- Frank Turner - guitar, voice, superego
1. Real Damage
2. Vital Signs
3. Romantic Fatigue
4. Decent Cup of Tea
5. Father's Day
6. Worse Things Happen at Sea
7. My Kingdom for a Horse
8. Back in the Day
9. Once We Were Anarchists
10. Wisdom Teeth
11. Ladies of London Town
12. Must Try Harder
13. Ballad of Me and My Friends [Live Recording at the Camden Barfly, 8 August 2006]
Sleep Is for the Week
Frank Turner nasce a Muharraq, in Bahrein, il 28 dicembre 1981; cresciuto a Meonstoke, alle porte di Winchester, in Inghilterra, il giovane britannico fa le sue prime esperienze musicali durante la scuola, prima all’Eton College quindi alla London School Of Economics, con la alternative rock band Kneejerk: 3 dischi autoprodotti, diversi concerti sparsi per tutta la Gran Bretagna, persino una comparsata in supporto ai Boysetsfire, quindi lo scioglimento: è soltanto il 2001. Nello stesso anno il suo vecchio batterista Ben Dawson, batterista della hardcore band Million Dead, lo invita ad entrare nella neonata band londinese in compagnia di Cameron Dean, col quale l’ex drummer degli Kneejerk aveva lavorato in un negozio di dischi in città, e Julia Ruzicka, entrambi appena arrivati dall’Australia. Dopo 4 anni e 2 LP pubblicati anche i Million Dead si sciolgono e Frank Turner decide che è giunto il momento di continuare da solo sulle proprie gambe; per la verità, l’idea deve essergli maturata già da qualche tempo, in quanto la sua prima apparizione da cantante solista, avvenuta durante un all-day set organizzato dalla label Smalltown America nella 93 Feet East avenue a Londra, è precedente allo scioglimento della band. La decisione del giovane cantautore inglese, che si rivelerà straordinariamente azzeccata, sembra soltanto la più logica conseguenza di un talento musicale presto o tardi destinato ad esplodere, anche se pare proprio che la motivazione principale per la quale non abbia voluto proseguire la propria carriera con un altro gruppo fosse la voglia di sperimentare i proprio pezzi live, in tour, senza doversi assumere le stressanti fatiche di mettere nuovamente insieme un’altra band. Sta di fatto che, nel giro di appena 2 anni, la carriera discografica di Frank Turner svolta completamente: dopo un EP in compagnia della rock band Reuben, nel maggio del 2006 la Xtra Mile Recordings pubblica il suo primo Extended Play solita, dal titolo Campfire Punkrock, mentre nell’agosto dello stesso anno, dopo un tour a supporto del cantautore americano John Matranga, proprio con quest’ultimo l’ormai 25enne songwriter britannico dà alle stampe un secondo EP di lancio. Anche per lui è giunto il momento del debutto ufficiale sulla lunga distanza ed è così che, il 15 gennaio 2007, nuovamente appoggiato dall’etichetta Xtra Mile Recordings, Frank Turner pubblica la sua attesa opera prima: Sleep is For The Week.
Quest’ultimo esprime perfettamente la natura indipendente e popolare di colui che è stato già ribattezzato, più che giustamente, il menestrello di Winchester: ci troviamo di fronte, infatti, ad un folk rock cantautoriale dalle sfumature fortemente british, com’è logico che sia, ma con quell’intimità e quella fragranza che soltanto la più spontanea unione di un uomo (solo) e una chitarra possono generare. Sleep Is For The Week è un album da assaporare in silenzioso raccoglimento, nei pomeriggi più afosi o nelle notti più solitarie, lasciando correre la memoria fra i ricordi più freschi, più distanti, più piacevoli, brindando ad una giovinezza sfiorita ma sempre viva: i semplici accordi di The Real Damage, puro folk rock tutto voce, chitarra e pianoforte in appoggio, così come la malinconia sospirata di A Decent Cup Of Tea, uno dei migliori episodi del platter, accarezzano le corde dell’anima con leggerezza e naturalezza; con il pop-rock di Vital Signs fanno il loro ingresso batteria ed archi, con un timido crescendo che nel finale sfiora orizzonti quasi celtici, mentre nella tenera Romantic Fatigue si assiste ad uno sviluppo corale cui non si può fare a meno di prendere parte. La dinamica Fathers Day si lascia guidare dal grido solitario di un violino d’origine irlandese verso i cori dell’autunnale e straziante Worse Things Happen At Sea, in assoluto il momento migliore dell’intero lavoro; al contrario, la cullante My Kingdom For A Horse, le cui ammiccanti ritmiche blues dell’intro si sciolgono in un chorus primaverile, ci conduce alla spensierata Back In The Day, country sparagnino e galoppante. L’elettrica Once We Were Anarchist saluta l’arrivo della ritardataria armonica, accompagnata dall’efficace moog in sottofondo, mentre la successiva Wisdom Teeth si fa forte di linee vocali assolutamente imprevedibili, in bilico fra tonalità maggiori e passaggi in minore, sfoggiando un intermezzo davvero affascinante almeno quanto l’intero pezzo. La conclusione, affidata alla rockeggiante The Ladies Of London Town, e alla amara Must Try Harder, forse l’unico pezzo sottotono dell’intero album, ci lascia con un po’ di tristezza per la frettolosa separazione da un lavoro accogliente anche nelle liriche, mai banali, mai scontate, sempre al confine fra racconti di strada e riflessioni esistenziali, fra il vissuto personale dell’autore e la realtà collettiva del nostro pazzo mondo.
Tutto questo è Frank Turner: un cantautore, un poeta della strada, un songwriter di ieri proiettato nell’oggi e, come vedremo, nel domani. Lui, il menestrello di Winchester, quello che dorme solo durante la settimana.
Giudizio finale, 7.5 : debutto sorprendente da parte di un cantautore di fascino, carisma e personalità, capace di esprimere al meglio le sue grandi doti comunicative proprio e soltanto con una chitarra in mano. Bravo davvero.
ARTIST:
- Frank Turner - guitar, voice, superego
Live Band:
- Ben Lloyd - guitar, harmonica, mandolin
- Tarrant Anderson - bass
- Matt Nasir - piano, organ, guitar, voice
- Nigel Powell - drums, percussion, vocals
TRACKLIST:
1 Real Damage
2 Vital Signs
3 Romantic Fatigue
4 Decent Cup of Tea
5 Father's Day
6 Worse Things Happen at Sea
7 My Kingdom for a Horse
8 Back in the Day
9 Once We Were Anarchists
10 Wisdom Teeth
11 Ladies of London Town
12 Must Try Harder
13 Ballad of Me and My Friends [Live Recording at the Camden Barfly, 8 August 2006]