- Martin LeMar - voce
- Rainer Grund - chitarra
- Oliver Schwickert - tastiera
- Chris Doerr - basso
- Tom Diener - batteria
Guests:
- Jenny Klos (Cheeno) - voce su The Market Of Umbra e su Not From This World
- Vivien Lalu - tastiera su Not From This World
1. Man Without A Name (00:46)
2. Amnesia (06:33)
3. Pain (03:25)
4. The Eve Suite (09:00)
5. The Market Of Umbra (04:48)
6. Not From This World (04:14)
7. Eye For An Eye (00:59)
8. Irreversible (04:56)
9. Distant Murmurs (05:31)
10. Rebirth (05:44)
11. Human Device (05:45)
12. The Trials Of Man (17:00)
Mirror Of Creation 2: Genesis II
I progesters tedeschi Tomorrow’s Eve giungono nel 2006 alla terza pubblicazione con il seguito del precedente Mirror Of Creation: il secondo capitolo, Genesis II, si riallaccia totalmente al già convincente sound presentato nell’esordio del 2003, ma la produzione è sicuramente più professionale, grazie all’intervento economico della finlandese Lion Music, sempre capace di scoprire nuove interessanti realtà del panorama europeo.
Dopo aver supportato in tour artisti come Paul DiAnno e Ryo Okumoto (celebre tastierista degli Spock’s Beard), la formazione capeggiata dal cantante Martin LeMar confeziona un disco di Progressive Metal tecnico, alquanto riferibile alla tradizione dei connazionali Vanden Plas o di altri storici acts europei, quali Mind’s Eye o Andromeda.
Il sound infatti è corposo e ben strutturato nelle dodici canzoni che formano il lungo album, aperto dalla seconda traccia Amnesia, un mid-tempo coperto dalle distorsioni delle chitarre e dalle sovrapposizioni delle voci, coinvolgenti e concepite efficacemente. Tecnicamente impeccabili, i Tomorrow’s Eve non brillano di certo per originalità, ma questo è un fattore assolutamente tipico delle nuove proposte Progressive Metal: i buoni giochi delle melodie e le alternanze tra momenti più intensi ed altri di quiete però garantisce la buona riuscita di un disco preparato dopo un’attenta analisi dei punti di debolezza del predecessore.
Pain è una traccia più aggressiva nell’approccio ritmico, più corposa e maestosa nella sua apparenza, ma non rammentabile come una delle più valide del platter. The Eve Suite invece sa stregare gli ascoltatori per nove minuti, con la sua atmosfera derivata dagli Shadow Gallery dell’ultimo V, dotata di pianoforti che, parallelamente alle chitarre, costituiscono un tessuto musicale ben calibrato sul quale le voci dominano incontrastate. Martin LeMar sa adattare con padronanza la sua espressiva voce, potente e determinata nei passaggi sostenuti quanto melodica e posata nelle fasi più sommesse di tastiera.
Nell’opera si susseguono pezzi accessibili come The Market Of Umbra, elegante nel suo alone orientato sui meandri dei Pain Of Salvation, o l’inusuale Not From This World, sulle quali interviene la voce femminile di Jenny Klos dei Cheeno che rende sognante e raffinata l’intera composizione. Non mancano neppure episodi più oscuri come Human Device, memore dei migliori Evergrey, che testimonia un’altra delle tante facce dei Tomorrow’s Eve su questa terza uscita discografica: le parti di tastiera sono eccezionali, contorte ed intricate nel loro incedere, incisive e complesse. La lunghissima The Trails Of Man conclude il disco senza far eccessivamente perdere colpi alla formazione tedesca, anche se l’evoluzione della colossale traccia a volte può risultare monotona e priva di bagliori.
In definitiva, un lavoro più che egregio da parte dei Tomorrow’s Eve, che compiono un ulteriore passo nella propria carriera, adottando un timbro non tanto personale, quanto ben suonato e costruito: si consiglia pertanto Mirror Of Creation 2: Genesis II a chi ami le sonorità Progressive della scena europea e scandinava, nonché di acts d’oltreoceano come i validissimi Shadow Gallery. I Tomorrow’s Eve stanno migliorando il proprio registro stilistico e, grazie anche al contratto con la Lion Music, sapranno tornare in futuro con album ancora più esaltanti di questa buona uscita.