Voto: 
10.0 / 10
Autore: 
Edoardo Baldini
Etichetta: 
Inside Out/Audioglobe
Anno: 
2002
Line-Up: 

- Daniel Gildenlöw - voce, chitarra

- Fredrik Hermansson - tastiera

- Johan Hallgren - chitarra, voce

- Johan Langell - batteria, voce

- Kristoffer Gildenlöw - basso, voce




Tracklist: 

1. Of Two Beginnings (02:24)

2. Ending Theme (04:59)

3. Fandango (05:52)

4. A Trace of Blood (08:17)

5. This Heart of Mine (I Pledge) (04:01)

6. Undertow (04:48)

7. Rope Ends (07:02)

8. Chain Sling (03:58)

9. Dryad of the Woods (04:57)

10. Remedy Lane (02:16)

11. Waking Every God (5:20)

12. Second Love (04:22)

13. Beyond the Pale (09:56)

Pain of Salvation

Remedy Lane

Scorrono brividi sulla pelle degli ascoltatori quando le prime note di Remedy Lane timidamente affiorano dal silenzio dei secondi iniziali.
Il Sentiero del Rimedio: questo il nome che Daniel Gildenlöw e compagni hanno deciso per un’opera talmente complessa nella sua struttura che la comprensione di ogni singolo elemento risulta spesso difficile. Il quintetto svedese cerca di tracciare per ciascun ascoltatore tale via, che dev’essere scoperta in noi stessi con la riflessione su ciò che è stata e ciò che è la nostra esistenza.
La ricerca è forse il tema principale del concept, una ricerca mirata a svelare la nostra essenza, una ricerca interiore confusionaria e proprio per questo inefficace: troppi i momenti tragici di questo cammino che pare infinito, troppi i giuramenti non mantenuti, troppe le sofferenze per amori non ricambiati. Tutte queste tematiche sono espresse esplicitamente in Remedy Lane, che porta l’individuo all’autocoscienza dell’errore e dello smarrimento mentale; rimangono però sempre la dignità e l’umanità del singolo a sostegno dei suoi sentimenti.
Ecco nominati i misteri con cui l’ascoltatore dovrà cimentarsi nel percorso tra i meandri del disco, meandri che passano dall’introduzione Of Two Beginnings fino alla commovente e finale Beyond the Pale.

INTRODUZIONE
L’inizio dell’album, due piani temporali; a distanza ecco comparati due momenti fondamentali della vita del protagonista: la scoperta dell’amore e del sesso nell’infanzia/adolescenza, e il presente a Budapest.

CAPITOLO I
Ending Theme, nei suoi toni cupi con archi di sottofondo e arpeggi continuati e nelle sue aperture melodiche, menziona per la prima volta il tema della ricerca: chiunque ha bisogno di risposte, chiunque ha bisogno di dare un significato al proprio passato…ma la confusione e l’insicurezza non permettono di trovare soluzioni immediate. I cori di Ending Theme, come la parte centrale in stile rap, sono impiegate dai Pain of Salvation per immedesimarsi nella parte, costruendo una scena teatrale in cui i personaggi sono sia reali, sia marionette guidate dai musicisti. I tempi dispari, tipici del Progressive, contraddistinguono la speciale Fandango: un ritratto di un istante, un ballo, due persone che si amano; ma persiste l’inquietudine e l’angoscia nelle note dipinte dal pianoforte, prima precise e ritmate, poi spruzzate, come gocce, sulla distesa regolare delle chitarre. Si intravede angoscia e sofferenza in questo quadro, ma tale tormento è debole e quasi impercettibile, poiché la sua manifestazione avverrà nella seguente contorta A Trace of Blood. Qui si raggiunge l’apice drammatico di un disco incentrato sul tema della perdita a cui si può trovare una cura, un rimedio per salvare la nostra esistenza; ma A Trace of Blood, per la carica emotiva che trasporta con sé, distrugge psicologicamente l’ascoltatore, penetra nell’io e trasforma in astratto ciò che nel testo è riportato come concreto. Anche in quest’occasione si narra di un fatto, di un lampo che segna la vita di qualsiasi uomo: la scomparsa di un figlio non ancora nato, la scomparsa della speranza di veder crescere una parte di se stessi. Una creatura sciupata per sempre, un bambino che non chiamerà mai “papà” il protagonista di Remedy Lane. Come si può rimanere impassibili davanti ad un tessuto compositivo che trasporta con sé tutta la negatività di un’esperienza sconvolgente? Eppure il primo capitolo dell’opera si chiude con una canzone d’amore per la donna del protagonista, This Heart of Mine (I Pledge), strappando un tenero sorriso a chi aveva versato lacrime sulla precedente A Trace of Blood. Le dolci note di chitarre, basso e pianoforte, accompagnate dalla suadente voce di Daniel spengono la prima sezione di Remedy Lane.

