- BJ - voce
- Gustavo Barros - chitarra
- Edu Cominato - batteria
- Paulo Soza - basso
1. Faked By Time
2. Bring ‘Em On
3. A Life's Alibi
4. Insanity Desire
5. Too High
6. Enemy In You
7. Fallen Moon
8. Lose Control
9. Healing
10. Higher (I Can Land) (bonus track)
11. Don't Stop Believin' (bonus track)
Bring 'Em On
Ennesima band pronta ad inserirsi nel trafficato filone del melodic metal con questo disco d'esordio intitolato Bring ‘Em On, i brasiliani Tempestt si prodigano in una sorta di progressive/hard rock pronto ad accogliere svariate influenze, da quelle di stampo progressive di Kansas e soprattutto Dream Theater a quelle di stampo melodic hard/AOR di Journey, evidenti anche nella scelta della conclusiva bonus track, cover dell'immensa e bellissima Don't Stop Believin', Talisman e Winger.
A scoprirli sono stati proprio due nomi influenti della scena melodic hard/AOR quali Billy Sheehan, ex Mr. Big, e Jeff Scott Soto, ex Journey ed attualmente vocalist dei Talisman, al quale peraltro faranno da supporto per il suo tour solista in Europa. Il loro sound potrebbe essere vagamente accostato a quello di attuali band del nord Europa, come Circus Maximus o Seven Tears, quindi una commistione di elementi progressive metal e melodie spesso di chiara derivazione hard rock, accostamento da prendere comunque con le pinze, considerando che tra le tre band citate le distanze sono nette.
Arrangiamenti e melodie serpeggianti in un impianto tipicamente progressive metal fanno da capolino in brani come l'opener Faked By Time, con un finale ad alta velocità in cui si inserisce il frenetico assolo del chitarrista Gustavo Barros, o in Too High, che finisce però col perdersi un po' nelle sue stesse tortuosità, mentre pur conservando un'impostazione progressive assume sfumature più heavy e cupe la title-track Bring ‘Em On, il tutto con esiti accettabili ma non certo sufficienti a lanciarli con spessore nel metal che conta.
In realtà i brasiliani il loro meglio lo mettono in mostra con altri brani, come ad esempio A Life's Alibi, che inizia un po' come una ballad dei Dream Theater d'altri tempi per proseguire poi in un intenso mid-tempo in cui le tastiere e l'interpretazione di BJ salgono in cattedra, supportati dalla precisa ed ottima sezione ritmica, la lunga suite Enemy In You, uno dei brani di spicco di questo debut album, atmosferico ed emozionante nella sua parte iniziale si lancia poi in una cavalcata possente ed adrenalinica, poi l'heavy/prog melodico e vigoroso di Fallen Man o ancora l'hard rock di Insanity Desire, in cui il singer di casa duetta con un ospite del calibro di Jeff Scott Soto, in un brano che sembra mischiare Winger e Talisman.
Si denota un certo calo sul finire della release con Lose Cotrol, che si mantiene comunque su standard medi, e soprattutto con la ballad Healing, davvero noiosa e monocorde, tanto da risultare un po' soporifera, prima di chiudere con le due bonus track Higher (I Can Land) e la già citata Don't Stop Believin'.
Dopo gli stenti, le incertezze e i mezzi passi falsi dei vari Angra o Shaman, i Tempestt provano a candidarsi come nuovi potenziali esponenti del metal brasiliano, anche se al momento si tratta solo di speranza e non di certezze. Insomma Bring ‘Em On è un esordio che pur non facendo certo gridare al miracolo, ci presenta una band a cui guardare con interesse per l'avvenire.