- Takeshi - chitarra, programming, basso
- Wata - voce, programming
- Atsuo - batteria, percussioni
1. Attention Please
2. Hope
3. Party Boy
4. See You Next Week
5. Tokyo Wonder Land
6. You
7. Aileron
8. Les Paul Custom '86
9. Spoon
10. Hand In Hand
Attention Please
New Album, Heavy Rocks e, finalmente, anche Attention Please. L’altro tassello della trilogia dei Boris completa il quadro stilistico del progetto nipponico, dando ancora una diversa interpretazione di questo immaginario psichedelico/onirico divenuto in breve tempo una sorta di mito underground. Uscito a ridosso di Heavy Rocks (sebbene la data di messa in commercio sarebbe dovuta essere il 26 Aprile), Attention Please esplora il lato più criptico e, per certi versi, inquietante della trilogia, filtrando alcuni episodi dei due album precedenti in una nuova ricerca strumentale e atmosferica.
Attention Please è innanzitutto il lavoro maggiormente composto da rivisitazioni e rielaborazioni passate, essendo infatti il suo esoscheletro formato da ben 5 brani ripresi da New Album (Hope, Party Boy, Les Paul Custom ’86, Spoon) ed Heavy Rocks (Aileron), ovvero una metà esatta dell’opera. Per il resto, i nuovi Boris si muovono lungo percorsi rock estremamente astratti, fumosi e colmi di una bizzarra carica onirica. Lo stoner scompare un’altra volta lasciando spazio e leggere impronte noise pop, la psichedelia si riduce ad atmosfere nebbiose ed ipnotiche, mentre l’elettronica assume un ruolo di primaria importanza nella distensione dei brani, rendendo l’intero lavoro decisamente più freddo.
Un’ipnosi sotterranea che l’omonima Attention Please scioglie attraverso un silenzioso intrecciarsi di basso, beat costante, ululati chitarristici e una voce, quella di Wata, suadente e sognante. Elementi che Tokyo Wonder Land riprende e traduce in una danza ancor più misteriosa e rituale, anticipando quello che è il capolavoro dell’album: You, episodio molto più elaborato e intelligente dei restanti, obliquo esperimento ambientale in cui si incontrano lievi percussioni in sottofondo, voci fiabesche e graffianti apparizioni elettroniche. La sfera più ambientale e d’avanguardia del disco trova poi in See You Next Week un’altra affascinante espressione, avvalendosi di suoni e atmosfere ancora più alienanti: il brano (che si snoda splendidamente lungo un contrasto di riverberi, sottili accompagnamenti di chitarra e un loop ritmico industriale e pulsante) fa toccare ad Attention Please le proprie vette sensoriali più profonde e dilatate, lasciando infine spazio a quello che è il cuore più noise-psych pop del disco, riscontrabile principalmente nelle reinterpretazioni dei pezzi di New Album. Tra queste, brillano fortemente Party Boy e Les Paul Custom ’86, filtrate in un sound ancora più distorto e alienante (è soprattutto la seconda a migliorarsi incredibilmente), mentre – al contrario – da una parte Hope non aggiunge né toglie nulla all’originale e, dall’altra, Spoon perde moltissimo in termini di vigore atmosferico e carica psichedelica. L’altra “auto-cover” Aileron riassume invece i dodici, rocciosi minuti dell’originale di Heavy Rocks in un mesto scorrere chitarristico. A chiudere il sipario vi è infine Hand In Hand, lento flusso di coscienza noise ancora una volta sopraffatto dalla voce cauta e sensuale di Wata, vera e propria sciamana dell’album.
Chiuso Attention Please, chiude la trilogia e chiudono (per ora) anche i Boris. Ciò non toglie che prima della fine del 2011 il folle progetto nipponico possa tornare a prendersi gioco del pubblico, della critica e del Rock stesso. Ma poi, è ancora giusto parlare di Rock con un gruppo come questo? Di parole, ahimè, ce ne sono troppe per poter spiegare al mondo cosa vuol dire Boris: l'unica cosa da fare è smettere immediatamente di leggere questa recensione, comprare la maledetta trilogia e divorarsela. La recensione è finita. Andate.
Forza.