Cari amici e lettori di RockLine.it, è stato un decennio intenso quello che si è concluso da poco.
Rispetto agli anni '90 ci sono state meno innovazioni da un punto di visto numerico, meno capisaldi che dettano nota per nota un'intera scena e soprattutto meno fenomeni generazionali come lo furono il punk '77 o il grunge. Ma non per questo non sono usciti album memorabili.
Per qualcuno forse è già un decennio inferiore ai precedenti, quantitativamente e (forse) qualitativamente parlando, ma questo è un discorso che va avanti da tempo immemorabile. Puntualmente ogni volta che un decennio musicale finisce, si rimpiangono quelli precedenti, visti come "più ricchi" ed "espressivi", salvo poi rivalutarlo col tempo e riscoprire una buona dose di capolavori perduti. Prima si dicevano peste e corna degli anni '90 e prima ancora era tabù menzionare gli anni '80, che invece al giorno d'oggi sono quasi intoccabili; e forse un giorno toccherà anche ai 2000s.
Diamo quindi tempo al tempo e vediamo ciò che di buono fino ad ora il decennio ci ha proposto, allargando le nostre vedute e scoprendo realtà nuove e meritevoli che magari prima non conoscevamo e aspettano solo di essere ascoltate.
Noi dello staff di RockLine.it vi proponiamo intanto una selezione dei dischi che abbiamo ritenuto fra i più caratterizzanti e significativi a livello espressivo, ma anche originali e innovativi, di questo decennio. La cernita è stata effettuata sommando le varie preferenze stilate all'interno della redazione, mediando tra l'importanza dei dischi e la propria sensibilità personale che non è stata lasciata da parte. L'ordine è unicamente cronologico di uscita e non rappresenta una classifica "dal primo all'ultimo". Oltre ai titoli più citati, quelli che hanno riscosso maggiore consenso, sono state aggiunte anche alcune menzioni singole favorite dai redattori, per ampliare la rappresentatività e fornire anche alcuni spunti più settoriali.
Buona lettura e buoni ascolti!
lo Staff di RockLine.it
BEST OF THE DECADE
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Godspeed You Black Emperor! - Lift Your Skinny Fists Like Antennas to Heaven (2000) Il post-rock anni 2000 viene rappresentato con questo monumentale monolite dei Godspeed You Black Emperor! in cui il genere viene dilatato e aggiornato mediante istanze progressive, sicuramente la maggior influenza sul genere in questo decennio (perfino pezzi da 90 come Mono e EitS hanno dei debiti con questo disco, figuriamoci gli altri). Se i Mogwai ne avevano istituzionalizzato certi topòi negli anni '90, sono i canadesi a darne l'interpretazione più originale e convincente degli anni 2000, con il lavoro di maggior valore e di maggior peso nello scenario post-rock del nuovo millennio.
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(2000) Amon Tobin - Supermodified Multisfaccettata, caleidoscopica ed eterogenea pietra miliare ricca di espressività e di flessibilità. Assieme a drukQs di Aphex Twin, Supermodified è il lavoro più rappresentativo dell'elettronica intelligente contemporanea, proprio a causa della sua strabiliante varietà stilistica e per la sua profondità espressiva. |
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Deftones - White Pony (2000) Il canto del cigno dell'alternative-metal anni '90 (assieme a Toxicity), con White Pony è stato perfezionato ad arte uno stile in modo inedito e rivitalizzatore, al punto che il disco svetta sul filone anche complessivamente e rispetto alle pietre miliari del passato. Una delle ultime testimonianze di un certo livello di un ambito giunto alla stagnazione (e con pochi eredi ispirati e qualitativamente significativi, come i Passenger o i Taproot).
