- Jean-Marc Viller - voce
- Andreas Mislin - chitarra
- Daniel Huber - chitarra
- Boris Stoll - batteria
- Roland Jost - basso
- Oliver Benz - tastiere
1. Schizophrenia
2. When darkness falls
3. Mysteria
4. Anger
5. Anguish
6. Take my advise
7. Buy your dream
8. Neverland
9. Brave warrior
Schizophrenia
I Neverland sono una band proveniente dalla vicina Svizzera che, dopo un demo prodotto nel 2003, debutta ufficialmente quest'anno nella scena progressive internazionale. Il primo mini ricevette un discreto consenso dalla critica, oltre al fatto che valse loro un contratto con la Escape Music. Prodotto da Tommy Vetterli (già con Kreator), la self-release comprendeva quattro brani, due dei quali sono stati riproposti in Schizophrenia.
Ora, cosa sarebbe il progressive metal odierno senza i Dream Theater? Domanda da porsi assolutamente prima di ascoltare questo album, prima di ritrovarsi a pensare di esser incappati di fronte agli ennesimi cloni degli Americani. A dire il vero, la band stessa dichiara apertamente il combo di Long Island come il principale ispiratore, seguito a ruota da Symphony X e Royal Hunt. Quindi appassionati cultori di LaBrie e compagni, preparatevi a sentire qualcosa che fortemente richiama le sonorità progressive delle band menzionate. Una miscela di brani sostenuti con i tradizionali cambi di tempo repentini e dalle lyrics melodiche si alternano a brani molto più lenti ed emotivi. Ne sono esempio di questa differenza Mysteria e Anguish; la prima, già presente nel demo, viene introdotta dal suono di archi e dalla forte presenza delle tastiere di Oliver, poi il drumming e le chitarre si fanno sempre più spazio nel corso dei minuti, sfociando nel ritornello estremamente catchy e contemporaneamente di assoluto effetto, rendendo il brano forse uno dei più riusciti dell'intera release. La seconda citata invece è la classica ballad progressive struggente, fatta di rallentamenti e atta a risaltare al massimo le corde vocali del frontman Jean-Marc. All'ottava e penultima posizione troviamo Neverland, che già battezzo l'omonimo mini del 2003. La canzone in questione si rispecchia perfettamente nei dettami progressive odierni, non tradendo ciò che gli Svizzeri ci hanno fatto sentire fin'ora: percussioni contagiose e fulminei contortempi, chitarre che si intrecciano in ritmiche e assoli, tastiera costantemente presente e avvolgente.
Dunque, i Neverland producono nove tracce per questo debutto, sette inedite e due riproposte dal precedente demo. Onestamente spetta a ciascuno dire l'ultima parola sull'album, perchè se da una parte ci troviamo di fronte a cinquantacinque minuti di ottima esecuzione, la fattura del lavoro è veramente soggettiva. Non ci troviamo davvero di fronte ad un sound troppo personale, il richiamo a mostri sacri ben saldi nel collettivo è forse troppo palese, quindi alcuni potrebbero valutarlo discutibile. Sicuro resta la qualità del lavoro, ben prodotto e ben suonato. Per fan dunque di Symphony X e Dream Theater, ma anche di Aina, Edguy, Thunderstone e Glen Huges (per quanto riguarda la voce).