- Chino Moreno - voce, chitarra
- DJ Crook - turntables, programming
- Todd Wilkinson - chitarra
- Zach Hill - batteria
- Rick Verrett - basso
Guests:
- Rob Crow - voce
- Mary Timony - voce
1. Ataraxia (03:17)
2. Ever (Foreign Flag) (02:51)
3. Your Skull Is Red (03:41)
4. Princeton Review (05:09)
5. Blvd. Nights (03:08)
6. Delorian (01:34)
7. Our Ride to the Rectory (04:40)
8. Tomb of Liegia (04:56)
9. Elizabeth (03:47)
10. Staring at the Queen (03:05)
11. Ever Since WWI (03:30)
12. King Diamond (03:45)
13. Live from the Stage (05:29)
14. Paris Arm (01:43)
15. 11/11 (03:18)
Team Sleep
Uno dei progetti dal parto più difficile dei 2000s, i Team Sleep nascono ufficialmente come progetto parallelo elettronico di Chino Moreno nel periodo delle registrazioni per quello che diventerà l'album White Pony.
Uno dei primi pezzi composti dai Team Sleep (per il momento comprendenti solo Chino e il DJ Crook) è la bella Teenager, che però poi finisce (fortunatamente per i Deftones) proprio su quel disco.
La prima vera testimonianza della band si ha quindi con l'inclusione della strumentale elettronica The Passportal nella colonna sonora del film The Matrix Reloaded, mentre una versione della stessa con in aggiunta la voce di Chino viene fatta circolare nel web sotto il nome di Apollonia.
Nel 2001 Chino raggruppa la line-up definitiva della band, chiamando membri provenienti da gruppi alternativi non molto famosi nonché un suo vecchio amico, Todd Wilkinson (mai stato in una band prima di quel momento), alla chitarra.
Verso il 2002 è finalmente pronto un album dei Team Sleep, tra le cui tracce sono presenti Mercedes (singolo promozionale che viene fatto passare per radio), Death by Plane (per cui viene girato un videoclip scaricabile dal sito del gruppo) e Kool-Aid Party (una collaborazione con Mike Patton). Ma proprio quando Chino sta per pubblicare l'album, scopre che tutto il materiale è già scaricabile senza problemi da Internet, e amareggiato decide di annullare l'uscita del disco.
Nel 2003 il progetto sembra finito, dato che Chino si concentra sul nuovo omonimo album dei Deftones (nel quale peraltro sono presenti due tracce elettroniche di matrice Team Sleep), ma poco più tardi si trova nuovamente con Wilkinson e gli altri per registrare.
Nel 2005 esce così finalmente l'omonimo primo lavoro dei Team Sleep (posticipato dalla Maverick di 6 mesi perché si aspettavano di peggio e non erano pronti con la promozione, cosa che ha dato un certo fastidio a Moreno).
Tutte le tracce sono versioni rifatte e riarrangiate dei pezzi scritti tra il 2002 e il 2004, e il sound originale del gruppo (l'elettronica) è nel frattempo virato verso un alternative-rock che si fonde abilmente con spunti elettronici, trip-hop, dream-pop, gothic-rock e ambient.
Su tutto, spiccano il contagioso mood dell'opener Ataraxia, il primo singolo Ever (Foreign Flag) (sognante e malinconico, forse il capolavoro del disco), il trip-hop di Princeton Review, la trascinante Blvd. Nights (l'unico pezzo che in qualche misura suona uscito dai Deftones), e la cupa Live from the Stage.
Il difetto principale però è che nel disco, per un fattore o per l'altro (impegni, split, lontananza), c'è assai poco di Chino; i vocalist Rob Crow e Mary Timony appaiono difatti su 6 tracce complessive (di cui 4 non vedono Chino nemmeno alla seconda voce), delle quali spicca davvero solamente Tomb of Liegia (condotta magistralmente dalla voce sognante e un po' infantile della Timony, dai beats trip-hop, e da un pianoforte minimale). Senza contare le strumentali. Ma, se questo elemento può facilmente scoraggiare i fans dei Deftones e della voce di Chino, da un'altra parte incoraggia chi ascolta sonorità elettroniche e ambient-rock ma digerisce difficilmente i Deftones.
A livello puramente musicale la proposta è, a conti fatti, un piccolo punto interrogativo: spesso si ha la netta sensazione di stare ascoltando un lavoro maturo, coinvolgente, emotivo; ma analizzando l'album nel suo complesso si nota la mancanza di un qualcosa davvero di spicco, così come la mancanza di un'anima unificatrice, che doni compattezza ed un minimo di senso concettuale (evitando un classico effetto "compilation"). Perché è senza dubbio apprezzabile un disco malinconico e molto d'atmosfera come questo, ma da un progetto che ha fatto così tanto parlare di sé ci si aspettava decisamente qualcosa di più notevole e meno dispersivo.
Tomb of Liegia è ispirata a Ligeia, il racconto di Edgar Allan Poe.