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(2000) Radiohead - Kid A Erano uno dei gruppi più rilevanti, influenti e mediaticamente importanti della scena pop/rock alternativa inglese, anche più di molti celebrati esponenti del fenomeno britpop... eppure i Radiohead col cambio di decennio hanno stravolto la loro musica spiazzando critica e pubblico. Simbolo del folgorante cambio di rotta di Yorke e soci oltre che disco seminale per le future evoluzioni della corrente indietronica, Kid A è uno spartiacque assoluto del rock elettronico del 2000 e un'opera dal valore estetico/artistico non trascurabile. |
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Tool - Lateralus (2001) Dotati di uno degli stili induscitibilmente più personali e innovativi, con Lateralus i Tool hanno realizzato quello che lo staff di Rockline ha consacrato come miglior disco di rock "duro" del decennio - e in ogni caso miglior disco dei Tool, con poco da aggiungere. Testamento dei Tool e opera imprescindibile per tutto lo scenario alternative (rock e metal) che si è venuto a sviluppare di lì a pochi anni e che tuttora risente fortemente delle invenzioni di Keenan e soci immortalate in quel capolavoro del 2001, Lateralus è un concept-album in cui le tracce formano un unicum compatto e fluiscono l'una nell'altra occupando 80 interi minuti di musica. La voce di Keenan è camaleontica e adattabile alla perfezione nel costruire le atmosfere più azzeccate per le soluzioni sonore di chitarra e basso. In più, un'abbondante e continua dose di effetti onirici sui cupi fraseggi chitarristici di Jones getta sulle composizioni quell'aura di mistero, di enigma, di irraggiungibile, tramite la quale sembra di recepire la musica provieniente da un'altra galassia. Le atmosfere che creano i Tool in questo disco sono uniche e difficilmente rintracciabili altrove. |
(2001) cLOUDDEAD - cLOUDDEAD Progetto fumoso, onirico, spaziale, visionario. L'omonimo disco dei cLOUDDEAD è un mesmerizzante caleidoscopio di sensazioni, umori e improvvisi cambi di registro anche nello stesso passaggio, la forma canzone è negata, i beats rallentati e diluiti per far sfondo a eterei tappeti ambient ed infiltrazioni elettroniche in accompagnamento a vocalismi multiformi e bizzarri (da rap sussurrato a scioglilingua schizoidi). Si tratta del disco hip-hop più originale da qui ai primi anni '90 e ha definito se non inventato l'abstract hip-hop, oltre che dato il La ad un'ondata di artisti alternativi (fra hip hop, indie e musica sperimentale) riunitisi principalmente nel collettivo dell'etichetta Anticon.
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Opeth - Blackwater Park (2001) Fra i gruppi metal più innovativi e influenti degli ultimi venti anni, gli Opeth all'interno della musica metal sono riusciti a tramutare, nel bene o nel male, lo stereotipo del progressive death metal proiettandolo come (attualmente) musica di consumo. Probabilmente i loro capolavori sono i dischi precedenti degli anni '90, ma Blackwater Park è l'album che ne ha sancito la supremazia in ambito estremo anche nel nuovo millennio e che li ha consacrati definitivamente a livello internazionale, rendendo la loro musica accessibile ad un pubblico ampio ed eterogeneo.
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(2001) System of a Down - Toxicity Enorme impatto mediatico e grande forza espressiva rendono tuttora Toxicity una delle pagine più importanti del rock alternativo internazionale. Senza il capolavoro dei System of a Down tutto l'ambiente crossover/nu-metal non sarebbe mai stato lo stesso. Fluido, compatto, diretto, Toxicity coniuga perfettamente le follie schizoidi alle raffinatezze melodiche, sposa la violenza all'emozione; è estremamente originale, compatto e ispirato rispetto alla stragrande maggioranza delle release ad esso contemporanee e la sua uscita dà un deciso scossone al panorama musicale mondiale di inizio millennio.
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Fennesz - Endless Summer (2001) È del 2001 il capolavoro di Christian Fennesz, nome di punta della corrente glitch e artista dal fascino incommensurabile. Endless Summer rappresenta il cuore più intimo e fragile della musica d'avanguardia del 2000, un ineguagliato punto d'equilibrio tra esplorazione sonora e vena romantica.