CAPITOLO II
“Lasciami andare”, fai cadere l’io nell’apatia, nella capacità di non reagire alle situazioni che caratterizzano la nostra vita: Undertow testimonia questa caduta libera, passiva e inevitabile, questa voglia di fuggire da un mondo che ci costringe alla chiusura nei nostri pensieri, questo desiderio di essere dimenticati da tutti. Monotona ma piacevole per le emozioni che trasporta è Undertow, prima di una scossa più aggressiva e altrettanto coinvolgente, con Rope Ends.
Come si fa a fuggire in fretta e senza rammarico nei confronti di se stessi? La via che segue la donna è il suicidio, tenta più volte di togliersi la vita, ma senza successo; piange per la disperazione: paura mista a rabbia per l’accaduto? O semplice smarrimento esistenziale? Le cravatte di Winnie Pooh raffigurano gli animali del cartone animato ridenti, mentre una donna è sul pavimento, che si contorce dal dolore, non quello provocato dai lividi e dai tagli, ma la sofferenza che porta dentro di sé. I toni spagnoleggianti di Chain Sling riconducono verso una nuova danza, opposta a Fandango, perché non viene più rappresentato l’amore delle “due giovani anime”, ma l’inevitabile separazione; la strumentale Dryad of the Woods, con il suo motivo gradevole e semplice, diventa intricata nei costanti arpeggi e nelle aperture melodiche di grande rilievo: la continua contraddizione tra amore e dolore.

CAPITOLO III
Siamo alla decima traccia, abbiamo compreso già qualcosa in più riguardo Il Sentiero del Rimedio: l’omonima canzone elettronica pone ottime speranze per completare questa ricerca interiore, aprendo così il terzo e ultimo capitolo di conclusione al concept.
Waking Every God ci riporta ad Ending Theme, lo scenario di Budapest è sempre lo stesso, ma la nostra anima è molto mutata da quell’improvviso inizio, in cui non eravamo ancora consapevoli delle nostre reali intenzioni. I cambiamenti di tempo nel brano si susseguono rapidi, come per cercare di superare un’ulteriore pagina di quest’ultima parte. Si scorre via veloci anche con Second Love, composta da Daniel a soli 15 anni, età in cui si provano le prime grandi delusioni sentimentali.
E il tassello mancante per capire a fondo l’intero album è Beyond the Pale, verso la quale convergono tutti gli elementi del disco, per giungere alla spiegazione finale di un lavoro costruito con vera passione.

CONCLUSIONE
Dopo essere stati condotti attraverso questo sentiero, nuovamente ci ritroviamo al di fuori di esso, a commentare esternamente le emozioni provocate da una semplice successione di note unita a testi di ottima fattura. Questi sono i Pain of Salvation, formazione svedese che in pochi anni ha mutato completamente la visione del Progressive mondiale, proiettandosi vicino alle grandi bands del passato a cui tale musica si ispira, in una posizione di alto livello, già annunciata dai tre precedenti concept-albums. Remedy Lane è il complementare di quei tre album e penso che il voto mostri con chiarezza il mio desiderio di premiare un gruppo fondamentale per il Progressive moderno.
“Noi saremo sempre molto più umani di quanto desideriamo.

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