- Jani Stefanovic - chitarra
- Christian Palin - voce
- Timo Kuusjarvi - chitarra
- Mikko Harkin - tastiera
- Rolf Pilve - batteria
1. Face of Death
2. Mind Control
3. The Essence of Sorrow
4. Hollow
5. Supreme Oppression
6. Ashes
7. The Mirror
8. Trail of Tears
9. Come Serenity
Reflections of the Obscure
Anche la Finlandia sta gradualmente conquistando posizioni nello scenario Progressive Metal e una testimonianza ci è offerta dagli Essence Of Sorrow, progetto guidato dallo svedese Jani Stefanovic: l’album di debutto Reflections Of The Obscure presenta un Metal melodico con forti componenti progressive, debitrici dello stile di Evergrey e Andromeda e capaci di eccedere verso soluzioni Power.
I finlandesi che circondano Stefanovic nella band sono tutti dei veterani del panorama Metal e tra essi si può in particolare rammentare il valido tastierista Mikko Harkin, ex Sonata Arctica.
I testi degli Essence Of Sorrow sono incentrati sulla religione cristiana e il full-lenght è introdotto da un artwork tenebroso ed originale, che cerca di riflettere il sound della formazione scandinava. Le atmosfere sono spesso rarefatte e cupe nella loro vena progressiva e la registrazione appare professionale e ben curata, con chitarre e tastiere a delineare i temi melodici che emergono dal tessuto di basso e batteria.
La voce di Christian Palin affiora determinata e coinvolgente già nell’opener Face Of Death, dalle tinte più Power per il suo incedere impetuoso e per gli intrecci vorticosi di chitarra e tastiera; migliore è sicuramente la ritmata Mind Control, quasi spettrale nelle sinfonie corali di tastiera che ricordano le composizioni dei svedesi Therion: non a caso in Reflections Of The Obscure è stato invitato a partecipare come ospite alla voce Mats Levén, cantante del sopra citato act di Metal sinfonico, insieme a numerosi altri musicisti.
La title-track non stupisce per la sua direzione fin troppo ordinaria, mentre le sezioni mid-tempo di Hollow garantiscono degli aloni avvolgenti, nonostante l’irruenza delle chitarre distorte: le tastiere conservano un sapore cosmico che appassionerà gli amanti di realtà come Symphony X o Ayreon, mentre la voce non perde smalto su nessun passaggio, mantenendo un approccio acuto ed espressivo.
Supreme Oppression rimane vicino alla tradizione dei Symphony X, senza scadere troppo nel neoclassico, mentre Ashes è un capitolo da dimenticare per il suo andamento banale e privo di inventiva.
I toni si fanno più distesi solo nell’ultima Come Serenity, che costituisce l’unico momento meditativo in un album incentrato su rapide ritmiche e passaggi tecnici: gli Essence Of Sorrow sanno distinguersi anche in questi frangenti atmosferici, perché le scelte adottate da Jani Stefanovic sono spesso interessanti ed elaborate.
Tuttavia ascoltando un lavoro come Reflections Of The Obscure si osservano alti e bassi perché la qualità non rimane omogenea e troppe sono le cadute di stile all’interno dell’opera. Si consiglia pertanto il lavoro agli irriducibili di Progressive e Power Metal, che potranno trovare negli Essence Of Sorrow una realtà competitiva, capace di esordire con un’opera discreta e non totalmente da dimenticare. Un plauso va infine alla Rivel Records che da anni scopre nuove formazioni nel panorama Metal, permettendo a diverse bands dell’underground scandinavo di emergere nel mercato internazionale.