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(2001) Toby Dammit - Top Dollar Un album indefinibile ed estrememente originale, una sorta di calderone di qualsiasi genere esistente al ritmo di dance post-industriale percussiva.
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Aphex Twin - drukQs (2001) L'opera più completa, sperimentale e ricercata di Richard D. James, drukQs è l'espressione definitiva - e colossale - del suo genio elettronico, nonchè uno dei massimi manifesti dell'IDM contemporanea.
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(2001) Radiohead - Amnesiac I Radiohead sono l'unico gruppo a esser citato due volte, giacché quest'album è molto diverso ma ugualmente spiazzante: non potevamo scordarci di Amnesiac, concepito assieme a Kid A, formando un binomio di dischi influenti ciascuno praticamente a sé come stile. In Amnesiac rispetto al predecessore c'è una vena più rock e spigliata in alcuni brani che si sposa a meraviglia con la drammaticità post-industriale delle tracce più elettroniche, accanto a rivisitazioni psichedeliche e infiltrazioni jazz. In definitiva, due pietre miliari di malinconia e atmosfere dolenti, nonché dei turbinii di riflessioni emotive su questa società.
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Queens of the Stone Age - Songs for the Deaf (2002) Questo disco ha conquistato pubblico e critica, grazie alla sua freschezza e all'alchimia dei singoli musicisti. Il gradimento e l'originalità dimostrate stanno principalmente nell'aver portato lo stoner alle masse in una formula perfetta e vincente.
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(2002) The Strokes - Is This It Uno dei gruppi simbolo del movimento revival nel rock anni 2000, un gruppo che ha dato il botto commerciale al movimento nato e ispirato la scena americana a tutta una serie di gruppi venuti successivamente, rinvigorendo l'impatto che il garage rock e il caro vecchio rock'n'roll avevano.
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Libertines - Up the Bracket (2002) Ripescando nel passato recente della loro adolescenza il meglio che la musica d'Albione ha saputo offrire all'ascoltatore nei decenni che li hanno preceduti (il punk nevrotico dei Clash, i jangle chitarristi degli Smiths, le melodie pop degli Only Ones), Pete Doherty e Carl Barat, giovani di belle speranze della nuova generazione brit, si infilano i loro jeans strappati, indossano un paio di luride Church's e riportano il garage-rock inglese a quel primato che gli spetta di diritto. In risposta ai newyorkesi Strokes, con affetto e riverenza (ma non troppa). |
(2002) Wilco - Yankee Hotel Foxtrot Registrato fra il 2000 e il 2001 ma pubblicato solo nel 2002, questo è un album che testimonia alcuni dei maggiori cambiamenti nella corrente alt-rock/indie, sicuramente un ottimo esempio di com'è cambiato un po' tutto il filone e di come i Wilco sono cambiati dalle loro radici alt-country. Inoltre evade parecchio dal formato-canzone con strutture molto libere, a differenza di molti dischi dal sound simile che comunque sono venuti più che altro dopo, influenzati da questo.
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The Notwist - Neon Golden (2002) Uno dei dischi elettro-pop più ispirati e rappresentativi della decade, ricco di trovate sonore futuristiche tanto quanto di melodie emozionanti. Da alcuni visto come eccessivamente debitore dei Radiohead, il disco prosegue in realtà un discorso a sé e coerente, per una band partita da un indie-rock di matrice americana e via via emancipatasi; è forse la stessa svolta elettronica dei Radiohead ad essere stata influenzata dalle svolte precedenti dei The Notwist.
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(2002) Today Is the Day - Sadness Will Prevail Doppio album colmo di avventure stilistiche così come di violenza disperata che ridefinisce il potenziale del metal estremo, difficile trovare materiale di questo livello nei generi di riferimento. L'anatema estremo contro le masse, firmato Steve Austin: Sadness Will Prevail è l'inferno metal del nuovo millennio concentrato nella sua essenza più inquietante, sotterranea e concettuale.
