1. Suitcase in My Hand
2. Cat and Mouse
3. Strike!
4. J. Edgar
5. Footprints in the Snow
6. Sundown Town
7. Green Dog
8. The Dying Truck Driver
9. Christmas in Southgate
10. Hank Williams
11. Red Cat Till I Die
12. Three Chords and the Truth
13. My Name Is Buddy
14. One Cat, One Vote, One Beer
15. Cardboard Avenue
16. Farm Girl
17. There's a Bright Side Somewhere
My Name Is Buddy
Ogni volta che si sente pronunciare il nome di Ry Cooder, ci balza in mente quel stupendo film capolavoro di Wim Wenders dal titolo "Buena Vista Social Club". Nonostante il lungometraggio abbia vinto prestigiosi premi e sia stato visto da milioni di persone, non tutti sanno che il personaggio principale che ci guida tra le note e le strade di Cuba è proprio Ry Cooder, che grazie al film e alla struttura registica di Wenders ha portato alla ribalta il famoso gruppo cubano Buena Vista Social Club e dunque i vari Ibrahim Ferrer, Compay Segundo e Ruben Gonzalez. La passione nel ricercare e scovare piccole perle di musica locale è stata sempre una "ossessione" di Cooder; un'altra dimostrazione è il fantastico album con Ali Farka Tourè (grandissimo chitarrista africano), in cui i due creano veri e propri capolavori musicali e che, non a caso, è considerato dalla maggior parte della critica il più bell'album di Ry Cooder.
My Name Is Buddy esce quindi sul mercato con tantissime attenzioni e, soprattutto, con un apparente timbro di qualità dati i numerosi successi che i precedenti album hanno avuto. Dando subito uno sguardo alla copertina capiamo che "Buddy" è il nome di un gatto rosso che, sotto la sua zampa, abbraccia una valigia. Possiamo quindi immaginare che questo sia un cd di viaggi e avventure con protagonista un personaggio immaginario che fa l'occhiolino a personaggi prettamente infantili, protagonisti di novelle per l'infanzia. L'idea di creare un gatto tutto rosso che possa raccontare l'America attraverso i propri occhi, nasce grazie ad una cartolina che Ry Cooder ricevette e in cui vi era raffigurato il grande bluesman Leadbelly ma, al posto della sua faccia, c'era il muso di un bellissimo gatto rosso. Cooder iniziò a indagare su questo gatto chiamato Buddy e venne a sapere che era stato trovato in un vicolo vicino ad un negozio di dischi, aveva vissuto in una valigia ed era poi morto nel 2005. Questo storia surreale e davvero bizzarra fece venire in mente a Ry Cooder l'idea di iniziare a scivere un disco in cui si parlasse di un gatto che, con la sua valigia, girava l'America degli anni '30-'40 per scoprire com'erano gli States di allora. Nasce così un album in cui si racconta lo spaccato sociale e degradante che esisteva in quegli anni, delle dure lotte dei lavoratori che con gli scioperi e la nascita dei sindacati hanno iniziato ad esigere diritti e maggiori sicurezze sul posto di lavoro. Insieme a Buddy, però, ci sono anche due piccoli amici incontrati per strada: Lefty the Mouse e il reverendo Tom Toad (un cieco cantante gospel che è stato costretto a fuggire di casa a causa della minaccia del Ku Klux Klan).
Per cercare di descrivere al meglio tutte queste confuse emozioni, Ry Cooder ha pensato bene che non bisognasse aggrapparsi ad un unico genere ma piuttosto abbracciare tutti quegli stili musicali che hanno fatto dei problemi sociali il loro tema principale. Abbiamo quindi un mix continuo e allo stesso tempo geniale di blues, country, jazz, honky tonk e chi più ne ha più ne metta. In questo modo ci sembra quindi di stare ad ascoltare non un semplice album ma qualcosa di davvero al di sopra delle righe o delle defiinizioni che si possono dare su che cosa sia un cd; quello che stiamo ascoltando è un'opera teatrale che, a tratti, può essere accostata all'Antologia di Spoon River per quello che riguarda la descrizione della situazione sociale del periodo '30-'40. Anche il numero di partecipanti come "comparse" è davvero notevole: Paddy Maloney, Jim Keltner, Flaco Jimenez, Mike Elizondo; storica anche la session di J. Edgar in cui vediamo la presenza del duo Mike e Pete Seeger al banjo, che sfodera un vero e proprio testamento alla Folk music di vecchio stampo rurale. Troviamo anche dei toccanti omaggi al jazz e, più precisamente, li ascoltiamo in Green Dog, dove armonie velate e letteralmente magiche sono accompagnate da grandi artisti del settore come Jacky Terrasson e Stefon Harris.
Insomma, My Name Is Buddy è un album tutto da scoprire, bisognerebbe ascoltarlo centinaia di volte per apprendere appieno quello che è il suo significato non solo musicale ma soprattutto culturale, perché qui siamo di fronte ad un vero e proprio masterpiece che ogni buon intenditore e amante della musica dovrebbe avere sui suoi scaffali.