Voto: 
7.0 / 10
Autore: 
Edoardo Baldini
Etichetta: 
Inside Out/Audioglobe
Anno: 
2005
Line-Up: 

- Arjen Anthony Lucassen - chitarra

- Marcela Bovio - voce, violino

- Lori Linstruth - chitarra

- Johan van Stratum - basso

- Davy Mickers - batteria

- Alejandro Millán - pianoforte




Tracklist: 

1. Spellbound

2. Passion

3. Deceiver

4. I'll keep on Dreaming

5. Haunted

6. Wherever you Are

7. Open your Eyes

8. Embrace the Storm

9. Breathing Again

10. Out in the Real World

11. Nostalgia

12. Calliopeia


Stream of Passion

Embrace the Storm

L’olandese Arjen Lucassen (Ayreon), freschissimo dell’uscita della sua eccezionale opera Progressive The Human Equation, che aveva visto la partecipazione di numerosi guests, nel 2005 decide di formare una vera e propria band per la prima volta in dieci anni. Stream of Passion è un progetto alquanto ambiguo, poiché tutto costruito attraverso lo scambio di informazioni via Web: difatti Lucassen, volendo valorizzare la splendida voce della messicana Marcela Bovio (Elfonia), già presente in The Human Equation accanto a grandi cantanti del Rock/Metal internazionale, e non potendo raggiungere per questioni di lontananza né lei né gli altri membri del gruppo trovati dopo accurate selezioni via Internet, ha deciso di sfruttare tale mezzo di comunicazione per costituire un sound ricco e innovativo.
L’Inside Out, la più importante casa discografica del Progressive mondiale, ha da subito creduto nella possibile efficacia di una soluzione così interessante e inedita ma così azzardata: i risultati possono infatti essere analizzati in due direzioni contrastanti, in quanto, se da un lato la voce di Marcela, perla centrale di questo Embrace the Storm, impreziosisce l’album con i suoi toni soavi, enigmatici e quasi innocenti, dall’altro il Dark Progressive esibito risulta vuoto in diverse sezioni e troppo in secondo piano rispetto al cantato.

Un alone misterioso riecheggia in Embrace the Storm per tutta la sua durata, fin dall’introduttiva Spellbound, giocata sulle percussioni e sulle atmosfere create dalle tastiere: essa riassume in breve tutto il significato del disco che si andrà ad esplorare, poiché composta dall’alternanza di passaggi oscuri ad aperture romantiche di matrice gotica. Di queste ultime è intriso Passion, il secondo pezzo, apprezzabile nel suo ritmo ma abbastanza scontato nell’accompagnamento di sottofondo delle statiche chitarre.
Deceiver rimane troppo chiusa nelle sue linee di basso, scardinate solo da esplosioni momentanee preparate con abilità dall’aumento di livello vocale e dall’inserimento di archi e tastiere: pur non essendo coinvolgente, essa presenta alcuni buoni spunti, meglio sviluppati nella ballata I’ll Keep on Dreaming, piacevole duetto di acustica e elettronica, in cui la voce guida l’ascoltatore verso meandri romantici e temi amorosi.
Un’idea inusuale è quella di unire testi spagnoli con altri inglesi, come esibito nella maestosa Haunted, leggermente noiosa nelle parti parlate ma splendida nelle distensioni melodiche e nel virtuoso assolo. Probabilmente resta troppo sommessa e non riesce ad emergere come ci si aspetterebbe dallo stile di Lucassen; tuttavia, è sicuramente più apprezzabile dell’ennesima ballata Wherever You Are, il singolo del disco, banale nel lento accompagnamento musicale.

Il problema maggiore di Embrace the Storm è il largo impiego di percussioni pseudo-elettroniche poste di sottofondo ad effetti di basso, che rallentano l’andamento di ciascuna canzone e che non consentono di far assumere quell’approccio diretto che le chitarre acustiche ispirano in innumerevoli tratti.
Gli assoli sono sempre trascinanti, ma rappresentano piccoli sprazzi di esaltazione in un album troppo connesso al sentimento e troppo votato alle sonorità classicheggianti del pianoforte.
L’episodio più intrigante è di certo la tracklist, Embrace the Storm, che segue e precede due ballate molto spalmate come Open Your Eyes e Breathing Again: i passaggi sentiti e carichi di patos sono numerosi, ma il disco risulta omogeneo al massimo, senza spiraglio per motivi strumentali di un certo calibro. La voce è l’anima degli Stream of Passion e uno spiraglio di luce si intravede con Out in the Real World, sinfonica nei violini gotici, raffinata nelle buone soluzioni ritmiche e melodiche sperimentate e ottimamente interpretata da Marcela.
Il tema del ritorno di un amante è affrontato in Nostalgia, interamente cantata in spagnolo e basata solo sul duetto pianoforte-cantato femminile, che crea atmosfere riflessive, ma quasi esasperate all’interno dell’opera.
L’agressiva Calliopeia fa riscoprire la sfaccettatura più aggressiva degli Stream of Passion, poiché pezzo Progressive tecnico che non stonerebbe neanche in The Human Equation, ricco di influenze Dark Rock alla Katatonia in alcuni intervalli e intricato nei tempi che si susseguono sull’intervento delle chitarre, mai così forzate in tutto Embrace the Storm.

In definitiva un disco angosciante nei suoi toni mesti e spettrali, opposti alla linearità espressa dalla dolce voce di Marcela, e parecchio connessi al filone gotico interpretato da Within Temptation, The Gathering e After Forever. Originale certamente per il genere proposto, ma alla lunga stancante per la sua monotonia e staticità interna: da Arjen Lucassen e da Marcela Bovio, dopo la geniale composizione del primo e la carismatica apparizione dell'ultima in The Human Equation, ci si aspettava sinceramente qualcosa in più.

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