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Sigur Ròs - ( ) (2002) Muovendo i primi passi con il capolavoro Ágætis byrjun nel 1999 fra lidi post-rock e scenari dream-pop, i Sigur Ròs han col tempo creato un sound che è diventato il loro trademark (e che è riuscito anche ad accedere al mainstream: significativo è stato il fatto che MTV usasse Hoppipolla come colonna sonora ufficiale). Un passo dopo il primo poetico vagito e un passo prima della sua definitiva esplosione. ( ) è la cruciale via di mezzo artistica dei Sigur Ros, in quanto approfondisce ed eleva il sound del precedente album in un linguaggio unico e irripetuto in tutto lo scenario pop-rock del 2000.
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(2002) Interpol - Turn on the Bright Lights Un ottimo rappresentante del revival new-wave che ha largamente caratterizzato il decennio, e qualitativamente è superiore ai vari Strokes e affini (comunque influenti) grazie alla sensibilità per atmosfere e stratificazioni intense. Il revival post-punk/new wave internazionale deve gran parte della sua fortuna al quartetto di New York, abile nel rievocare le atmosfere degli anni '80 e nel rielaborarle in ottica moderna, e per dirla breve, se oggi è pieno di indie-kids amanti del genere, è soprattutto grazie a loro.
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Zu - Igneo (2002) Uno dei gruppi più originali e creativi d'Italia, gli Zu suonano quello che è stato definito "jazzcore" (o hardcore jazz) e uniscono la carica, l'impeto, la frenesia dell'hardcore ad improvvisazioni, strutture, piglio e strumentazioni più tipicamente jazz. Sound esplosivo, cambi di tempo dinamici, duetti e stratificazioni di strumenti, forme compositive tendenzialmente "free" ed un pizzico di sperimentalismo rendono Igneo il capolavoro degli Zu ed uno dei picchi della musica italiana del decennio. Un nome come John Zorn (che comunque li ha influenzati) ne è rimasto folgorato, definendoli talmente potenti ed espressivi da cancellare gran parte delle uscite attuali. Un difetto? Gli album studio non rendono quanto i concerti dal vivo.
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(2002) Nile - In Their Darkened Shrines Anche se il brutal death metal è un genere che ha dato il meglio di sé negli anni '90, i Nile ne hanno sfornato una pietra miliare imponente e seminale che ha fatto scuola in un ambiente di nicchia, trascendendo i precedenti limiti. Una musica furiosa e brutale ma allo stesso tempo epica e a tratti poetica per quanto sia coinvolgente.
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Low - Trust (2002) Uno dei due o tre capolavori dei Low, e quindi in generale dello slo-core, a differenza della stragrande maggioranza dei dischi simili è ricco di variazioni stilistiche senza tradire però i significati di partenza; intenso come una sinfonia classica, va al di là delle tendenze per raggiungere una catarsi universale ed eterna.
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Comets on Fire - Field Recordings from the Sun (2002) Spettacolare psych-rock rumoristico e scatenato che vanta un sound perfettamente in linea con le varie tendenze noise, lo-fi e stratificate dei 2000 ma contiene la potenza dell'hardcore alla MC5; questo disco è un buon compromesso tra la furia grezza dell'esordio e le sperimentazioni jammistiche e più melodiche dei successivi. Un manifesto rock esplosivo. |
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A Perfect Circle - Thirteenth Step (2003) La consacrazione del progetto alternative rock/post grunge di Maynard James Keenan e Billy Howerdel. Se a livello puramente compositivo il disco è lievemente inferiore al precedente Mer de Noms, risultando un po' meno creativo e un po' più commerciale, in realtà complessivamente suona molto più maturo, personale, compatto ed emotivo; è soprattutto Keenan a superare se stesso, non solo regalando un'altra ottima prova vocale ma anche scrivendo testi ancora più intelligenti e poetici.
