- Davide Tonello - voce, chitarra, basso, batteria, synth
1. Prefazione
2. In Piena Balia D’una Donna e D’Amore
3. Intermezzo
4. Un Matrimonio (a Strindberg )
5. Il Pezzo Che Avanza
6. Secondo Intermezzo
7. Or Se Ne Vada Chi è Innamorato
8. La Mia Tristezza è Tanta ed è Tale
9. Reduce Da Storia Semplice
10. Amore Perso
11. Non Sentivo Niente
Otto Testimonianze Sull'Amore
Se il portavoce degli emarginati di ieri e oggi, cantastorie con la chitarra dedito a raccontare di amori nati storti tra gli ultimi rifiuti di esseri umani sputati fuori dai vicoli, lui una volta chiamato amichevolmente “Faber”, potesse prestare ancora la sua voce e la sua poesia al miope pubblico, credo proverebbe non poco imbarazzo nell’ ascoltare ciò che i cosiddetti giovani cantautori italiani hanno da offrire oggi.Non perché tra le nuove generazioni scarseggi il talento (nonostante non sia abbia ancora avuto prova del contrario) ma perché l’influenza “oceanica” che evidentemente ha avuto l’autore genovese su chi ha deciso di indirizzarsi verso la medesima proposta musicale sta dando i suoi frutti, risultando ancora difficile affermare se questo sia un fatto totalmente apprezzabile.Certamente Davide Tonello la lezione l’ha studiata ed imparata decisamente bene, fin troppo forse, come è possibile capire chiaramente ascoltando attentamente i testi semi-poetici ed il tenue intrecciarsi di chitarra classica e voce.
Questo Otto Testimonianze Sull’Amore è fondamentalmente un disco a tema, incentrato sull’amore e sul modo di approcciarsi ad esso secondo il punto di visto di, appunto, otto personaggi protagonisti delle canzoni raccolte. Lo stile dei pezzi di divide in 2 categorie fondamentali: il tipo di ballata chitarra-voce reso famoso dal primo De Andrè e qui riproposto pari pari, ed il tipo di ballatona rock di cui si rese interprete il primo Ligabue, benché Davide Tonello ricorra in questo caso a testi più elaborati e melodie meno pacchiane. Queste due tipologie di canzoni si alternano semplicemente per tutta la durata del disco, caratterizzate da un ironia di fondo piacevole e stuzzicante che evidenzia un sorta di distacco dell’autore dalle storie da lui raccontate, senza tuttavia risultare freddo, anzi, riuscendo a ritagliarsi quella delicata posizione in equilibrio tra talentuosa sensibilità e patetica presunzione decisamente utile ed adatta per ciò che si accinge a raccontare. Canzoni come Un Matrimonio o Il Pezzo Che Avanza o ancora La Mia Tristezza è Tanta Ed è Tale sembrano veramente provenire da una realtà lontanissima dallo showbiz e dagli obbiettivi della stragrande maggioranza dei giovani musicisti d’oggi, sono pezzi quasi minimali, solo chitarra e molte parole che disegnano chiaramente i personaggi ed i dilemmi d’amore che li affliggono, utilizzando una terminologia assolutamente rara e scelta con attenzione, particolareggiata, metaforica, misurata ed elegante. Insomma gli unici “famosi” che si avvicinano a ciò che sto cercando di descrivere potrebbero essere gli ZeroAssoluto, ma solo per la dimensione acustica ed intima ricercata, le melodie ma soprattutto le parole di Tonello sono avanti anni luce per maturità, acume e finezza puramente letteraria.In mezzo a questo troviamo varie composizioni dello stesso stampo e contenuto ma con l’aggiunta di un accompagnamento Rock assolutamente classico e, a mio avviso, totalmente ridondante ed inutile, sembra infatti un arricchimento forzato e voluto per differenziare maggiormente le tracce, ma poiché ciò che attira l’attenzione su questo lavoro sono esclusivamente i testi e le malinconiche melodie della voce, una semplice chitarra acustica può risultare sufficiente.
Inoltre, forse il fatto che l’autore abbia deciso di comporre e suonare lui stesso le parti eseguite da basso, batteria e chitarra elettrica, rende l’accompagnamento strumentale troppo artificioso ed impostato, assolutamente privo della passione e della cura riposte nei testi.
Insomma, il talento cantautorale di Davide Tonello c’è ed emerge prepotentemente, pochi oggi godono della capacità, e probabilmente anche del coraggio, per poter costruire situazioni e personaggi così ben caratterizzati, riuscendo a cantare attraverso toni classicheggianti e romantici, nel senso più storico del termine, di un argomento comunque principe e “sempreverde” come l’amore mal vissuto.Occorre inoltre considerare che la piacevolezza del disco è dovuta al saggio uso della lingua italiana, cosa assolutamente e tristemente rara al giorni d’oggi, se questo disco fosse stato cantato in inglese non avrebbe assolutamente attirato la medesima attenzione, divenendo un prodotto molto più anonimo, proprio perché più difficilmente comprensibile. Se non fosse per le pallide ombre Rock che spuntano talvolta o gli eccessivi riferimenti a De Andrè (basta ascoltare i primi 30 secondi di Amore Perso) si potrebbe dire di trovarsi di fronte ad una semi-rivelazione, anche se ancora non perfettamente aderente alla propria personalità.Ottima prova comunque, coraggiosa ed acuta, da parte di un cantautore sicuramente valido ma non ancora completamente maturo.