Voto: 
7.0 / 10
Autore: 
Matthias Stepancich
Genere: 
Etichetta: 
Flip/Elektra
Anno: 
1999
Line-Up: 

- Aaron Lewis - voce, chitarra
- Mike Mushok - chitarra
- Jon Wysocki - batteria
- Johnny April - basso

Tracklist: 

1. Suffocate (03:16)
2. Just Go (04:50)
3. Me (04:36)
4. Raw (04:09)
5. Mudshovel (04:41)
6. Home (04:04)
7. A Flat (04:59)
8. Crawl (04:29)
9. Spleen (+ Excess Baggage) (21:01)

Staind

Dysfunction

Band statunitense formatasi nel 1995, gli Staind appartengono nettamente al genere post-grunge, ed è principalmente causa loro e dei Creed se questo filone ha conosciuto nuovamente un grosso successo popolare poco dopo il 2000.

Dopo un album autoprodotto (Tormented, rilasciato in 4000 copie), che oltre alle influenze della scena di Seattle mostra anche una discreta dose di conoscenza del panorama "groove metal", la band convince Fred Durst dei Limp Bizkit a farsi mettere sotto contratto per la sua neonata label Flip.
Dysfunction esce così nel 1999, contemporaneamente all'esordio dei Chevelle; ma, se la volontà dei Chevelle è quella di costruire un nuovo alternative-rock partendo da post-grunge e nu-metal, gli Staind si orientano piuttosto su un grunge che rifiuta l'easy-listening più immediato, quindi in netto contrasto con la tendenza post-grunge del periodo (quella di Foo Fighters, Creed, Nickelback). Gli Staind suonano dunque molto più contaminati dall'hard-rock, dall'heavy-metal e dal groove-metal di tutti gli act post-grunge a loro contemporanei.

Sul disco non si trova la melodicità che renderà celebre il gruppo con la successiva release.
Si trovano invece il grunge oscuro in forma di ballata distorta di Just Go (debitrice dei Nirvana e del southern-rock), con un riff d'apertura eccezionale e un proseguimento trascinante; l'opener Suffocate, frustrata, trascinata da un basso pulsante, e innestata da sonorità noise; Raw, forse il capolavoro del disco, che mescola coraggiosamente tutti i tratti meno easy-listening della band (muri di distorsioni e rumori, incedere progressive rock, urla filtrate, atmosfere opprimenti e pesanti); l'heavy-rock ultradistorto di Mudshovel su cui la voce di Lewis entra decisamente in contrasto, estrapolando dal noise una serie di melodie; i buoni episodi Home e A Flat; la chiusura furibonda e urlata di Spleen (che contiene, dopo un lungo silenzio, anche la soffusa traccia nascosta Excess Baggage).

Si può dire che il lavoro suoni come i Soundgarden incrociati  con un gruppo groove-metal (ad esempio i Pantera), e autocontaminati con del noise mutilante, disturbante.
La proposta degli Staind presente su questo disco difficilmente annoierà l'ascoltatore rock-metal medio, perché si impegna a mostrare panorami stilistici molto variegati, ma la band necessita di una personalizzazione del sound: non si possono confezionare lavori davvero convincenti se essi sembrano richiamare altri gruppi sin dal primo ascolto, specie se stiamo parlando di gruppi che oramai hanno sparso le loro intuizioni nel rock già una decina d'anni addietro.

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