Voto: 
7.0 / 10
Autore: 
Edoardo Baldini
Etichetta: 
Autoproduzione
Anno: 
2004
Line-Up: 

- Luca Nepi - voce

- Alessandro Paddeu - chitarra

- Fabio Nepi - chitarra

- Luca Monni - chitarra e backing vocals

- Giorgio Nardi - basso

- Alessandro Cortellesi - batteria




TRACKS:

1. Two Steps Towards A Dark Reality... (02:20)

2. ...(To) Admire My Black Universe (08:11)

3. Signs Of Chaos (10:04)

4. Requiem For A Dream (The Betrayal Of Illusion) (10:41)

5. Believe In Suffering (07:47)

Tracklist: 
Butterfly Noir

Lies Beneath the Illusion

I Butterfly Noir, da Ascoli Piceno, dopo aver pubblicato la demo omonima nel 2002, ritornano a stupire positivamente con il loro Progressive Metal estremo, in cui la melodia delle chitarre acustiche si fonde con uno screaming abbastanza efficace in alcune parti. Lies Beneath the Illusion, formata da cinque tracce e dotata di un booklet professionale pur essendo autoprodotta, sorprende sia per il song-writing evoluto e raffinato, sia per il sound alla Opeth ben costruito e adeguato al contesto negativo dell’opera.

L’introduzione Two Steps Towards a Dark Reality... è una classica strumentale acustica con un duetto di chitarre, che creano un’atmosfera dolce e rilassante, proprio come in parecchi stacchi della band svedese; le stesse chitarre ricompaiono anche all’inizio del secondo brano, descrivendo accordi cupi e inquietanti. E’ solo il preludio all’imponente …(to) Admire my Black Universe, di otto minuti di lunghezza: la voce in clean è acuta e piena, stagliandosi sul muro delle elettriche, purtroppo non registrate ottimamente, ma ben elaborate nelle risposte armoniche.
Spunti e influenze Thrash si possono ricercare sia nella voce, spesso urlata o in profondo growl, sia nella batteria, violenta e impetuosa in numerose sezioni, come nella terza mastodontica Sign of Chaos, di dieci minuti. Nonostante l’aggressività dei riffs disegnati, un valido tema acustico centrale spezza momentaneamente il ritmo, preparando più riprese successive, caratterizzate da assoli coinvolgenti e malinconici.

Requiem for a Dream (the Betrayal of Illusion) lascia trasparire le sonorità dimenticate e meste degli Agalloch, in cui una voce femminile acuta e quasi lirica impreziosisce le distensioni melodiche di sottofondo, preparando una contorta apertura con doppia cassa di sottofondo e timbri maestosi e oscuri: l’espressione del cantato diviene più espressiva, per sfociare in uno screaming sì grezzo ma sicuro.
L’ultimo pezzo, Believe in Suffering all’inizio è tipicamente Black Metal, con una batteria velocissima a tratti e con urla demoniache, mentre in sottofondo sono percepibili le chitarre acustiche, le partiture per basso e fugaci assoli; diviene rilevante anche l’apporto delle tastiere, suonate da Alessandro Del Vecchio (Time Machine, The Edge Forever), a concludere un buona uscita discografica, troppo penalizzata dalla produzione a tratti deludente, ma costituita da cinque lunghi brani, complessi nei cambiamenti tematici e contraddistinti dall’ampio impiego della chitarra acustica.

Attualmente numerose bands cercano di esibire un Progressive portato a livelli estremi, unendolo a composizioni Death/Black Metal e realizzando un connubio sognante e impetuoso: spesso si rischia di cadere nel banale, se la struttura di ciascuna traccia non è ben concepita, ma non è il caso dei Buttefly Noir, che si in futuro potranno distinguersi nel panorama underground italiano per le loro abilità compositive.

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