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(2003) The Blood Brothers - ...Burn, Piano Island, Burn Rappresentante eccellente per l'ambit post-hardcore/emocore/metalcore, il più folle e originale tra tutti i dischi del genere, assumendo il ruolo di una sorta di Calculating Infinity per gli anni 2000; sicuramente superiore sia ai popolari Killswitch Engage, influenti anch'essi ma molto più immediati e terra-terra, che agli altrettanto innovativi e influenti Converge, tuttavia più auto-indulgenti nelle dissonanze cerebrali (alla lunga un po' ostiche) e privi di quello stile post-moderno a collage che rende i The Blood Brothers più geniali.
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The Books - The Lemon of Pink (2003) Anche qui un album difficilmente inquadrabile: si tratta sostanzialmente di un eccellente rappresentante del filone della folktronica, ma più etereo, sperimentale e "a flusso di coscienza" rispetto al resto dei suoi "colleghi".
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(2003) M83 - Dead Cities, Red Seas and Lost Ghosts Un particolare aggiornamento dello shoegaze, depurato dall'anima più chitarristica e rivisto tramite influenze ambient e massicce dosi di synth stratificati. Si tratta di un ottimo esempio di come tastiere e sintetizzatori durante questo decennio abbiano sostituito parecchio il ruolo delle chitarre in molti filoni e gruppi.
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Supersilent - 6 (2003) Gli eclettici Supersilent propongono un mix di free-jazz, ambient, rock psichedelico e altro, il loro capolavoro è con tutta probabilità 6, forse l'unico senza cacofonie gratuite e autoindulgenze noiose, ma assolutamente profondo e ispiratissimo.
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(2003) Katatonia - Viva Emptiness L'album più sensazionale per l'ambito del "dark pesante" ed uno dei più interessanti e significativi nell'ambiente metal alternativo. Gli svedesi si distaccano dal passato doom metal/depressive rock in favore di un approccio più distorto, diretto e d'impatto, con atmosfere inquietanti a far da sfondo a schitarrate brucianti e corpose. Personalissimo, l'innovazione è duplice sia per la rottura con il passato in favore di soluzioni nuove ed innovative, sia per l'aver saputo coniugare con disinvoltura la sensibilità e il senso melodico del metal scandinavo con l'esistenzialismo e la scioltezza degli alternativi americani, interiorizzando il tutto in un disco nuovo ed inedito, che va oltre i clichè del metal "gotico" o "nu".
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Isis - Panopticon (2004) Migliore e più rappresentativo disco dell'essenziale movimento post-metal, è il più definito, omogeneo e focalizzato del gruppo, anche più dei primi dischi che probabilmente hanno un loro corposo peso storico. Nonostante il genere nasca negli anni '90, si è iniziato a parlare di post-metal come lo intendiamo oggi solo proprio con gli Isis, e di conseguenza si è risaliti alle loro radici riconoscendo Neurosis (e parzialmente Godflesh) come padrini di quel genere. In definitiva il fiorire di band post-metal nei '00 è stato innescato dagli Isis e non da chi è venuto prima, basta osservare quanti dischi definibili post-metal/atmospheric-sludge sono stati pubblicati prima di Celestial e Oceanic (praticamente nessuno, forse solo Breach dei Kollapse, comunque nel 2001 e quindi dopo Celestial) e quanti dopo (decine e decine) per riconoscere l'enorme influenza avuta dagli Isis. Il macigno degli Isis è - non a torto - considerato il capostipite della nuova ondata sludge/post-metal. Seminale nella sua ricerca stilistica e devastante per la forza evocativa che vi è nascosta all'interno.
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(2004) Mastodon - Leviathan Acclamatissimo e originalissimo gruppo metal che ha riscosso consensi un po' ovunque con i suoi album, soprattutto negli ultimi tempi con Blood Mountain e Crack the Skye. La nostra scelta è però andata a cadere su Leviathan, uno dei dischi più potenti, originali e personali in ambito estremo, ma soprattutto il loro lavoro indiscutibilmente più storico. Leviathan perfeziona al massimo il loro contributo prog e folle all'aggiornamento dello sludge (oltre che ad essere anche più personale dei successivi, soprattutto l'ultimo quando si riallaccia particolarmente alla vecchia tradizione prog anni '70). Probabilmente il gruppo metal del decennio.
