- Emiliano Nigi - voce, armonium, piano
- Matteo Pastorelli – chitarra elettrica ed acustica
- Antonio Ghezzani – chitarra classica
- Alessandro Ricucci – saxbaritono, sax soprano,clarinetto
- Mirco Capecchi – contrabbasso, ukulele
- Simone Padovani – batteria, percussioni
1. Un milione di volte
2. Santinsaldo
3. Scusi mister
4. La nave
5. Pazza e palese
6. Explico algunas cosas
7. 12 Agosto 1944
8. Giorgio Caproni
9. Filastrocca
10. Nss
11. Giammaica
12. Cutolo
13. Il ètait
14. Cinquantun per me
Santinsaldo
I Carneìgra nascono nel 2000 dall’incontro di musicisti provenienti da realtà musicali molto differenti, realtà che, spaziando dalla musica classica al jazz, sono confluite ed allo stesso tempo messe in ombra da una comune passione dei componenti di questa band: la musica popolare.
I successivi cambi di formazione e la lieve virata in direzione propriamente rock hanno fatto si che della band originale rimanga oggi solo il cantante Emiliano Negi, tuttavia l’indole stessa del progetto non ne ha risentito in alcun modo, conservando un caldo mood Mediterraneo che la mantiene ancorata alle intenzioni originarie degli ideatori.
Le composizioni di questa band trasmettono un immediata sensazione di esperienza e di “gusto” negli arrangiamenti , nei cambi più o meno repentini di velocità e nella ricercatezza dei suoni e delle atmosfere. Inevitabilmente si pensa a tutta la tradizione cantautorale italiana che più volte ed attraverso molteplici esponenti ha omaggiato determinati strumenti, determinati dialetti e soluzioni melodiche assolutamente tipiche del bacino Mediterraneo, ed i Carneìgra sembrano aver appreso pienamente la lezione, interpretandola con sicura e matura personalità.
Chitarre, basso e batteria regnano sempre all’interno di ogni canzone, sviluppando un tecnica in perfetto equilibrio tra le principali influenze della band, riempiendo senza invadere, intessendo un perfetto tappeto strumentale che sa di festa, di spiaggia, di sagra, di mercato, di bicchieri vuoti sul bancone di legno di un qualsiasi locale, mescolando malinconia, ironia e gioia con grande efficacia.Una cornice musicale costruita con sax, ukulele, armonium, pianoforte, violini e percussioni si integra perfettamente con i tempi dispari ed alcune cadenze tipiche della musica “da piazza” atta a trascinare la gente a ballare e a coinvolgere ritmicamente il pubblico facendo leva sull’immaginario che questo tipo di sonorità richiamano.
Non bisogna però pensare che le canzoni dei Carnenìgra si risolvano solo in questo: i loro richiami alla musica tipicamente cantautoriale sono infatti diversi e frequentissimi, donando uno spessore significativo ai testi sempre molto curati ed ondeggianti tra l’italiano, il francese, lo spagnolo, l’inglese ed il dialetto.
La voce profonda, camaleontica ed altamente espressiva del cantante non fa altro che impreziosire ulteriormente il già prezioso pacchetto, caratterizzando ancor più una band che evidentemente sotto il profilo dell’espressività e della preparazione tecnica mostra ben pochi punti deboli.
Sorpassando il già lodato e ricercato lessico, arriviamo a parlare di un'altra piacevolissima caratteristica di questa band, caratteristica tutt’altro per scontata: l’orecchiabilità.
Ogni singolo pezzo risulta infatti infestato da una valida melodia di sottofondo, sia strumentale che vocale, che talvolta emerge con prepotenza, talvolta si lascia nascondere dai ricchi arrangiamenti, ma che caratterizza ogni canzone, scivolando tra tinte folk, aromi melodrammatici, facendosi ricordare e cantare con grande semplicità.
Ultima chicca è il packaging elegante con copertina disegnata dal pittore Luca Bellandi, attraverso l’utilizzo di colori particolarmente caldi che richiamano abbastanza direttamente la proposta musicale di questa band.Un personaggio che mi hanno immediatamente ricordato a livello prettamente musicale è Vinicio Capossela, un po’ per la comune passione di alcuni strumenti e soprattutto alcune ritmiche, il tipo di uso di strumenti come pianoforte, chitarre e violini e la grandissima componente malinconica, agrodolce e struggente spesso raccontata attraverso termini ironici ed interpretazioni atte ad alleggerire e sdrammatizzare la serietà di una canzone.
Tuttavia non si può dimenticare l’enorme influenza che un album come Creuza De Ma ha avuto all’interno della cosiddetta “world music” , genere a cui i Carneìgra si ispirano apertamente, riuscendo a loro volta a dipingere piccoli quadri fitti di reali sensazioni, di colori ed odori molto precisi.
Santinsaldo, secondo lavoro di questa band livornese, risulta in conclusione essere un bell’album, ovviamente inadatto alla fascia più commerciale del mercato, ma valido, colmo di idee ed esperienza, tecnica, buon gusto ed interpretato in modo sicuro e coinvolgente.