- Daisuke Han - voce
- Maximum the Ryou - chitarra, voce
- Ue-chan - basso, voce
- Nao - batteria, voce
1. Bu-ikikaesu!! (03:54)
2. Zetsubo Billy (03:44)
3. Kuso Breakin No Breakin Lilly (04:16)
4. Louisiana Bob (03:40)
5. Policeman Benz (04:09)
6. Black Power G Men Spy (02:27)
7. Akagi (02:16)
8. Kyokatsu (03:36)
9. Bikini Sports Ponchin (03:56)
10. What's Up, People?! (04:10)
11. Chu Chu Lovely Muni Muni Mura Mura Purin Purin Boron Nururu Rero Rero (03:06)
12. Shimi (04:17)
13. Koi No Mega Lover (05:27)
14. Bonus Track (00:23)
Bu-ikikaesu
Quinto album per i folli giapponesi Maximum the Hormone, il travolgente Bu-ikikaesu è per metà una raccolta delle migliori tracce uscite nei vari single e maxisingle in questi due anni di pausa (What's Up, People?!, Akagi e Black Power G Men Spy sono del 2005, Koi No Mega Lover e Louisiana Bob del 2006), e per l'altra metà una manciata di pezzi inediti.
Inoltre la band, nel frattempo, ha guadagnato una maggiore popolarità in Giappone (grazie al già citato singolo Koi No Mega Lover, una sorta di hit dell'estate 2006) ma soprattutto una recentissima grossa popolarità internazionale, grazie all'inserimento di due pezzi come opening ed ending theme del popolare anime Death Note (la "vecchia" What's Up, People?! come opening, e l'appositamente scritta Zetsubo Billy come ending).
Date queste premesse, l'album non poteva non essere una delle migliori uscite di sempre del combo (per ora inferiore forse solo all'album Kusoban, del 2004).
Opening sparata e folle lasciata alla quasi-title-track Bu-ikikaesu!!, nel puro stile della band, con riffing hardcore a ritmo di marcia, basso funk slappato, stop-and-go, ed escursione melodica (con evidenti sfumature alla Mike Patton) nel j-pop.
Segue Zetsubo Billy, che alterna melodie emo (con voce prima maschile -di Maximum the Ryou- e poi femminile -della batterista Nao-) ad esplosioni hardcore-screamo (con voce di Daisuke); i richiami ai Breaking Benjamin si fanno sentire nel chorus, ma nel complesso il pezzo da solo può tranquillamente spazzare via la totalità dei singoli emo-core americani usciti nell'ultima stagione musicale, sia a livello melodico che a livello ritmico (con le acrobazie azzeccatissime del drumming).
Un carillon introduce lo ska violentato di Kuso Breakin No Breakin Lilly, interrotto da scariche di furia omicida così come da melodie vocali femminili (supportate da scossoni ritmici e cori punk-rock); proseguono su questi binari di crossover stilistico anche Louisiana Bob (con anche una pausa tribale sulla quale la voce recita dei mantra pellerossa, oltre agli inserti ska-punk-pop e metalcore), Black Power G Men Spy (con il basso di Ue-chan slappato come nel Flea più furibondo), Akagi (scelta nel 2005 come ending theme dell'anime Toupai Densetsu Akagi, è un hardcore tirato a mille con forti innesti funk ed emo), Kyokatsu (ancora basso funk furioso, escursioni melodiche a metà tra emo e j-pop, hardcore "classico", e dei cori pirateschi a sigillare il tutto) e Bikini Sports Ponchin (uno dei vertici dell'album: stop-and-go, basso di una violenza quasi industrial, riffing da pugni nello stomaco, ritmiche schizoidi con Nao ancora una volta fenomenale, comparsate di melodie vocali femminili in contrapposizione a quelle maschili di Ryou e allo screamo di Daisuke, escursione dance-metal in stile primi Static-X con cori vocali hardcore - che volere di più?).
What's Up, People?! ci mostra invece la band mai prima d'ora così vicina ai System of a Down (quelli più hardcore), tra esplosioni ritmiche, colpi slap al basso, parti vocali distorte e schizofreniche, trascinanti progressioni armoniche nel chorus, micidiale stacco in screamo a due terzi, e una coda in climax verso la follia pura.
C'è ancora spazio per la demenziale Chu Chu Lovely Muni Muni Mura Mura Purin Purin Boron Nururu Rero Rero (Oi! e hardcore melodico mescolati al crossover-rock e al j-pop più infantile) e per la sua antitesi-nemesi Shimi (incredibile violenza hardcore alternata a voci melodiche femminili ispirate dal folk orientale, cadenze lente e da incubo alternate a ritmiche sparate a diecimila), prima della chiusura con l'assurdo crossover stilistico di Koi No Mega Lover, in cui convergono dance-pop, j-rock, metalcore, e influenze vocali ora jamaicane ora alla System of a Down, e la cui incredibilmente liscia transizione da chorus dance-pop a riffing metal omicida resta uno dei migliori esempi del talento della band nel far suonare perfettamente naturali accostamenti musicali apparentemente impossibili.
In conclusione, un must per chiunque voglia provare qualcosa di nuovo, vuoi per la curiosità (contaminare l'hardcore in modo così folle non è da tutti) vuoi per la noia che ormai suscita gran parte della scena americana (eh già, molti "colleghi" a stelle e striscie avrebbero solo da imparare da acts come questo).