- Dente - Voce, chitarra
- Roberto Dell’Era - Basso
- Enrico Gabrielli - Tastiere e fiati
- Enzo Cimino - Batteria e percussioni
1. LE Cose Che Contano
2. L’Amore Non è Un Opinione
3. Due Gocce
4. Ti Regalo Un Anello
Le Cose Che Contano
Dente, cantautore che si distinse nel corso del 2007 con il suo Non C’è Due Senza Tre, nella rosa dei venti finalisti del PIMI (Premio della musica indipendente) come miglior album, confeziona e distribuisce gratuitamente questo Mini intitolato Le Cose Che Contano (La matematica sembra piacergli, evidentemente) in attesa del secondo lavoro ufficiale atteso per l’autunno del 2008.
Il tutto è stato registrato ed arrangiato in 2 giorni ed in presa diretta, con l’apporto di alcuni illustri musicisti della scena indipendente italiana, creando una miscela interessante, nella quale viene riservato un generoso spazio tanto alla melodia cantautorale quanto all’improvvisazione.
Le canzoni ruotano intorno alla chitarra acustica di Dente ed alla sua voce cantilenante, dipingendo piccoli affreschi di quotidianità con una leggerezza ed eleganza sotterranea assolutamente degne di nota, senza lasciarsi sfuggire i sentimenti problematici che l’autore ha infuso in esse, in equilibrio tra serietà ed ironia.
La matematica effettivamente occupa un ruolo importante all’interno dei testi, scritti in un italiano mai scontato ma nemmeno ermetico, che utilizza i numeri per giocare con le frasi (talvolta dalle sfumature surreali) e mettere in evidenza quanto i numeri si leghino spontaneamente alle cose di tutti i giorni.
Il genere suonato è difficilmente identificabile, poiché la chitarra è accompagnata percussioni, batterie jazzate, un basso abile e fondamentale, tastiere, fiati e persino un theremin impreziosirà l’ultima traccia della tracklist.
L’approccio assolutamente professionale alla musica, sia tecnicamente che a livello compositivo, si unisce ad alcune soluzioni semi-serie da jingle pubblicitario, chitarre sincopate e ritmiche saltellanti che allacciano il Folk all’Indie Pop, creando atmosfere sognanti e levigate, eteree ma allo stesso tempo “caserecce”, una commistione di elementi guidati dalla voce di Dente, talvolta spenta, talvolta giocherellona, spesso malinconica, ma che riassume nelle sue tonalità tutto ciò che la sua musica esprime.
Il suono generale è volutamente retrò e richiama i primi lavori di Capossela, quelli in cui il jazz era un ingrediente fondamentale, ma la morbidezza di alcuni passaggi e l’angoscia che inevitabilmente mi trasmette il suono desolante del theremin rende le canzoni del cantautore “aliene” in diversi passaggi, distaccate dalla realtà benché raccontino con estrema sincerità di essa.
Ogni pezzo si distingue per una sua spiccata personalità dovuta agli strumenti scelti per suonarlo, al tipo di ritmiche, ai temi trattati, senza l’ossessione di dover a tutti i costi rientrare in una struttura, ma anzi lasciando spesso piccoli spazi ai musicisti, che interrompono le parole del cantautore con brevi improvvisazioni e veloci intrecci evidentemente scaturiti dalla loro esperienza.
Non resta che aspettare di sentire il disco completo, questo episodio promozionale si è dimostrato ricco, molto curato, orecchiabile ma sperimentale allo stesso tempo (ovviamente entro i limiti dello stile seguito), elementi che spingono ad ascoltare le quattro canzoni contenute ancora ed ancora.