Voto: 
7.7 / 10
Autore: 
Paolo Bellipanni
Etichetta: 
Thrill Jockey
Anno: 
2011
Line-Up: 

- Hunter Hunt Hendrix - voce, chitarra, musiche

- Bernand Gann - chitarra

- Tyler Dusenbury - basso

- Greg Fox - drums

Tracklist: 

1. High Gold

2. True Will

3. Returner

4. Generation

5. Tragic Laurel

6. Sun of Night

7. Helix Skull

8. Glory Bronze

9. Veins of God

10. Red Crown

11. Glass Earth

12. Harmonia

Liturgy

Aesthethica

A guardarli sembrano uno scapestrato gruppo indie di scarsa fama e poca fortuna. Ma a scoprirli veramente, penetrando nella loro labirintica matrice artistica, ci si rende conto di avere di fronte un progetto ai limiti del trascendentale (aggettivo più che mai calzante per una band che si autodefinisce, guarda un po’, trascendental black metal). Da New York, i Liturgy lanciano il secondo - concettualmente violentissimo - anatema contro la musica estrema tradizionale, nella fattispecie quella “nera”. Lo fanno a due anni di distanza da quel Renihilation che lanciò Hunter Hunt-Hendrix e compagni nell’olimpo del metal sperimentale e contaminato più di nicchia.

Aesthethica parte da dove l’esordio finiva: dalle basi concettuali e stilistiche di quel malsano gioiello, i Liturgy approfondiscono il taglio più visionario e labirintico della propria musica, avvalendosi di un approccio compositivo ancora più sospeso tra anelito cosmico e indole razionalista, tra delirio mistico e costruzioni quasi matematiche. In ogni caso, parlare di black metal (tradizionale e non) risulta come non mai inutile e fuorviante. In Aesthethica di nero non c’è nulla, assolutamente nulla. Se Renihilation era un’eclissi costante, giocata sulla densità atmosferica del buio e della notte, il nuovo disco dei Liturgy è un elogio al bianco e alla luce accecante. Un candore in cui però, come prevedibile, si crogiola una violenza che è tanto stilistica e concettuale quanto visiva e comunicativa. Emblema di questa attitudine è il videoclip di Returner, capolavoro visionario dell’album: tra croci, sacerdoti incappucciati, cattedrali e  riprese psichedeliche (le parti suonate da Hunt-Hendrix e soci) si sviluppa un delirio caleidoscopico dominato da ritmiche impazzite e da un geniale riffing black che più post- non si può, il tutto coadiuvato da uno stile registico lisergico e assolutamente ipnotico.

Eppure i nuovi Liturgy, ad essere sinceri, fanno fatica ad ingranare la marcia, aprendo Aesthethica con uno dei suoi episodi maggiormente sottotono (High Gold), subito sollevato però dal delirio primordiale di True Will, trapano conficcato nello spirito e primo vero assaggio della shockante violenza compositiva di Hunt-Hendrix (ne è esempio lampante – e genialmente hardcore – il terzo minuto del brano: provare per credere). Aesthethica prosegue così, espandendo ad ogni episodio il proprio caos controllato: da Generation (incalzante rituale meshuggiano in salsa minimalista) alle chitarre apocalittiche di Sun of Lighte alla maestosa cerimonia sludge di Veins of God, i Liturgy portano alle estreme conseguenze il proprio registro espressivo, coniando una formula musicale e concettuale che è ipnosi mistica e al contempo lacerazione interiore continua. Se poi a questo caos primordiale vi si aggiungono massicce (e inaspettate) esplosioni melodiche, allora il gioco è fatto. Sotto questo punto di vista a brillare sono in primis Tragic Laurel (vero e proprio show epico/drammatico), Red Crown (il cui finale - giunto dopo sette minuti di massacro strumentale - è probabilmente l’apice emozionale del disco) e il gioiello conclusivo Harmonia (aperto dalla messa vocale Glass Earth), che chiude Aesthethica attraverso travolgenti cavalcate e turbini strumentali. 

Vera e propria ascesi mistica applicata al ritualismo black metal, Aesthethica è il coronamento della shockante ricerca artistico-concettuale di Hunt-Hendrix, creatore di uno stile chitarristico unico e songwriter che, per peculiarità e tasso sperimentale, non ha rivali in tutto lo scenario black contemporaneo.
Non dagli Alcest e dal cosiddetto metalgaze, non dai monumentali Deathspell Omega e dal loro esoterismo: la più grande rivoluzione concettuale del black moderno parte dai nuovi Liturgy e da Aesthethica, demonio visionario che ai fan del metal nero tradizionale dice apertamente di prendere le borchie, le asce e il fondotinta, di pregare le loro divinità nei propri cimiteri sotterranei e di non disturbare. Senza offesa, eh.
 

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