- James La Brie - voce
- John Petrucci - chitarra
- John Myung - basso
- Mike Portnoy - batteria
- Kevin Moore - tastiera
1. Pull Me Under (08:12)
2. Another Day (04:23)
3. Take the Time (08:20)
4. Surrounded (05:29)
5. Metropolis, Pt. 1: The Miracle and the Sleeper (09:31)
6. Under a Glass Moon (07:02)
7. Wait for Sleep (02:31)
8. Learning to Live (11:30)
Images and Words
Il 1992 sarà rammentato nella storia del Progressive internazionale come l’anno dell’esplosione di un nuovo fenomeno proveniente dagli Stati Uniti, una formazione che, pur avendo esordito nel 1989 con When Dream and Day Unite, non aveva riscosso il successo meritato. I Dream Theater iniziano qui la loro ascesa mondiale che li vedrà, giustamente o no, scavalcare le classifiche Rock europee e americane, coronandoli principi del Progressive Metal odierno.
Il genere proposto può essere interpretato come una fusione tra le sonorità Metal degli anni ’80, quali Metallica e Queensryche e temi Progressive alla Rush, che permettono di mostrare la tecnica disumana in possesso di ogni singolo componente.
L’importanza di Images and Words nella musica moderna è massima, poiché da sempre considerato il capostipite di un nuovo modo di concepire il Rock, una visione diversa da quella dei precedenti anni, che farà innamorare dei Dream Theater milioni di fans in tutti i continenti e nascere numerose bands ispirate dalle melodie descritte dal quintetto americano.
Eppure è quasi un paradosso che la realtà Progressive più celebre al giorno d’oggi provenga dagli USA, un Paese che non ha mai sfornato in tutti gli anni ’70 un solo gruppo competitivo in grado di scardinare il dominio inglese e italiano; la potenza dalla formazione dopo l’uscita di When Dream and Day Unite si avvia grazie ad un cambio di line-up che segnerà profondamente l’evoluzione del gruppo in ogni pubblicazione: Charlie Dominici, il singer presente sul cd d’esordio viene sostituito nel 1991 dal grandioso canadese James La Brie, capace di modulare la voce con espressività, raggiungendo toni elevati e mantenendo la sua compattezza.
La band quindi, composta da musicisti provenienti dalla Berklee School of Music di Boston, riesce a dare vita all’opera che più rappresenta il loro stile innovativo, Images and Words appunto.
Pare quasi inutile descrivere quelle che sono diventate le colonne sonore dei sogni di milioni di appassionati progressivi, trascinati dall’alone di tecnica e di raffinata compostezza emanati dal combo statunitense. La famosissima Pull Me Under ha forse determinato il successo per i nuovi Dream Theater, poiché fu il primo singolo ad apparire su Mtv e costituì il passo decisivo per giungere ai massimi livelli: disegnata da riff complessi e dotata di un’atmosfera Metal originale per le melodie trasportate e i vorticosi cambi di tempo in pieno stile settantiano, la canzone si distende per otto minuti, per poi lasciare spazio alla ballata più introspettiva di Images and Words, la meravigliosa e curata Another Day, scandita da una voce acuta, piena e ricca di passione e da risposte di sassofono dolce e sentito.
Non si possono commentare nei dettagli tutti gli altri brani del disco, quali la vorticosa e coinvolgente Take the Time, la prova più difficile per un tastierista che voglia avvicinarsi alle composizioni dei Dream Theater, la lunga e in estenuante Metropolis I, simbolo della tecnica esibita dai cinque grandi musicisti che si nascondono dietro le melodie di ciascun pezzo.
Passaggi intricati e inaspettati per i loro tempi dispari contraddistinguono tutta la produzione, ad eccezione di tratti distensivi come Wait for Sleep, il capitolo più atmosferico e sognante.
Perciò Images and Words è il preludio ad una nuova epoca per i Dream Theater, certamente strumentisti di eccezionale calibro e ottimi compositori: l’unico problema connesso alla loro carriera è che, dopo le splendide prime opere, si lasceranno trasportare da una particolare sicurezza che non gioverà affatto alla produzione; i Dream Theater con quest’album cambiano gli stilemi del Progressive ma non inventano idee dal nulla. Molte sono le bands valide che sono sempre state oscurate dal quintetto americano, ma in questo caso la colpa non è dei Dream Theater, bensì di quei fans che si limitano ad ascoltare il Progressive con il paraocchi: rimanendo legati alla corrispondenza di Dream Theater con Progressive, il maggior numero delle formazioni che sono nate negli anni ’90 non ha mai riscosso consensi importanti da parte del pubblico internazionale.
Concludendo Images and Words resta però l’emblema indiscusso della generazione moderna, formata da gruppi come Threshold, Symphony X, Evergrey e Pain of Salvation; sinteticamente, maestoso e fondamentale capolavoro.