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Dillinger Escape Plan - Miss Machine (2004) Uno dei gruppi più innovativi e rappresentativi (se non il maggiore) in ambito mathcore degli ultimi dieci anni, i Dillinger Escape Plan. La loro carriera è folgorante, fatta di dischi vertiginosi, tecnici, potentissimi e tiratissimi quanto complessi e schizzati (nonché influenti), ma anche capaci di momenti più melodici e distesi. Con stacchi decisi e cambi di tempo ostici, i Dillinger riescono a intrecciare con disinvoltura attacchi hardcore, macinamenti death/grind, forme jazz, cerebralità math/prog e quant'altro. Imprescindibile per gli anni '90 fu Calculating Infinity (tutt'ora uno dei massimi dischi di sempre del decennio), mentre il periodo dei 2000 è stato diviso fra il più levigato (ma ugualmente intrigante) Miss Machine e il più sperimentale Ire Works, in cui hanno profondamente modificato l'approccio melodico e si sono aperti a strade più elettroniche ed eccentriche. Se il secondo è forse più ambizioso e inventivo, l'influenza del primo negli anni successivi si è fatta sentire con tangibile spessore e maggiore seminalità.
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(2004) Arcade Fire - Funeral E' forse l'album pop più intenso e meglio arrangiato del decennio, pecca solo per qualche eccesso di nostalgia anni '80 che comunque riesce ad aggiornare in maniera personale oltre che a compensare con un set di canzoni irresistibili. Certo, riprendono in pieno lo stile new-wave, ma lo sanno rinnovare completamente con un gusto per lo stile e gli arrangiamenti unico che fa sembrare gruppi come gli Editor ben più immaturi e meno originali e che comunque molti, troppi altri gruppi non hanno neanche lontanamente.
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Deathspell Omega - Si Monumentvm Reqvires, Circvmspice (2004) Uno dei migliori dischi black metal di sempre, ma quello dei francesi è un black molto diverso dal black scandinavo à la Immortal, Emperor ecc. Non c'è gelo, né foreste, né malinconici ricordi del passato. C'è solo malata oscurità: un'esperienza morbosa, asfissiante, soffocante nella sua malignità. Un disco oppressivo e malvagio che fa stare male se ascoltato con la piu assoluta concentrazione.
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(2005) Eluvium - Talk Amongst the Trees Uno dei migliori dischi ambient, raffinato ed elegante gioiello condotto essenzialmente da chitarre elettriche come alcune composizioni di Fennesz, dal quale però si differenzia per lo spirito neoclassico e l'assenza di influenze glitch.
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The Mars Volta - Frances the Mute (2005) Sicuramente un gruppo che ha lasciato il segno, i Mars Volta hanno inanellato una serie di dischi (fra alti e bassi) ciascuno col proprio valore creativo e artistico. Se De-Loused in Comatorium rappresenta la nascita del loro sound mentre Amputechture rappresenta la sperimentazione pura senza alcuna preoccupazione "commerciale", è Frances the Mute a risultare uno dei migliori dischi prog-rock del decennio, complesso e pieno di idee senza però finire negli eccessi egomaniaci dei loro lavori successivi.
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(2006) TV on the Radio - Return to Cookie Mountain Probabilmente il loro miglior lavoro, un disco indie-rock-tronico stracolmo di idee originali e arrangiamenti eccentrici. Con esso i TV on the Radio hanno definitivamente mostrato al mondo musicale un nuovo approccio stilistico nel panorama della musica "popolare" che riesce a slegarsi dai generi riferimento per coniare qualcosa di nuovo, personalissimo e fuori dagli schemi, capace di raccogliere completamente l'eredità dello "spirito" delle loro influenze per poi intrecciarle in un crogiolo sonoro unico.
