Voto: 
7.0 / 10
Autore: 
Emanuele Pavia
Genere: 
Etichetta: 
Brutal Panda Records
Anno: 
2011
Line-Up: 

- Christian Lembach - voce, chitarra
- Jake Shultz - basso
- Travis Owen - batteria

Tracklist: 

1. Daddy's Money
2. Fake life
3. Shower Time
4. Straight Down
5. Tell Me Something Scientific

Whores

Ruiner

Quello di Ruiner, EP di debutto dei statunitensi Whores, pubblicato il 20 dicembre 2011 per la Brutal Panda Records, è probabilmente uno dei sound più travolgenti e sorprendenti dell'anno appena trascorso.
La musica proposta dal trio - formato dal vocalist e chitarrista Christian Lembach, dal bassista Jake Shultz e dal batterista Travis Owen - è infatti un terrificante assalto musicale all'insegna del noise anni '80 e dello sludge-metal degli anni '90: i cinque brani di Ruiner (per nemmeno venti minuti di musica) sfoderano un arsenale di bestialità sonore che riprendono ora le partiture granitiche degli Unsane e dei Melvins, ora le sferzanti chitarre dei Jesus Lizard, ora le possenti basi ritmiche dei King Snake Roost. Una produzione all'altezza, che dona spessore al muro brutale dei Whores senza però scalfire le atmosfere grezze evocate dalla musica di Ruiner, favorisce ulteriormente la resa finale dell'EP, che rimane quindi una delle uscite più notevoli nel genere di tutto il 2011.

Daddy's Money, che in certe soluzioni riporta alla mente perfino il claustrofobico nu-metal dei Korn, si gioca tra gli incastri del basso distorto di Shultz e con le ritmiche ossessive di Owen, i riff poderosi della chitarra e i vocalizzi sguaiati di Lembach (erede tanto di David Yow quanto di Dave Sardy), mentre Fake Life si avvicina alle trame dei Barkmarket, in un crocevia stilistico che abbraccia indifferentemente post-hardcore ed heavy metal.
Shower Time raggiunge vette di efferatezza tali da competere con gli Eyehategod, mentre l'ottima Straight Down lambisce territori più atmosferici, cadenzati e desolanti, che strizzano l'occhio ai Neurosis di Through Silver in Blood piuttosto che alle atrocità epilettiche hardcore. Al contrario, la conclusiva Tell Me Something Scientific fa propria la lezione del post-hardcore degli Unsane e dello sludge dei Mastodon, chiudendo il lavoro con la ripresa dell'introduzione chirurgica di Daddy's Money.
La classe esibita dai Whores in questo Ruiner è indiscutibile. Di certo non si tratta di un lavoro eccezionalmente innovativo, ma la sincera furia devastatrice con cui la band si è espressa in questi cinque pezzi è esemplare: rimane solo da attendere la capacità del trio all'opera su un full-length e non solo su un breve EP.

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