- Volker Walsemann - voce, chitarra, tastiera
- Marco Ahrens - chitarra
- Heiko Spaarman - basso
- Andreas Tegeler - batteria
- Jorg Springub - tastiere
1. Intro (00:37)
2. Open Your Eyes (04:51)
3. Save My Soul (06:27)
4. End In Sight (03:55)
5. The Key To Creativity (05:33)
6. In The Wait Loop (06:47)
7. The Torture (03:59)
8. Spellbound (06:06)
9. From A Distance (05:56)
10. Break The Spell (09:24)
Save My Soul
Il calcio d’inizio della storia di questa band tedesca, ormai veterana in campo Heavy/Melodic Metal, avviene nel lontano 1991: in quest’anno Volker Walsemann e compagni danno inizio al progetto Poverty’s No Crime, che tuttavia in tutti questi anni non ci ha mai regalato delle vere e proprie perle, canzoni o interi album destinati ad entrare negli annali. Insomma, il quintetto germanico ha sempre preferito soddisfare i propri fan senza mai porsi direttamente sotto i riflettori. Nell'ultimo album, Save My Soul, i numerosi fan di questo affermato gruppo ritroveranno le caratteristiche influenze Heavy, in particolare derivanti dagli Iron Maiden, ma con una inedita impronta Melodic/Prog. La struttura del disco si presenta piuttosto lineare, ma la cosa che più ci colpisce è che dopo numerosi ascolti troviamo che qualcosa non quadra: rispetto alla stragrande maggioranza degli album in circolazione, la struttura particolare di ogni traccia non è per niente prevedibile. Determinante e significativa la parte iniziale di ogni pezzo, ma i ritornelli non sono facilmente individuabili, si mischiano e si celano nel grande vortice di suoni che caratterizza ogni canzone. Potenti riff di chitarra, doppio pedale quasi ovunque e pienezza della voce sono gli elementi che più spiccano all’ascolto dell’intero album, creando contrasti e cooperazioni in alternanze per nulla fastidiose.
Anticipata da un basso e piuttosto lungo intro, la prima traccia Open Your Eyes ci proietta in quella dimensione che risulterà dominante per tutto l’arco del CD. Una buona parte melodica, rotta dal coinvolgente ritornello che appaga al pieno e altre parti efficaci ci offrono una più che buona prospettiva di ciò che andremo a trovare. Immediatamente successiva la title-track: Save My Soul è l’esempio più lampante del fatto che l’idea che ci viene data è quella della presenza di numerosi piccoli pezzi rilevanti, che sfociano poche volte nel culminante ritornello vero e proprio. Molto buona sia la parte vocale che quella strumentale, che con un pallido assolo di chitarra emana un senso di indifferenza, di strascicante pacatezza che però collima perfettamente al risuonare delle tre parole più rilevanti dell’intera canzone. Non indifferente è poi End In Sight, contornata da una parte molto melodica precisamente interpretata da Marco Ahrens, che riesce a dare alla traccia un qualcosa che la completi. Essendo rimasti impressionati soprattutto dalle prime due tracce, difficilmente ci aspetteremmo di trovare pezzi ancora più significativi e fondamentali per la buona riuscita dell’album: è invece proprio il caso della sesta traccia, In The Wait Loop. Alquanto lenta, melodica, ci sorprende con il migliore ritornello di Save My Soul: ottimo quanto fondamentale l’accompagnamento di chitarra, che la rende molto impressionante e suggestiva. Il gradimento per quest’ultima produzione dei Poverty’s No Crime giunge però all’apice con From A Distance: traccia molto melodica e tuttavia incalzante; eccezionali sia batteria che chitarra, che formano un tutt’uno con la voce in occasione del maestoso ritornello, ripetuto più volte nella prima parte della canzone. Buona ma non particolarmente notevole è anche la traccia conclusiva, l’ultima Break The Spell; molto lunga e carica di un senso di impalpabilità è comunque all’altezza delle precedenti canzoni.
Insomma, ritroviamo tutta la musicalità propria dei Poverty’s No Crime più qualche influenza Progressive, tutto concentrato in queste dieci tracce. Un album soddisfacente, non eccellente ma che può dare al gruppo la forza e la voglia di andare avanti, dato che i fan stanno ancora aspettando il loro “messia”, un CD-capolavoro da incorniciare, che passi alla storia e che faccia dei loro beniamini una band di riferimento nell’ambito musicale che gli è proprio.