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Tenhi - Maaaet (2006) Uno dei gioielli più fragili, ricercati e intensi del neo-folk e di tutto il movimento dark-folk, scenari di cui i Tenhi rappresentano ormai da anni uno dei volti più affascinanti. Atmosferico e coinvolgente, è un album che non stanca, anzi trascina per tutta la sua durata grazie alle melodie che ci presenta in cui si miscelano perfettamente arrangiamenti semplici ma estremamente efficaci, immersi in una dimensione intima e sospesa.
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(2006) Dying Fetus - Destroy the Opposition Zenith compositivo per i Dying Fetus, autori di una album epocale per il genere e che sicuramente rappresenta uno spirito difficile da trovare nel decennio precedente, se non in forma germinale. Death, grind e hardcore si miscelano alla perfezione con una tecnica sopraffina per creare una bordata di proporzioni immani. Veloci scale si alternano a mid-tempo hardcore per ripartire in blast beats senza un attimo di pausa con riffs groove a donare il giusto impatto. Un album tanto vario quanto bello, tra i punti di riferimento rivitalizzatori per l'affollata scena estrema nei 2000.
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Joanna Newsom - Ys (2006) Forse il disco di cantautorato più originale del decennio, praticamente un'opera teatrale complessa e surreale che eccelle nelle melodie, negli arrangiamenti e nella voce di Joanna, capace di riunire a sè tutta la composizione con sinergia perfetta.
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(2006) Panda Bear - Person Pitch Lo psych-folk è stato una delle scene più floride e caratteristiche del decennio, e noi di Rockline abbiamo deciso di rappresentarlo con questo pregevole disco che forse non fa gridare al capolavoro ma consiste ugualmente in una creativa e spigliata opera che dona linfa vitale alla corrente grazie ad una rivisitazione "espansa" di stilemi del passato con numerose altre influenze (da voci e melodie pop a suoni e tecniche compositive elettronici) e agli arrangiamenti che rimaneggiano le istanze del folk e della psichedelia sessantiani aggiornandoli e trasformandoli fondamentalmente con il gusto, gli arrangiamenti e la sensibilità del nuovo millennio. Dichiaratamente una decostruzione folle del surf-rock prima ancora che dell'acid-folk, Person Pitch è geniale come concept e come realizzazione, finendo per risultare un esperimento unico anche nei momenti meno coinvolgenti grazie alla vera essenza intellettuale dello sperimentalismo musicale di cui è intrisa la musica di Panda Bear.
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Alexisonfire - Crisis (2006) Emo è il termine più controverso degli ultimi anni. Che ci si intenda l'emocore anni '80, il punk pop a tinte emozionali o certe produzioni più pop-rock, che si contino le diversificazioni o le contaminazioni, viene difficile parlare di emo senza tener conto dell'enorme trend mediatico e commerciale riscosso in questo decennio da quest'etichetta. L'emo è diventato anche un look, un modo di essere (o meglio: un modo di apparire, troppo influenzato da stereotipi e canoni su cui ci marciano i discografici) che ha contagiato migliaia di giovani forse a volte più affascinati dagli elementi esteriori di questo stile che realmente identificatisi con ciò che propone. E sappiamo anche che molte, moltissime uscite emo si sono rivelate anche qualitativamente scadenti, soprattutto quelle che cavalcavano l'onda del successo del genere sfruttandone i cliché più modaioli e conformati ad un canone abusato, impersonale e riciclato. Però è anche vero che in tutti generi esistono buoni nomi come altri ben peggiori - e nell'emo possiamo trovare gli apprezzabili Finch come i deludenti 30 Seconds to Mars. In rappresentanza di quel fenomeno (più modaiolo che effettivo) che è stato l'emo dei 2000, sempre tenendo a mente che il successo di pubblico è effimero e ad elevate vendite NON corrisponde un sicuro valore musicale, la redazione di Rockline si è impegnata in una controversa scelta, optando alla fine per Crisis degli Alexisonfire, lavoro emo/screamo influente e che ha riscosso una certa considerazione nello staff.
