:
- Geoff Tate - voce
- Chris De Garmo - chitarra
- Michael Wilton - chitarra
- Eddie Jackson - basso
- Scott Rockenfield - batteria
1. Walk In The Shadows
2. I Dream In Infrared
3. The Whisper
4. Gonna Get Close To You
5. The Killing Words
6. Surgical Strike
7. Neue Regel
8. Chemical Youth (We Are Rebellion)
9. London
10. Screaming In Digital
11. I Will Remember
Rage for Order
Il vero primo album (anche se non prima uscita) dei Queensryche è Rage For Order, un pacchetto di canzoni che tenta di urlare l’“ordinata rabbia” dei cinque grandissimi artisti ma che allo stesso tempo vuole fondere così due attributi diametralmente opposti tra loro.
Etichettata principalmente come prog metal band (almeno per i primi anni della loro carriera) essa sfoggia una destrezza nel danzare tra un genere e l’altro senza timore e si può dire che complessivamente Rage For Order suoni simile ad Empire ma in una forma molto più cattiva, ricercata e meno diretta, nonostante sia passato di mezzo l’amatissimo ed incontrastato capolavoro Operation: Mindcrime che ha stravolto la storia ed appassionato legioni di fans. Le basi qui riscontrate sono un heavy/hard rock prestigioso e ricco di contenuti contornato da un’attenzione agli arrangiamenti senza fine; il protagonista dell’album è senza dubbio Geoff Tate, cantante dalla voce eccellente e dal carattere intriso in ogni singola nota: non c’è dubbio che un ottimo cantante riesca a tradurre la musica in emozioni con la forza di un respiro e Geoff Tate rientra a pieno titolo in questa categoria.
L’album non presenta nessun cedimento, nemmeno ad osservarlo con il microscopio; l’opener Walk In The Shadows mette in campo il meglio che possono proporre i Queensryche con dei testi molto meno complicati del già citato Operation: Mindcrime ma potentissimi per impatto senza raggiungere a tutti i costi vette altissime, Chris De Garmo ovviamente ci mette il suo e sappiamo che quando si impegna ha veramente pochissimi rivali (non per velocità ma per arte e disinvoltura nell’unire note e creare melodie immortali).
I Dream In Infra-red è la canzone che più di tutte rispecchia il “Queensryche-style” degli esordi (che muterà dopo soli tre album) mentre The Whisper apre il sipario ad un riff intricato ed appassionante che dà alla luce un tempo fresco e razionale. Il power fuoriesce come la punta di un iceberg sopra il livello del mare mentre le chitarre si destreggiano nel seminare note avvolgenti; quel “listen” urlato con rabbia è proprio l’emblema della tempesta musicale a cui stiamo assistendo, con la sua duplice traduzione, a conferma che la musica può essere ascoltata ma anche sentita.
L’atmosfera cambia con Gonna Get Close To You, le chitarre cuciono una trama intricatissima che fa da cornice all’intero brano, un muro invalicabile in cui Geoff dirige egregiamente il combo ed interviene senza una struttura precisa ma solo quando il suo cuore batte più forte, mentre il basso, quasi reggae, penetra dentro e spiazza qualsiasi cosa. Il bridge enfatizza ancora più l’anima cupa della track vendendo claustrofobia a iosa e trasmettendo sensazioni uniche.
The Killing Words con la sua voce strozzata dal pianto esprime il dolore di una storia finita, non può non conquistare. Ogni singola nota trasuda disperazione, senza nessuna forma di conforto ma sputato in faccia a chi, debole di cuore, non riesce ad accettare la realtà: il titolo in effetti l’aveva preannunciato. È solo Surgical Strike che rimette in carreggiata il combo ed esprime tutta la compattezza del sound, mentre Neue Regel si lancia in un riff acustico complesso: anche qui, come in tracce precedenti, la simbiosi presente nella sezione ritmica crea una crepa spessa mentre le due guitars sembrano l’una la mente dell’altra. Gli assoli come sempre giungono irruenti all’interno del brano e spazzano via la pesantezza delle parole e dei tempi dispari.
E’ Chemical Youth che avvolge il sorpreso ascoltatore con più calde sfuriate di riff e rullanti, una strofa parlata spezza la canzone, un assolo pronunciato di batteria con un “flangers” molto kissiano lo copre, un De Garmo ispiratissimo e floydiano come non lo è mai stato, un sapore unico che solo Rage For Order sa dare.
Ma il vero dolore, il sacrificio umano senza ricorrere a mezzucci blasfemi, deve ancora giungere. Ed è London che a voce bassa splende uno stato da rianimazione latente, una sferzata di aria del doppio assolo ed il tutto diviene molto più power, non epico, ma molto atmosferico. La voce sale, i sogni si realizzano in un luogo per noi nuovo ma molto ben raffigurato dai cinque, gli scatti delle chitarre continuano come colpi di pugnale diretti al petto, il sacrificio non è terminato.
Screaming In Digital (curiosità: si apre con un synth utilizzato anche dagli Slipknot praticamente 15 anni dopo), anch’essa con un tempo intricatissimo ed un basso “effettizzato” allo sfinimento, vuole a tutti i costi sporgersi nel futuro: complesso e coraggioso come brano, cupo e sanguinante senza essere ruffiano, presenta un assolo ben delineato in classico stile heavy, il tutto ripreso in I Will Remember, un brano acustico con un refrain struggente, in cui l’amarezza di Geoff si intreccia con i riff che amplificano il proprio urlo.
Un album da non perdere, consigliata la versione rimasterizzata in cui è presente anche Gonna Get Close To You 12” version, The Killing Words (totalmente stravolta e molto più intimista) e Walk In The Shadows versione live (ancora più catchy dell’originale) ed una versione acustica di I Dream In Infrared.