- Chuck Ragan - voce, armonica e chitarra
1. The Boat (03:20)
2. For Broken Ears (03:43)
3. California Burritos (02:44)
4. Geraldine (04:04)
5. It's What You Will (02:58)
6. Do You Pray (03:04)
7. Don't Cry (02:37)
8. Symmetry (03:35)
9. Between The Lines (02:59)
10. Hearts Of Stone (03:10)
11. The Grove (02:52)
12. Do What You Do (10:42)
Feast or Famine
Torna a far parlare di sé il solo e unico Chuck Ragan, ex singer degli Hot Water Music che, dopo lo scioglimento della band statunitense, ha dedicato tutto sé stesso al suo nuovo progetto solista. Accompagnato nella sua avventura dalla fidata SideOneDummy Records, Chuck sondò il terreno alcuni mesi fa pubblicando Los Feliz, testimonianza live di una serata destinata a pochi intimi. I riscontri furono assolutamente positivi e Chuck acquistò così maggiore coraggio. Volendo sfruttare l’ondata di successo ottenuta da Los Feliz, la SideOneDummy decise che il primo studio album di Ragan sarebbe uscito nel mese di agosto, suscitando in questo modo ulteriore interesse nei tanti curiosi rimasti stupiti dal disco dal vivo. Esattamente il sette di agosto esce nei negozi Feast Or Famine, full lenght d’esordio del cantautore più Punk del mondo.
Come era facile intuire fin dalla nascita di questo progetto, a Chuck Ragan non importa proporre qualcosa di innovativo ed accattivante, al contrario forse dei suoi ex compagni di band, ora riunitisi sotto il nome di The Draft. L’avventura solista di Chuck vuole piuttosto riflettere le sue emozioni, i suoi pensieri ed il suo modo di vivere. Il cantautore si rifà ad una tradizione tutta americana, che parte da Peter Seeger e giunge fino a Bruce Springsteen, senza dimenticare l’onnipresente Bob Dylan. Durante i trentacinque minuti di Feast Or Famine rivivono gli splendidi paesaggi selvaggi di un Nord America incontaminato, lontano dal trambusto e dalla ripetitività delle grandi metropoli. E’ una sensazione bellissima quella che si prova ascoltando il disco, ancor più se ciò avviene in modo del tutto rilassato, quasi a voler staccare la spina da un mondo troppo frenetico.
Rispetto a Los Feliz, i suoni risultano qui più puliti ed i singoli brani ne guadagno ulteriormente. E’ anche l’opera nella sua totalità ad apparire più matura, merito forse di una maggiore consapevolezza da parte di Ragan. Lo stesso Chuck lascia da parte le cover di Los Feliz per soffermarsi meglio sui brani scritti di proprio pugno. Nonostante alcuni pezzi fossero presenti anche nell’album dal vivo, Feast Or Famine mantiene un fascino incredibile, quel fascino che soltanto la musica scritta con il cuore può possedere. Alcune tracce suscitano emozioni positive, ma, in linea di massima, il disco è sempre accompagnato da un leggero senso di malinconia. Il merito (perché di merito si tratta) è da attribuire all’incredibile timbro vocale di Chuck, oltre che al suono della sua inseparabile sei corde, a cui talvolta si aggiungono una seconda chitarra ed un’armonica.
Prodotto da Ted Hutt, Feast Or Famine si rivela senza dubbio una delle più piacevoli sorprese di questo 2007. Prima dell’uscita di Los Feliz nessuno si sarebbe aspettato un lavoro di questo tipo da Chuck. E invece il cantautore di Gainesville ha sorpreso tutti, chiudendo in maniera definitiva con il passato ed aprendo un nuovo capitolo nella propria carriera artistica. Anche solo per pochi minuti, provate a fermarvi, mettete da parte ogni preoccupazione e godetevi Feast Or Famine, perché, credetemi, difficilmente tornerete indietro.