- Johan Reinholdz - chitarra
- David Fremberg - voce
- Thomas Lejon - batteria
- Martin Hedin - tastiera
- Fabian Gustavsson - basso
1.Periscope (06:11)
2.In the End (04:58)
3.The Hidden Riddle (05:51)
4.Going Under (06:27)
5.The Cage of Me (07:08)
6.No Guidelines (06:23)
7.Inner Circle (07:03)
8.Iskenderun (05:30)
9.Blink of an Eye (09:30)
Chimera
Lasciati da parte eccessivi tecnicismi e virtuosismi, gli svedesi Andromeda mettono a segno il terzo colpo discografico, Chimera, un album parecchio particolare all’interno della nuova scena Progressive europea, che farà parlare a lungo di sé per le sue caratteristiche. E’ affascinante osservare come in Svezia il Progressive Metal stia sviluppandosi in tante forme diverse attraverso l’impegno di realtà preparate e coinvolgenti, esperte e mature: il quintetto che solo nel 2004 aveva realizzato il discreto II=I, con questo Chimera compie un ulteriore salto di qualità nella sua produzione discografica, dato che il full-lenght del 2006 si presenta estremamente elaborato e vario nella sua struttura.
La prima Periscope è a dir poco eccezionale, un pezzo Progressive Metal dotato di contrasti cromatici complessi da concepire e di grande effetto: velocissima ma capace anche di cullare con le sue sezioni distese, l’opener rappresenta già il punto più alto di tutto il full-lenght, grazie alla ricchezza dei patterns di batteria e alle melodie tracciate dalle tastiere spaziali.
Anche In The End convince l’ascoltatore con i suoi refrain carichi della melodia che scaturisce dai cori: la prestazione migliore è garantita dal cantante David Fremberg, che sa destreggiarsi in ogni passaggio, coprendo le parti più impetuose (come la bella elettronica Going Under) e quelle più atmosferiche e sommesse (The Hidden Riddle).
Si percepiscono chiare le influenze dei tecnicissimi americani Symphony X (escludendo però il loro usuale alone neoclassico) e dei raffinati connazionali Mind’s Eye: un esempio viene fornito dalll’elegante e lunga The Cage of Me, sì intricata nel suo incedere, ma perfettamente lineare nell’impostazione vocale e nelle architetture musicali sottostanti.
Lo stile degli Andromeda ha saputo evolversi notevolmente da II=I e ciò si può osservare dalle soluzioni personali proposte su No Guidelines, che non disdegna un certo approccio Evergrey, o sulla avvincente quanto contorta Inner Circle. Le chitarre scorrono via rapide, seguite con precisione dall’onnipresente tastiera e dai difficilissimi accompagnamenti di batteria ideati dall’abilissimo Thomas Lejon (membro anche degli A.C.T.).
La voce poi non si accavalla alle energiche risposte degli strumenti, lasciando spazio a larghe strutture musicali ed intervenendo a spezzare con potenza ed incisività nelle zone più statiche. La successione di assoli iper-complicati/veloci su Inner Circle potrebbe risultare stancante ed inutile a chi, giustamente, non fa coincidere Progressive con il bagaglio tecnico degli strumentisti; tuttavia, lungo tutto Chimera, i cinque ragazzi di Malmö riescono a mostrarsi nelle loro innumerevoli sfaccettature, apparendo trascinanti e sensibili al tempo stesso.
Chimera rimane dunque un prodotto veramente ben realizzato sia dal punto di vista del song-writing, sia dell’impeccabile produzione: gli Andromeda potranno ritenersi soddisfatti del terzo platter che li ha fatti firmare per la Massacre, casa discografica ora molto attenta ad assorbire le promettenti formazioni del Progressive internazionale. Dopo l’interessante For The Love Of Art And The Making dei Beyond Twilight, per la major tedesca esce Chimera, che saprà stregare i fans di una scena europea sempre più florida ed innovativa.