- Tommy Karevik - voce
- Johan Liefvendahl - chitarra
- Andreas Söderin - tastiera
- Andreas Blomqvist - basso
- Johnny Sandin - batteria
1. Star Of David (05:13)
2. Taint The Sky (06:24)
3. Waiting In The Wings (09:18)
4. Banish The Wicked (05:36)
5. Not An Angel (06:44)
6. Devil's Inc. (07:14)
7. Walking Tall (04:20)
8. The Edge Of My Blade (06:32)
9. Pieces (04:27)
Waiting In The Wings
Altra novità nel panorama Progressive svedese questi Seventh Wonder, quintetto che dal 2000 al 2006 ha realizzato due demo e l’album d’esordio Become. Giunti alla seconda pubblicazione per Lion Music, tale Waiting In The Wings, i cinque di Stoccolma riescono a costruire un song-writing di buon effetto, che si compone di canzoni lente e veloci, impetuose e delicate, lunghe e corte, testimonianza delle buone idee in possesso della band.
Nelle nove tracce che formano Waiting In The Wings viene esibito un Progressive Metal tecnico e allo stesso tempo raffinato, che non disdegna di parte della produzione più aggressiva sia nord-europea che americana.
L’opener Star of David non appassiona completamente, nonostante si rifaccia parecchio allo stile di Vanden Plas e Threshold nel suo andamento ritmato e potente: la voce del nuovo cantante Tommy Karevik, che ha rimpiazzato Andi Kravljiaca, è provvista di una buona estensione, sapendosi distinguere in tutti i passaggi, dai più acuti a quelli più distesi. Sicuramente più coinvolgente è la seconda Taint The Sky, delineata nei temi di tastiera e nei costanti riff di chitarra, che sanno conferire qualche colore in più alla composizione, sebbene prive di personalità ed innovazione. Non originali infatti le scelte attuate dai Seventh Wonder che, pur mostrando doti tecniche discrete, non riescono a discostarsi dal calderone di bands Progressive sorte in Europa dopo gli insegnamenti dei vari Vanden Plas e Pain Of Salvation.
Tuttavia, non mancano ottime sezioni come quelle presenti nell’intricata title-track, lunghissima canzone dalla struttura interessante e dai riff più elaborati e complessi, vicini anche ad un’attitudine Progressive Rock più ricercata e mai emulata nuovamente sul secondo platter del gruppo svedese. Le aperture melodiche cullano l’ascoltatore in questo episodio che alza le sorti di un album non certamente perfetto: anche Banish The Wicked, nonostante la falsa partenza alquanto banale, si sviluppa con un feeling più tenebroso che si ricollega alla tradizione dei connazionali Pain of Salvation e Mind’s Eye, senza comunque raggiungere livelli d’eccellenza come quelli toccati dalle sopra citate formazioni Progressive.
Ai limiti del Power/Progressive Metal più tecnico è la successiva Not An Angel, capitolo da dimenticare per la sua direzione scontata: sembra quasi che i Seventh Wonder si adattino meglio a comporre strutture lunghe, come Devil’s Inc., che valorizza le buonissime idee sia del cantante sia degli strumentisti, capaci di tessere architetture di elevato spessore artistico.
Nel finale di Waiting In The Wings, il gruppo si esibisce in melodie ricercate che culminano nella variegata The Edge of My Blade, appassionante traccia dal ritmo altalenante e dai patterns di batteria conformi al contesto.
Per concludere, non una prova eccelsa da parte dei Seventh Wonder, ma pur sempre una discreta uscita che si aggiunge alla miriade di pubblicazioni Progressive che dilagano nella scena odierna. Consigliato agli amanti delle sonorità più legate a Threshold et similia, che rimarranno soddisfatti per le scelte stilistiche adottate dal quintetto svedese, non di certo nuove ed esaltanti, ma allo stesso modo degne di nota.