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(2006) The Gathering - Home Una perla di dolcezza e malinconia. Dopo l'oscurità travolgente e innovativa del precedente "Souvenirs", gli olandesi sviluppano un pop/rock alternativo ricco di soluzioni atmosferiche ed elettroniche in cui la speranza e la rinascita brillano inframezzate tra le note più dolenti, aggiornando il suono dei Pink Floyd al nuovo millennio.
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Project: Failing Flesh - The Conjoined (2007) Un violento e siderurgico crogiolo di post-thrash moderno e malato fatto di chitarre micidiali, batteria tritaossa, inserti industriali e cerebralità voivodiana. Una delle più impressionanti, potenti e originali espressioni del metal estremo.
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(2007) Battles - Mirrored Cerebrale e bizzarro aggiornamento ai giorni nostri, alle ultime risorse tecnologiche e allo spirito indietronico della tradizione math-rock, ma anche giocoso e variopinto esempio di creatività libera e sciolta. Una pietra miliare progressista del decennio.
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Alcest - Souvenirs d'un Autre Monde(2007) Un ragazzo poco più che ventenne che in una perla sospesa tra black metal e shoegaze ha fatto innamorare mezza Europa ed ispirato già alcuni gruppi che ne hanno raccolto i semi. Personale e significativo, non è ancora seminale, ma è altamente probabile che col tempo il capolavoro degli Alcest lo diventerà, quando quello che alcuni critici hanno già ribattezzato come "metalgaze" diverrà una scena vera e propria le cui origini sono da ricercare nell'ultima metà del decennio. Gioiello imperdibile.
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(2008) Portishead - Third L'atteso ritorno dei vati del trip hop, che però nega le istanze che li portarono nelle vette della musica anni '90 in favore di sonorità molto più folk-cantautoriali, industriali e macabre. Una rifondazione spiazzante del loro sound, non più legato al battito rallentato dell'hip hop o al turntablism, intensissima, molto più sofferta e inquietante degli altri dischi degli inglesi, che ci mostra dei Portishead significativamente inediti e capaci di andare oltre i loro stessi schemi.
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Have A Nice Life - Deathconsciousness (2008) Il culto sotterraneo del duo statunitense ha riportato in auge il dark, il gothic e lo shoegaze come nessuno prima. Deathconsciousness è probabilmente l'opera di maggior rilievo del revival dark del 2000.
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(2009) Asphyx - Death... the Brutal Way Il ritorno di Van Drunen dietro al microfono sancisce un nuovo capolavoro da parte della band death/doom. Canzoni asfissianti unite a bordate del migliori vintage estremi forniscono tutto quello che un appassionato della old school può desiderare. Potenza, marciume e oscurità sono elementi essenziali per questa sorpresa del 2009 in campo estremo.
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Sunn O))) - Monoliths & Dimensions (2009) Un ritorno strabiliante da parte dei sacerdoti del drone che danno una virata prorompente al suono, alle atmosfere, alle stesse basi concettuali del gruppo. Evolvono, stupiscono, mutano.
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(2009) Kreng - L'autopsie phenomenale de Dieu La particolarità che rende grande questo disco è il fatto di sfoderare una magistrale e rara sensibilità in tutti e tre i suoi principali campi musicali di riferimento, riuscendo quindi a risultare appetibile invariabilmente per i pubblici dell'ambient, del jazz e della classica contemporanea; in un panorama nel quale si assiste invece continuamente all'uscita di album avant-garde aridi e privi di qualsivoglia attrattiva per i non fan del genere, questo lavoro è perciò da non perdere
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Nels Cline - Coward (2009) Troppo poco jazz per essere jazz, troppo poco rock per essere rock, troppo poco folk per essere folk, le composizioni di Coward sono l'incubo ideale dei puristi e quindi un risultato imperdibile per gli ascoltatori più eclettici. L'ennesima dimostrazione di uno dei chitarristi migliori in circolazione, sempre un passo avanti a molti, molti altri, a coronamento di una carriera all'insegna dell'astrattismo e di alcune delle più innovative fusioni tra free jazz e post rock.
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