- Takeshi - voce, chitarra, basso, synth
- Wata - chitarra, synth, voce
- Atsuo - batteria, percussioni e voce
1. Flare
2. Hope
3. Party Boy
4. Black Original
5. Pardon?
6. Spoon
7. Jackson Head
8. Les Paul Custom '86
9. Tu, La La
10. Looprider
New Album
Primo album di un trittico nuovo di zecca che proseguirà - sempre entro i confini del 2011 - con Heavy Rocks (omonimo del macigno stoner/doom del 2002) e Attention Please, New Album rilancia i nipponici Boris a tre anni di distanza dall'apprezzatissimo Smile, riportando al centro dell'attenzione uno dei progetti più stravaganti delle ultime due decadi di musica sperimentale. Non è un caso infatti che, pur senza squilli di tromba e resurrezioni prepotentemente annunciate, il popolo europeo/americano si faccia sempre trovare puntuale all'appuntamento con ogni nuova uscita discografica targata Boris (e pensare che questo disco non verrà mai rilasciato al di fuori del Giappone...).
New Album, sin dal laconico e azzeccatissimo titolo, ne è l'ennesima controprova: una diffusione sul web più veloce che mai, pareri positivi raccolti a destra e a manca in un batter di ciglia, fan in visibilio e con la saliva alla bocca per le già annunciate (e succulente) prossime uscite del combo giapponese. Un'operazione virtuale portata avanti con estrema efficacia e che dà, come previsto, i frutti sperati.
Si era detto che non poteva esserci titolo più giusto e calzante di New Album per l'ultima fatica del trio con gli occhi a mandorla e con l'inferno nel cuore. Si, perchè con New Album i Boris si presentano sotto una veste che più nuova e tirata a lucido non si può, concettualmente distaccata anni luce anche dal più recente Smile, disco che ancora era parte integrante di quella linea di continuità iniziata quasi vent'anni fa (le prime demo risalgono al 1992) a suon di noise, hardcore, stoner e doom. Questa volta a guidare l'intero ensemble concettuale/musicale ci sono esclusivamente "innovazione" e "novità", elementi che i Boris hanno deciso di imprimere a fuoco in faccia all'ascoltatore nella maniera più diretta possibile, non mancando però di un'eleganza anch'essa nuova e, soprattutto, insolita.
Perchè se è breve il passo dallo stoner al doom, di sicuro non lo è quello dal noise al J-Pop. E il fatto che tutto (il) New Album si muova - con invidiabile leggiadria - lungo uno stile che per gran parte del lavoro affonda le sue radici nel pop/rock del Sol Levante (ovviamente ripreso e distorto in chiave onirico-psichedelica), dimostra con quanta profondità il concetto di "novità" si sia radicato all'interno dei Boris.
Del passato recente di Takeshi & co. nemmeno l'ombra: sin dai suoi primi vagiti, New Album chiude in maniera nettissima con l'universo di distorsioni e feedback al vetriolo che fecero la fortuna dei vari Heavy Rocks, Absolutego, Pink e Feedbacker (giusto per citarne qualcuno). Cesoia stilistica che in questo caso si chiama Flare, ovvero "bagliore": un'esplosione luminosa, improvvisa e totalmente inaspettata, che squarcia il velo dei nuovi Boris tramite il passo incalzante e il melodismo irresistibile di una marcia AOR/Japan rock da cartone animato di pregevole fattura.
E se non basta la prima "illuminazione" a cedere il passo a questo nuovo immaginario pop/rock che sputa letteralmente in faccia a qualsiasi seriosità o rigore estetico, New Album sciorina deliri fluorescenti che spaziano da un genere all'altro con disinvoltura totale, lasciandone però invariato il risultato finale.Perché se l'acidità di Hope fa riemergere di soprassalto un'oasi psichedelica dagli effetti narcotizzanti, espansa poi dal laconico minimalismo electro di Les Paul Custom '86 e dall'onirismo art-rock di Spoon e della conclusiva (un pò sottotono) Looprider, allora sta al trittico sintetico Party Boy - Black Original - Jackson Head capovolgere forme e contenuti del disco, aprendo una nuova sotto-dimensione stilistica dagli effetti devastanti. Party Boy (singolo di lancio del disco) lo fa evocando un'atmosfera straniante dominata da beat costanti e synth lisergici, poi Black Original prosegue il discorso con un martellante electroclash in cui le tastiere, da psichedelici elementi di contorno, si trasformano in corrosivi tuoni sintetici (a parte l'orgasmico, e ahimè troppo breve, bridge cosmico che precede l'ultima scaricata sintetica), e infine Jackson Head, l'altro grande azzardo tentato e riuscito dai Boris, che traduce la violenta follia elettronica dei giapponesi in una marcia direttamente ripescata dall'EBM tedesca di metà anni '80. E poi, ancora, il gioiello che non ti aspetti, posto proprio a metà disco dopo un quarto d'ora di fuorviante sperimentazione electro-psichedelica. Lenta e soave, Pardon? è una delicatissima introspezione dominata da un afflato malinconico come non mai dolce e avvolgente; il contrasto fortissimo (ma assolutamente decisivo nel suo smorzare tono e colore del disco) con il resto dei brani non fa che giovare al risultato finale di New Album che, prima di chiudersi, lascia intravedere ancora improvvisi lampi di genialità con Tu, la la, altra perla cristallina che riprende le scorribande elettriche dell'opener arricchendone l'impatto melodico e, in primis, gli arrangiamenti, in questo episodio veramente impeccabili (specie nei violini sintetici che accompagnano col giusto peso decorativo il dinamismo del refrain, ripetuto fino all'inverosimile).
Taglio netto ma estremamente curato (e che peraltro non compromette nulla a livello stilistico, visto l'Heavy Rocks di prossima uscita: un nome un programma, come l'omonimo del 2002), New Album è un concentrato mortale di (riuscitissimi) azzardi compositivi, di atmosfere floreali, veleno psichedelico, convulsioni elettroniche e melodie edulcorate. New Album è soprattutto la controprova definitiva che in quanto a materia Pop i Boris, da buoni avanguardisti noise/doom/stoner, ci sanno maledettamente fare (basti ricordare quel gioiello che fu My Neighbor Satan su Smile). Ma questa sterzata improvvisa e inaspettata non va intesa come un tradimento d'intenti o come una progressiva sorta di "svendita": di sperimentazione in New Album ce n'è a livelli disumani, solo che in maniera totalmente diversa rispetto alle precedenti uscite. Anzi, a tratti quasi viene istintivo pensare che in realtà sia proprio New Album il lavoro più ricercato mai dato alle stampe dai Boris.
In ogni caso un disco imperdibile, sperimentale o meno che sia.