone di apertura, un collegamento alla macabra scena del film Tarantiniano "Le Iene", che fa da headliner a quella che sarà l'atmosfera dell'intero cd.
Il susseguirsi di questa armoniosa e lugubre mescolanza continua nella seconda traccia del disco, Dio Mio, una libera interpretazione della canzone "Eyeball" dei Texani Scratch Acid, che mantiene la stessa carica Hardcore della versione originale ma che in più concerne in sè la stessa attitudine teatrale d'apertura.
E Lei Venne!, probabilmente il capolavoro indiscusso di tutto il cd, è anch'essa una libera interpretazione di un'opera, che questa volta non è una canzone ma bensì una poesia del Francese Baudelaire, Il Vino Dell'assassino, rielaborata in chiave moderna.
Si giunge così alla quarta traccia del cd, Compagna Teresa, la storia di amore di un partigiano e di una staffetta di nome Teresa che sarà destinata a perdere la vita prima di potersi ricongiungere al proprio compagno.
L'Impero Delle Tenebre, quinta traccia del disco comincia con una citazione di Demetrio Stratos, cantante di uno dei gruppi Progressive Italiani piu noti e stimati non solo in Italia ma anche in Europa, gli Area.
"Abbiamo perso la memoria del 15° secolo" così come Stratos diceva in "Evaporazione", traccia d'introduzione del CD "Maledetti", diventa nell'Impero Delle Tenebre "Abbiamo perso la memoria del 20° secolo".
A differenza degli Area, che criticavano la negligenza della società nei confronti del passato, Il Teatro degli Orrori si spinge più in là: non ricordiamo non solo il nostro glorioso passato ma addirittura tutto ciò che fa parte della storia Moderna e Contemporanea, tutti gli avvenimenti accaduti fino ad oggi, ci sfuggono come se fossero di secondo piano rispetto alla nostra vita, accusando così non tanto la mancanza culturale dell'uomo, ma la sua inclinazione all'essere egoista, il tutto accompagnato da un Capovilla ossessivo e salmodiante che poggia i suoi pensieri in un sound ancora piu lugubre e sporco.
Scende la Notte è la svolta verso il lato Darkwave del gruppo: le chitarre si fanno via via piu melodiche con una tendenza a trasmettere nell'ascoltatore un senso di malinconia, senso che viene marcato da un testo molto personale e con riferimenti autobiografici.
Successivamente ritorna sul palco l'attore sbruffone e sicuro di sè, che invece di trattare argomenti precisi, si limita ad un flusso di coscenza di enorme potenza, un CarrarmatoRock!, settima traccia del cd, che si riallaccia al sound beffardo spontaneo delle canzoni precedenti.
Un altro cambiamento di stile teatrale, un altro cambiamento musicale: Il Turbamento Della Gelosia tratta ancora una volta di una storia d'amore, ma in maniera molto piu introspettiva ed autobiografica.
La presenza di una ballad in un turbine di frenesia come questo si fa fortemente sentire, ed ecco che arriva alle orecchie dell'ascoltatore Lezione di Musica, pezzo molto piu lento e melodico rispetto ai precedenti, che ci continua a trasportare in questo meraviglioso e lugubre spettacolo come una breve pausa rilassante, che si sussegue in una seconda ballad: La Canzone di Tom.
La chitarra, completamente acustica, continua ad esserlo fino alla metà del brano, tranne che per qualche effettistica e una batteria piu d'accompagnamento che di presenza, per poi ritornare al sound grezzo e disperato in maniera violenta che ci ha accompagnato fino a questo punto.
Maria Maddalena, ultima traccia del cd ed ultima stanza dello spettacolo teatrale, ormai in procinto di concludersi, è una continua metamorfosi, che da bruco incerto e confuso si tramuta lentamente in splendida farfalla scarlatta carica di fascino e terrore al tempo stesso.
Il brano comincia con riff di chitarra non ben definiti per poi amalgamarsi lentamente ad un lento giro di basso e di batteria ai quali si uniranno in seguito dei violini, prima carichi di grinta, quasi epocali, per poi cadere nell'obliò cacofonico finale che continua per circa venta minuti fino all'arrivo della Ghost Track, che è una semplice registrazione di gente che ride, urla e parla, come se stesse a significare che lo spettacolo è terminato, e niente ancora in nessuno è ancora cambiato...

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