- Gunnhild Sundli - Voce
- Sveinung Sundli – Violino, Tastiere
- Magnus ‘Robot’ Børmark – Chitarra, Synth
- Gjermund Landrø – Basso
- Kenneth Kapstad – Batteria
1. Knut Liten og Sylvelin
2. Kjærleik
3. Følgje
4. Venelite
5. Du som er ung
6. Stengd dør
7. Liti Kjersti
8. Fredlysning
9. Bendik og Årolilja
10. Margit Hjukse
11. Sjå attende
Liva
Termina dopo solo due dischi, come quella di una band-meteora qualunque, la carriera dei Gåte, giovane band norvegese autrice di due piccole, splendenti gemme quali “Jygri” ed “Iselilja”: due full-length che dimostravano appieno il talento dei cinque scandinavi nel coniugare con grande freschezza la raffinatezza del Pop, la grinta del Rock e il fascino delle melodie Folk della loro madrepatria.
La breve storia della band s’interrompe a metà 2005, principalmente a causa della voglia della giovane vocalist Gunnhild Sundli di esplorare nuovi territori musicali: la band, indissolubilmente legata alle doti e all’immagine della propria frontwoman, decide quindi di prendersi una pausa. Il saluto ai propri fans avviene con una serie di date tenutesi sul finire del 2005: quella del 30 dicembre al Rockefeller di Oslo è scelta come situazione ideale per un’ultima registrazione a nome Gåte – è “Liva”, un disco e DVD dal vivo, unico titolo che ancora mancava al catalogo dei norvegesi.
La registrazione è pulita e mette bene in luce ogni strumento senza risultare eccessivamente finta o pulita: la partecipazione del pubblico, con battimani e cori, è avvertibile ma non preponderante, mentre fra gli strumenti ad essere sacrificato è (talvolta) il violino, offuscato dalla potenza di chitarra e batteria nei momenti più intensi.
Undici le tracce presentateci, di cui ben cinque tratte dall’ultimo lavoro, snocciolate con sicurezza alternando sapientemente ballate più dolci a brani dall’impatto più marcato; buona la resa sia delle une che degli altri, con highlights da entrambe le parti. Fra i momenti più soavi e poetici a farsi notare sono soprattutto “Liti Kjersti” e “Venelite”, direttamente estrapolate dal folklore nazionale, mentre tra i brani scritti dal gruppo possiamo gustarci con notevole soddisfazione la superba “Stengd Dør”, abbellita da rarefatti accordi del piano per tutta la sua durata ad eccezione della coda finale, sostenuta da un assolo della sei-corde di Magnus.
I brani a raccogliere maggior successo, comunque, rimangono i due principali ‘singoli’ del gruppo, le entusiasmanti “Bendik og Årolilja” e “Sjå Attende”, poste assieme alla lunghissima ”Margit Hjukse” a conclusione del concerto: una vera e propria ovazione saluta l’incipit di questi brani, e un’altrettanto calorosa valanga di applausi sancisce il termine delle loro brillanti esecuzioni – assieme a loro, a farsi notare positivamente fra i brani più accattivanti e travolgenti sono le splendide “Du Som Er Ung” e “Kjærleik”, ottimamente riproposte da una Gunnhild che non sembra soffrire di particolari cali vocali, e anzi si mostra sempre protagonista.
“Liva” è consigliato caldamente a chi ha seguito da vicino l’evoluzione del quintetto capitanato da Gunnhild e Sveinung, ed è presumibilmente rimasto deluso dal loro scioglimento: questa testimonianza live riuscirà a rendere meno amaro il ‘trapasso’ dei Gåte e a far apprezzare anche brani magari meno conosciuti del gruppo, come “Liti Kjersti” o “Følgje”, entrambi provenienti dall’omonimo EP del 2002. Coloro i quali non conoscano la band, invece, avranno in “Liva” una release di valore praticamente nullo – in questo caso, è preferibile orientarsi verso “Iselilja” (o, al limite, “Jygri”) per varcare la porta dell’oramai tramontato mondo dei Gåte.