- Stéphan Forté - chitarra
- Gustavo Monsanto - voce
- Franck Hermanny - basso
- Eric Lebailly - batteria
- Kevin Codfert - tastiera
1. Dominate (05:59)
2. Fire Forever (04:11)
3. Terror Jungle (05:15)
4. Children of the Dead Lake (06:04)
5. R'Lyeh the Dead (08:25)
6. The Darkitecht (06:18)
7. Kissing the Crow (02:28)
8. Fame (04:01)
9. Undying (Japanese Bonus Track) (04:34)
Dominate
Il quintetto francese noto sotto il moniker di Adagio con il terzo full-lenght Dominate cambia proposta musicale, pur rimanendo ancorato allo stile Power/Progressive ricco di elementi Neoclassici che aveva contraddistinto i due precedenti full-lenghts Sanctus Ignis e Underworld. Più oscuro e votato ad un’atmosfera occulta è Dominate, sicuramente diverso nel sound anche per il mutamento avvenuto nella line-up degli Adagio: alla voce il brasiliano Gustavo Monsanto ha rimpiazzato David Readman, mentre alle pelli Eric Lebailly si è sostituito a Dirk Bruinenberg e ciò ha comportato una più attenta valorizzazione dei vari timbri vocali adottati sul platter ed un ispessimento delle sezioni ritmiche.
La matrice Progressive tecnico/Power permea ancora tutte le tracce di Dominate, che però presenta un alone tenebroso, spesso generato dall’apporto delle tastiere di Kevin Codfert, costernate nelle sue infinite scale dal fascino diabolico.
La title-track apre il disco con i suoi toni maestosi, con la sua ritmica abbastanza appassionante, con le sue linee vocali determinate e potenti e con i suoi inserti scream inediti per il sound dei francesi, ma da subito si comprende che gli Adagio hanno diversi problemi a sviluppare la canzone senza cadere nella ripetitività. Diverse sono le buone soluzioni che affiorano in Dominate, in brani tirati come Fire Forever o Terror Jungle, buoni ma non convincenti al massimo per la troppa poca continuità nella struttura interna. Molto più diretta ed apprezzabile è la quarta Children of the Dead Lake, malvagia nella parvenza e spettrale nelle scelte stilistiche adottate, come le ampie tastiere spruzzate per tutta la lunghezza della composizione.
Gustavo Monsanto riesce a modulare la propria voce in modo veramente coinvolgente, valorizzando al massimo il lavoro svolto dalle chitarre, dalla tastiera e dagli impetuosi supporti ritmici. Non manca di certo un certo feeling tendente al Metal estremo, in alcune sfuriate improvvise ed inaspettate dal sapore quasi Black, ma tutto il complesso viene ricondotto ad una forma tipicamente neoclassica nelle sue diverse sfaccettature.
Il pianoforte si dimostra ancora strumento principale per tessere ricercate melodie d’apertura, melodie notturne e spettrali, che colmano di mistero un disco in totale ripresa rispetto ad un inizio non completamente persuasivo ed efficace.
Grazie a capitoli come The Darkitecht si assiste ad una buona attitudine nello stendere pezzi abbastanza complicati ed intricati, non banali come quelli esibiti da tante realtà del genere: se a questo si aggiunge che, rispetto ai precedenti album, gli Adagio sono riusciti a conquistarsi uno stile personale, che li distanziasse dal sound Symphony X che permeava le composizioni, allora si riesce anche a comprendere l’evoluzione subita da parte della band francese.
Sicuramente non si potrà gridare al capolavoro, perché l’avvio del full-lenght risulta alquanto frenante e limitato dalla prolissità di numerosi passaggi, ma lo sviluppo di Dominate riserva atmosfere difficili da concepire e di alquanto suggestive nel loro incedere barocco. Consigliato a tutti gli amanti del Metal sinfonico, di matrice Progressiva e Neoclassica, Dominate potrà essere apprezzato nella sua integrità, capace di avvolgere con le sue sonorità buie e demoniache.