- Announcer - Voce, Basso
- Illusionist - Tastiera
- Lion Tamer - Chitarre
- Juggler - Batteria
- Knife Thrower - Chitarre
Guest:
- Acrobat - Violoncello, Voce Femminile
1. Retrospection
2. The Force of Your Heart
3. Unholy Divine
4. Little 15
5. Crime
6. So Silent
7. Thor's Message
8. Endless Night
9. Lovelorn
Frozen Circus
Gli Eternal Deformity sono una band polacca formatasi a metà anni '90 come complesso Doom Metal: una primitiva incarnazione da cui il gruppo odierno ha ereditato solamente una parte della line-up ed il pacchiano moniker, poiché che allo stato attuale delle cose il complesso possiede un suono decisamente ameno e sperimentale, lontano da facili classificazioni e privo di qualsivoglia legame con il genere suonato ad inizio carriera dal quintetto della Slesia.
Nonostante siano autori di un discreto numero di dischi, il vero banco di prova per il gruppo est-europeo risulta essere proprio questo “Frozen Circus”, il primo platter ad essere pubblicato da un' etichetta di provato valore qual è la nostrana Code666, con cui gli Eternal Deformity hanno firmato un contratto per tre album.
Tematicamente e visivamente la prima impressione è quella di trovarsi di fronte ad una band profondamente influenzata dagli Arcturus dell'epoca “La Masquerade Infernale” (in "Frozen Circus", titolo e copertina, le maschere e vestiti delle foto, perfino i nickname dei musicisti, hanno tutti uno stesso filo conduttore), mentre a livello sonoro troviamo come il gruppo mescoli atmosfere e riffing vicine al Gothic Metal, influenze Progressive Metal e arrangiamenti sinfonici e barocchi, legati a doppio filo a quell'ambientazione circense e teatrale che il gruppo propone a livello d'immagine; le corpose evoluzioni (anche soliste) delle tastiere sono quindi un accompagnamento fondamentale al Metal accattivante proposto dalle graffianti e dinamiche chitarre, peraltro anch'esse sempre ben disposte a gettarsi in rapidi assoli in cui emerge la buonissima preparazione tecnica degli Eternal Deformity – pur trattandosi di un disco con dei tratti estremi, le composizioni finiscono spesso per tuffarsi nel Metal melodico, con momenti calmi, ammiccanti od orchestrati a dare respiro alle strofe, solitamente aggressive e velocemente ritmate; il cantato si alterna tra lo screaming d'ordinanza (rauco ma non particolarmente violento) e i più armoniosi interventi della voce pulita: entrambe le interpretazioni sono affidate al bassista Przemysław “Announcer” Kajnat, coadiuvato da una vocalist femminile in occasione della bella (e ruffiana) “Unholy Divine”, traccia che contribuisce all'ottima resa di un inizio di disco impreziosito anche dalla trascinante “The Force of Your Heart” (in cui le tastiere sono a tratti dotate di un timbro tetro vicinissimo a quello presente su “Enthrone Darkness Triumphant” dei Dimmu Borgir) con parti di Metal orecchiabile a interrompere sezioni più cupe e angoscianti.
La tragicomica smielata di “Little 15” raffredda l'entusiasmo, con il resto del disco a districarsi tra sensazioni altalenanti: l'assai sbiadita “Thor's Message” tira addirittura in ballo i miti scandinavi, costringendo il finale di disco a salvarsi solo grazie alle raffinatezze della conclusiva, gotica “Lovelorn” (con pianoforti sintetici e violoncelli a calmare le acque prima degli ultimi assalti); in definitiva, le sensazioni sono positive, ma il suono estremamente patinato, dall'effimera profondità, e le melodie talvolta leziose incidono negativamente su un disco che vorrebbe fare dell'imprevedibilità la propria carta vincente – ai pur dotati Eternal Deformity manca, purtroppo, il vero colpo di genio che riesca ad aggiungere una 'terza dimensione' alla loro musica, portandoli ai livelli dei grandi dell'Avant-Metal: “Frozen Circus” rimane un buon disco di Metal gotico e progressivo, moderno e di facilissima assimilazione, che piacerà a chi apprezza il Metal che sappia coniugare un sicuro impatto ad una discreta ricercatezza.