- John David Gladwin - voce, theorbe, cittern, liuto, basso acustico
- Terence Alan Wincott - crumhorn, organo, voce, pipe-organ, flauto, tabor, harmonium, clavicembalo
- Edward Baird - liuto, cittern, voce
- Chris Karan - percussioni
- Adam Skeaping - viola da gamba, violone
1. Pavan (3:19)
2. St. Crispin’s Day (2:19)
3. Spring Season (3:39)
4. Willowood (3:24)
5. Evensong (3:10)
6. Queen of Scots (1:39)
7. Ploughman (3:06)
8. Old Moot Hall (2:41)
9. Lady Marion’s Galliard (3:41)
10. Under the Greenwood Tree (3:15)
11. Anthem (2:53)
Evensong
I The Amazing Blondel debuttano nel 1970 con il primo full-lenght Evensong, che costituisce uno dei capitoli più oscuri del Progressive inglese: infatti la particolarità della musica proposta, un Prog unito a Folk medievale e la presenza dei grandi Jethro Tull nel panorama rock britannico hanno sempre offuscato la produzione del gruppo capeggiato da Gladwin.
Lo stile della band però si allontana enormemente da quello dei Jethro Tull, poiché i The Amazing Blondel impiegano solo strumenti acustici e percussioni, spaziando da archi a chitarre e liuti, che compongono l’architettura melodica di ogni canzone; le undici tracce in cui Evengong si struttura sono delle brevi ballate e madrigali medievali, che risentono lontanamente dell’alone di psichedelia che ha invaso l’Inghilterra negli anni ’60-’70.
Il flauto traverso, già noto al pubblico settantiano dopo la sua introduzione nel Rock da parte di Ian Anderson, rappresenta il punto di forza del trio, poiché conferisce all’album quell’atmosfera rinascimentale sognante e folkloristica: l’aria popolare che caratterizza tutte le opere dei Jethro Tull diventa qui viva testimonianza del sound di questa formazione rimasta sempre dimenticata.
Le voci e i cori si adattano al contesto dell’opera, dando origine a modulazioni espressive toccanti e coinvolgenti; ciascun brano è diretto e piacevole all’ascolto, in quanto la strumentazione del periodo medievale non risulta monotona ma alquanto rilassante e apprezzabile.
I momenti di massima tensione emotiva sono raffigurati dalla iniziale Pavan e dalla splendida Ploughman, che commuovono per la loro compostezza e raffinatezza: la sezione degli organi tipici dell’epoca arricchisce l’intreccio del basso acustico e del liuto con accordi di sottofondo.
Le undici ballate definiscono un’immagine ben precisa, una breve storia del folklore inglese, descrivendo temi eleganti, che pur essendo abbastanza simili da una canzone all’altra, conferiscono un tono delicato al timbro della band.
Le sfumature Progressive sono pressoché nulle, ma si intravedono in qualche organo suonato solennemente, come nella conclusiva Anthem, molto barocca nell’approccio.
Quindi Evensong, sebbene sia stato pubblicato nel 1970, ha costituito una svolta evoluzionistica per il Rock europeo e per questo non è da subordinare rispetto ai primi album che hanno delineato il nuovo genere inglese: Evensong deve essere posto allo stesso livello dei contemporanei Strawbs (Strawbs - 1969), Stand Up (Jethro Tull - 1969) e On the Shore (Trees - 1970) e deve essere ascoltato con cura per capire al meglio i successivi mutamenti stilistici dei The Amazing Blondel, che fanno rivivere emozioni legate a tradizione, leggende, amore cortese e castelli; perciò la magica atmosfera creata elegge a bardi i tre inglesi amanti della musica acustica pura e nobile nella sua forma.