- Jacob Hansen - voce
- Jesper M. Jensen - chitarra
- Kim Olesen - chitarra, tastiere
- Henrik Fevre - basso, voce
- Morten Sørensen - batteria
1. Freak Storm At Post Zeta...One Child Missing...
2. Snowbound
3. Waking Hour
4. Andromeda Unchained
5. Banished From Sector Q
6. Beyond Redemption
7. Resurrection Time
8. Escape Pod
9. This White Storm Through My Mind
10. The Final Overture
11. Take Me Home
12. Point Of No Concern
13. The End Of Millenium Road
14. The Stars Of Canis Minor
15. Untitled
Andromeda Unchained
Andromeda Unchained è il terzo album dei danesi Anubis Gate, i quali sempre capitanati dal chitarrista Jesper Jensen e con il nuovo singer Jacob Hansen, voce anche della thrash band Invocator, a sostituire Torben Askholm, si ripresentano con questo nuovo lavoro, che prosegue sulle coordinate già tracciate con il loro esordio del 2004 (Purification) e con il successivo A Perfect Forever, con cui hanno mostrato il loro heavy/prog melodico velatamente debitore della scena progressive degli anni '80, in particolare Fates Warning e Queensryche, pur impreziosendo e completando il loro sound con elementi più attuali e spesso riconducibili a quelle soluzioni power/dark utilizzate anche da molti loro connazionali, quali Tad Morose, Manticora, Wuthering Heights.
Il contributo del nuovo arrivato però non si limita alle sole parti vocali, in quanto il suo ingresso, peraltro non del tutto nuovo visto che si era già occupato della produzione dei precedenti lavori di questa band, sembra impartire una relativamente nuova direzione stilistica, fatta di maggiori divagazioni progressive ed un'impronta melodica più accentuata e decisa, la quale tuttavia non sempre cattura ed appassiona.
Dopo la breve intro Freak Storm At Post Zeta...One Child Missing..., si parte sul serio con Snowbound, in cui il dinamico ed ottimo lavoro di Sørensen dietro le pelli ricrea delle ritmiche travolgenti e vorticose, mentre apprezzabili sono anche le ariose aperture melodiche che contrassegnano i refrain, ritmi sempre sostenuti ma meno vari nella successiva Waking Hour, pezzo più orientato ad un prog/power incalzante e martellante, con doppia cassa in evidenza ed un refrain diretto, anche se nel complesso il brano sembra ripetersi un po' troppo. La title-track è un mid-tempo, abbastanza floscio ad onor del vero, Banished From Sector Q è invece il preludio a Beyond Redemption, uno degli episodi più interessanti del lotto, tra innesti elettronici e lenti e soavi passaggi acustici, ancor più massiccia ed evidente la presenza dei synth in Resurrection Time, che presenta anche ritmiche veloci e linee vocali assestate su toni alti che ricreano una certa sensazione di esasperazione.
Arrivano adesso una serie di episodi più orientati al progressive metal e caratterizzati da continui cambi di tempo come la lunga This White Storm Through My Mind, o più influenzate dal prog metal dei Fates Warning, pur se riadattato a ritmiche power-oriented, come The Final Overture, o ancora The End Of Millenium Road, il brano più lungo del lotto, una suite dal sapore futuristico e fantascientifico, proprio come le liriche che stanno alla base del concept in questione. Infine la buona Point Of No Concern, in possesso di apprezzabili aperture melodiche, e la power ballad Take Me Home, cantata dal bassista Henrik Fevre, che inizia lenta e malinconica per lanciarsi dopo quasi due minuti in una seconda fase con ritmi più sostenuti e melodie più marcate, completano l'album.
Deve dirsi che i settanta minuti di Andromeda Unchained non vengono pienamente giustificati da una così elevata qualità compositiva, o almeno tale da mettere il lavoro al riparo da cali di interesse o momenti di stanca, ma nel complesso l'ultima fatica dei danesi Anubis Gate si può considerare un lavoro complesso e positivo, non certo privo di soluzioni e spunti interessanti, annacquati talvolta in una certa prolissità di fondo che va a tutto discapito delle stesse composizioni.