- Devin Townsend - tutti gli strumenti, voce, campionamenti
1. ZTO
2. By Your Command
3. Ziltoidia Attaxx!!!
4. Solar Winds
5. Hyperdrive
6. N9
7. Planet Smasher
8. Omnidimensional Creator
9. Color Your World
10. The Greys
11. Tall Latte
Ziltoid the Omniscient
Il 2007 rappresenta una svolta decisiva nella vita di Devin Townsend, geniale e prolifero musicista, cantante, compositore e produttore canadese, che nel corso degli ultimi dieci anni e più ha diviso la sua mente tra il metal rabbioso e psicopatico degli Strapping Young Lad e il progressive sperimentale e intellettuale della sua band solista.
Ma ecco che d’un tratto (non si tratta della prima volta in realtà) arriva l’annuncio dello scioglimento di entrambe le band, seguito a breve dall’uscita di Ziltoid the Omniscient, primo album del nuovo corso della carriera musicale di Townsend, che ha deciso di abbandonare le precedenti collaborazioni per indirizzarsi verso progetti completamente solitari. Infatti, se già l’eclettico musicista aveva rappresentato la mente delle due band, in questo caso lo vediamo alle prese con tutta la realizzazione del disco, registrato e prodotto nella sua casa nel corso di quattro mesi; batteria e percussioni sono state campionate con l’uso di Drumkit From Hell, l’ultimo software della Toontrack sviluppato e utilizzato da Tomas Haake dei Meshuggah.
Il nuovo disco si rivela dunque il risultato dell’esperienza musicale di Townsend con entrambe le band, dalla violenza devastante degli SYL alla raffinatezza elettronica della Devin Townsend Band, pur senza essere privo di elementi peculiari; in particolare, l’aspetto che più di ogni altra cosa contraddistingue Ziltoid The Omniscient è l’assurdità dell’atmosfera che si sviluppa dall’inizio alla fine del concept, che narra la storia dell’alieno Ziltoid che, deciso a conquistare la Terra, chiede come ultima condizione una tazza di caffè; naturalmente il caffè non sarà però di suo gradimento, e la surreale lotta tra l’alieno e l’altrettanto assurdo difensore della terra Captain Spectacular sfocia in un finale folle e geniale.
Follia e genialità, ecco ciò che emerge dal disco, in particolare nel tono dissacrante e irriverente (che ricorda in diversi tratti e anche in alcune tonalità vocali la storica accoppiata Frank Zappa & Captain Beefheart, anche se l’allievo è ancora lungi dal superare i maestri...) con cui Townsend affronta la storia surreale con un’interpretazione teatrale, epica ed emozionante, a cui si alternano narrazioni sguaiate ed eccentriche; le linee vocali sono forse l’aspetto che più di ogni altra cosa lascia esterrefatti di fronte alla perizia di Townsend, che spazia nel corso del disco attraverso una gamma inverosimile di toni, dal growl al sussurro, dallo screaming ai vocals epici, supportato da una sezione strumentale mutevole e complessa che lascia ogni volta di sorpresa di fronte alle sferzate che assume nello svolgersi dell’opera, e costruita prevalentemente mediante l’accostamento dei riff tipici di Devin con inserti di sintetizzatore sognanti e progressivi. Impossibile fare un paragone musicale efficace se non con i passati lavori di Townsend, e Ziltoid The Omniscient, lontano dalla furia nichilista del capolavoro City, può essere considerato un ammorbidimento del sound dell’ultimo The New Black, e amplificazione dei suoi accostamenti azzardati, uniti al tono distaccato e sognante di Synchestra.
Il lato più malvagio ed opprimente della mente di Townsend è però sempre presente nel drumming apocalittico, che rappresenta al tempo stesso un pregio e il principale difetto dell’album: non pago dell’operato della “macchina umana” Gene Holgan, Devin ha infatti voluto osare tempi impossibili con l’impiego dell’elettronica (altra analogia con Zappa, che con l’uso del synclavier si configura come uno dei pionieri della musica campionata) che se da un lato si rivela perfettamente integrato nell’atmosfera, dall’altro risulta, soprattutto sul lungo termine, freddo e fastidioso.
Le divisioni delle tracce sono piuttosto superflue, ed il disco può essere considerato come una continua evoluzione musicale, che tocca i momenti migliori nelle sorprendenti sferzate elettroniche della psicopatica By Your Command, semplicemente perfetta nell’architettura ritmica degli ultimi tre minuti, che accompagna vocalizzi veramente ispirati e fluttuanti tappeti di sintetizzatori, e in Solar Winds, alla cui introduzione sguaiata è contrapposta una sublime interpretazione vocale, che rientra nel lato più dolce ed emozionante della voce schizofrenica di Townsend, per poi evolvere verso sferzate di chitarra e un climax discendente verso tempi cupi e ossessivi; ottima anche N9, un continuo mutamento dai toni iniziali molto Strapping Young Lad alla conclusione marziale ed arabeggiante, passando per vocals eterei, dolci cori e un assolo folle e contorto; semplicemente sorprendente è poi il toccante intermezzo elettronico Hyperdrive, ulteriore indicatore della genialità di Townsend.
I pezzi finali approfondiscono il discorso mantenendosi su toni simili e ottimi livelli qualitativi, e sebbene in alcune parti si faccia sentire una certa prolissità è sempre pronto dietro l’angolo un elemento del tutto inaspettato che ricattura l’attenzione.
Ziltoid The Omniscient è dunque un disco che non fa che confermare la genialità a dir poco eccentrica di mister Devin Townsend, che indaga nel lato più divertente della sua personalità; il risultato, tenendo anche conto che nessuna persona ha messo le mani nell’opera dall’inizio alla fine, è sorprendente, e il disco si colloca qualche gradino sotto all’eccellenza prevalentemente a causa della resa non perfetta del drumming campionato e del carattere parecchio autocitazionistico del songwriting. Nonostante ciò il disco è il modo migliore per inaugurare il nuovo corso della carriera di Townsend, un disco che sorprende dall’inizio alla fine e non lascerà assolutamente deluso chi apprezza la musica di questo straordinario personaggio.