Voto: 
7.0 / 10
Autore: 
Gioele Nasi
Genere: 
Etichetta: 
Tabu Records
Anno: 
2007
Line-Up: 

- Espen Hammer - Basso
- Espen Warankov Godø – Piano, Organo, Tastiere, Mellotron
- Eystein Garberg - Chitarra
- Ketil Sæther - Chitarra
- Siv Lena Waterloo Laugtug - Violino
- Stine-Mari Langstrand – Voce femminile
- Vidar Berg – Batteria

Guest musicians:
- Ola Bremnes – Voce maschile
- Jan Inge Moksnes - Clarinetto
- Jon Ervik - Flugelhorn, Tromba
- Hans Petter Mæhle - Violino
- Trond Harald Saltnes - Violino
- Ragnhild Torp - Viola
- Stine Fagerthun - Violoncello
- Knut Erik Jensen - Fisarmonica
- Simen Husmoen - Tuba
- Wenche Helbæk - Oboe
- Tone Kummervold - Coro (mezzo soprano)
- Lars Eggen - Coro (tenore)
- Andreas Oldervik – Coro (basso)

Tracklist: 


1. Diset Kvæld
2. Om Hundrede Aar er Alting glemt
3. Høstnat
4. Paa Hvælvet
5. Lad Spille med Vaar over Jorden
6. Duttens Vise
7. Svend Herlufsens Ord, part I Min Kærest er som den
8. Svend Herlufsens Ord, part II Og du vil vide
9. Svend Herlufsens Ord, part III Jeg har det
10. Svend Herlufsens Ord, part IV Se, Natten er Livet
11. Godnat Herinde
12. Skærgaardsø

Lumsk

Det Vilde Kor

A due anni di distanza da “Troll”, il disco che li ha consacrati come una delle giovani promesse della scena Folk Metal odierna, tornano a farsi sentire i Lumsk, un ensemble di Trondheim formato da ben sette elementi e guidato dalla carismatica cantante Stine-Mari Langstrand, entrata nei Lumsk dopo che questi avevano già iniziato a farsi un nome grazie al disco di debutto “Åsmund Frægdegjevar” (risalente al 2003 e, in realtà, non particolarmente esaltante); con “Troll” e Stine-Mari i Lumsk avevano trovato la quadratura del cerchio, realizzando un disco assai equilibrato, graziato da un approccio quieto, solenne e ponderato ad un genere quale il Folk Metal, che spesso punta invece sull’adrenalina e la velocità.

“Det Vilde Kor”, terzo capitolo della saga-Lumsk, è ispirato dalle poesie di Knut Hamsun (“Il Coro Selvaggio” è appunto una delle raccolte poetiche del celebre scrittore norvegese) e si muove, deciso, in direzione contraria rispetto a quella auspicata dai metalheads che fin qui li hanno seguiti. Totalmente rinnegato il suono Metal, infatti, i Lumsk deviano nettamente verso un Pop raffinato e delicatissimo, in cui le tinte Progressive Rock (che già avevano dato mostra di sé in passato) si uniscono con grande maestria alle preponderanti melodie del Folklore scandinavo: queste ultime, come in passato, rimangono le protagoniste, ma sono ora affiancate da ‘comparse’ che poco hanno a che fare con chitarroni, ritmi pesanti e amplificatori a tutto volume, puntando invece sulla delicatezza e la dolcezza – in breve, chi ha già ascoltato “Troll”, può immaginarsi il suono di “Det Vilde Kor” come un’evoluzione dei timbri esplorati dalle ballate “Trolltind” e “Byttingen”.

Il pianoforte di Espen Godø e un quartetto d’archi (che affianca il violino elettrico solista tipico del Folk Metal) sono gli interlocutori favoriti di Mari-Stine, la cui voce soave e leggera domina letteralmente la scena: le doti e lo charme della ventisettenne vocalist norvegese brillano con notevole potenza espressiva ed illuminano “Det Vilde Kor” per tutta la sua durata: a sottolineare la centralità dell’elemento vocale vi è la scelta di affiancare alla vocalist, ogni tanto, anche un coro di tre elementi, come accade nella bella opener “Diset Kvæld” (conclusa però troppo frettolosamente) o nella sacrale “Skærgaardsø”, cantata quasi a cappella, con il solo accompagnamento degli archi.

Le chitarre elettriche, un tempo fieramente potenti, hanno visto ridursi enormemente il proprio raggio d’azione, limitandosi ad accompagnare con liquidi arpeggi le evoluzioni della vocalist, lasciandosi andare raramente ad un riffing più incisivo: quando ciò accade ci si addentra comunque in situazioni accostabili ad un Rock (“Høstnat”) dalle sfumature Prog, piuttosto che al Metal propriamente detto. Fra i vari brani, tutti piuttosto brevi ed accessibili, emerge per la sua peculiarità il singolo “Om Hundrede Aar er Alting glemt” che deve la sua unicità ai suoi sei minuti e mezzo di durata (addirittura il doppio rispetto alla media degli altri brani: una cosa che, va detto, impedisce ad alcuni brani di svilupparsi in modo adeguato alle premesse), e alla presentazione di un duetto con la voce maschile del guest Ola Bremnes. Perfettamente inseriti nello stile del disco –assai omogeneo al suo interno– sono invece gli altri capitoli, come la dolcissima ballata “Godnat Herinde”, amorevole duetto fra voce e piano che include anche pregevoli interventi dei fiati; leggermente atipica invece la quadrilogia “Svend Herlufsens Ord”, che presenta motivi più guizzanti e sorridenti (“part I - Min Kærest er som den”), smaccatamente tradizionali (la melodia iniziale di “part II - Og du vil vide”) o teatrali e circensi (“part III - Jeg har det”).

“Det Vilde Kor” si rivela un disco rilassante e malleabile, facilissimo da ascoltare ed apprezzare essendo adatto sia ad un ascolto attento (grazie all’eccellente preparazione tecnica dei musicisti e alla buona cura posta nei dettagli e negli arrangiamenti) sia a fare da sfondo mentre ci si dedica ad altro: discreto, delicato, mai invasivo, questo nuovo Lumsk è un passo indietro rispetto alla varietà stilistica di “Troll”, ma ha indubbiamente una grazia ed una finezza che lo renderanno (oltre che indigesto a molti dei ‘vecchi’ fan) il benvenuto alle orecchie di chi approva le tradizioni musicali nordeuropee e gradisce i dischi che ne uniscono le sognanti e soavi sonorità ad un Pop-Rock all’acqua di rose.

LINKS PER L’ASCOLTO
Lumsk @ MySpace
MP3 di "Om Hundrede Aar er Alting Glemt"

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