Voto: 
8.3 / 10
Autore: 
Edoardo Baldini
Etichetta: 
Inside Out/Audioglobe
Anno: 
2005
Line-Up: 

- Mariusz Duda - voce, basso

- Piotr Grudzinski - chitarra

- Piotr Kozieradzki - batteria

- Michal Lapaj - tastiera




Tracklist: 



1. After (03:31)

2. Volte-Face (08:40)

3. Conceiving You (03:40)

4. Second Life Syndrome (15:40)

5. Artificial Smile

6. I Turned You Down (04:34)

7. Reality Dream III (05:01)

8. Dance with the Shadow (11:38)

9. Before (05:23)

Riverside

Second Life Syndrome

Il Progressive in Europa ha raggiunto livelli di espansione immensi, toccando qualsiasi Nazione e diventando parte integrante della musica Rock di un trentennio. Sembra ambiguo e inusuale che una delle realtà più promettenti in ambito Progressive provenga dalla Polonia, Paese che mai ha fatto destare l’attenzione del pubblico internazionale per la sua tradizione musicale.
I Riverside sono un gruppo composto da quattro elementi e alquanto innovativo, poiché rispecchia un modo moderno di concepire timbri sperimentali. Second Life Syndrome, secondo album della band che segue il debutto Out of Myself, costituisce anche il proseguimento del concept avviatosi con la prima pubblicazione.
Out of Myself raffigura infatti solo il primo passo verso la formazione del concept, raccontando la ricerca interiore di un uomo immerso nella sua solitudine; in questo Second Life Syndrome l’uomo vuole cambiare la sua vita, cercando di acquisire maggiore sicurezza e confidenza in se stesso. Ciò comporterà lo scontro contro i suoi ricordi, ma nel terzo capitolo della trilogia quest’esperienza di dolore lo renderà più forte, facendogli vincere la sua battaglia.
Il genere proposto dai Riverside spazia notevolmente da Art Rock atmosferico ad inserti più metallici, giungendo ad una connessione con l’ultima produzione di Opeth, Anathema e Porcupine Tree: il largo impiego delle parti strumentali, sia aggressive, sia rilassanti, permette all’album di assumere profondi effetti avvolgenti, aumentando conseguentemente il ritmo e coinvolgendo l’ascoltatore.

After è un’introduzione sussurrata e corale, che apre le porte all’articolata Volte-Face, della durata di quasi nove minuti, una traccia ricca di riff contorti di chitarra, di sferzate di hammond e di sezioni atmosferiche. Tanti i riferimenti allo stile degli Opeth dell’ultimo Ghost Reveries, mente tastiere sperimentali di sottofondo spesso lo rendono omogeneo ai registri compositivi degli Anatahema.
Buonissima l’interpretazione vocale che si amalgama al ritmo potente del refrain, fatto di cori e assoli di chitarre: la canzone testimonia un ottimo livello di elaborazione, perché lineare nella sua struttura e contraddistinta da aperture melodiche di pianoforte di notevole rilievo, prima delle riprese vorticose.
Lo stesso pianoforte dipinge temi drammatici e depressi nel singolo dell’album, Conceiving You, legato al genere di Anathema e Antimatter, ambientale nel suo approccio e splendio nei disegni vocali, che lo rendono riflessivo e quasi commovente.

Si giunge così alla title-track, Second Life Syndrome, mastodontico capitolo di ben quindici minuti, piacevole all’ascolto, ma non così d’impatto come le precedenti; gli effetti di tastiera psichedelici, creati dal nuovo Michal Tapaj, che sostituisce Jacek Melnicki (presente su Out of Myself), impreziosiscono con la loro direzione tipicamente settantiana.
Artificial Smile è completamente inscrittibile dentro l’ultima dimensione Opeth di Ghost Reveries, perché sperimentale e alquanto orientaleggiante nelle melodie della tastiera: l’oscurità non emerge ancora molto facilmente proprio perché la struttura timbrica copre l’espressività della voce; ben presto però I Turn You Down diventa una realtà più tetra e decadente, carica delle emozioni prodotte dalle parole ricercate di Mariusz Duda e dall'onnipresente chitarra distorta .
Da segnalare ancora Dance with the Shadow, penultimo buio episodio Progressive, impetuoso, devastante nelle sue esplosioni improvvise, e capace di mostrare tutte le qualità di song-writing della band polacca. Con questa prova, i Riverside giungono a fianco dei grandi nomi del Progressive malinconico e tenebroso per eccellenza: sebbene sia un po’ troppo lungo, tale capitolo consacra il finale dell’album, insieme a Before, canzone che non stonerebbe nel grande Damnation degli Opeth.

In definitiva, stupisce profondamente questo lavoro complesso, ragionato e in grado di far emergere sfaccettature nuove del sound che sta evolvendo il genere con l’impiego delle tastiere come elemento non solo di primo piano, ma anche di sottofondo avvolgente.
Grande opera per i Riverside, che si confermano caso a parte nella scena internazionale, perché lontani sia geograficamente, sia musicalmente da altre proposte odierne. Second Life Syndome diviene così uno degli album più interessanti di tutto il 2005, superando il suo gemello Ghost Reveries, pur non impiegando una voce così ben sviluppata come quella di Mikael Akerfeldt.

NUOVE USCITE
Filastine & Nova
Post World Industries
Montauk
Labellascheggia
Paolo Spaccamonti & Ramon Moro
Dunque - Superbudda
Brucianuvole
Autoprod.
Crampo Eighteen
Autoprod..
BeWider
Autoprod..
Disemballerina
Minotauro
Accesso utente