Stratovarius + Hammerfall
27/11/2005 - Alcatraz - Milano

Tornano in Italia due delle band più apprezzate nel Power Metal e dintorni. Gli Hammerfall, forti del loro ultimo "Chapter V", sono una certezza di qualità. Per gli Stratovarius si tratta del "ritorno" dopo periodi di oscurità...decisamente una serata interessante si prepara ai fans italiani.


Gran bella serata quella di domenica all’Alcatraz in via Valtellina a Milano per l’unica tappa del Monsters Of Metal Madness Tour che vedrà alternarsi sul palco Shakra, Hammerfall e Stratovarius.
Inanzitutto precisiamo che a tutti gli effetti si trattava del tour di Hammerfall e Stratovarius per promuovere le loro ultime fatiche discografiche, rispettivamente Chapter V: Unbent, Unbound,Unbroken e l’omonimo Stratovarius.
La band di Cans e quella di Tolkki hanno suonato infatti entrambe un oretta e mezza e gli svizzeri Shakra di supporto.
Entrati nel locale ci troviamo davanti un grosso telone tipo teatro che copre tutta la scenografia che risulterà essere davvero monumentale e sfarzosa. L’affluenza del pubblico è notevole subito dall’apertura dei cancelli ( forse grazie al fatto che è domenica…) e l’atomosfera si fa già calda già durante l’esibizione degli svizzeri Shakra, formazione chiamata al difficile compito di intrattenere i numerosi spettatori prima delle due band protagoniste della serata. Musicalmente parlando i cinque sanno rispettarsi ma senza dubbio c’è molto da lavorare sotto l’aspetto della presenza scenica: infatti il pubblico rimane per lo più indifferente all’ esibizione dei cinque svizzeri che non provano nemmeno più di tanto a portarsi dalla loro parte il pubblico. Nonostante questo non fa mai male avere qualcosa come antipasto…
Stando a tema, come primo la casa ora offre l’esibizione dei celeberrimi power metallers Hammerfall, chiamati al duro compito di ripetere la molto convincente (e ingiustamente breve) esibizione del Gods Of Metal. Dalla scenografia, ovvero un grosso paesaggio montuoso con tanto di montagne innevate finte, possiamo capire che l’esibizione di Cans e soci sarà più lunga e meno frettolosa. Come a Bologna, il concerto si apre con Secrets ma questa volta l’entrata in scena dei musicisti è accompagnata da una pioggia di schiuma finta per ricreare la neve. Fin dalle prime note però ci si rende conto che sia Joacim Cans che Oscar Dronjak hanno evidenti problemi con i suoni Joacim vistosamente incomincia a fare segni ai tecnici per far si che il problema si risolva ma la voce un po’ metallica purtroppo penalizzerà la sua prestazione. Nonostante questi problemi di natura puramente tecnica il concerto avanza piacevolmente tra una sempre gradita Riders Of The Storm e la sempre esplosiva in versione live Renegade. Il pubblico sembra non badare per nulla ai problemi tecnici e sostiene sempre caldamente la band. Dopo questo trip di canzoni recenti, i cinque svedesi pescando dai loro primi album Hammerfall e la celebrativa Let The Hammer Fall eseguite con ottimo carisma. Con queste due canzoni si conclude la prima parte del concerto che viene interrotto nel mezzo da un assolo di batteria di Anders Johansson che si diverte a riprodurre con le sue pelli tra l’altro anche dei buoni medley di canzoni heavy metal come per esempio Run To The Hills (Iron Maiden) e Brakin' The Law (Judas Priest). Dopo questo piacevole e gradito intermezzo viene eseguita un ottima Fury Of The Wild dove si sente parecchio però la voce smorzata e metallica che il povero Cans è costretto ad avere per colpa degli oramai pluricitati problemi tecnici. Il concerto scorre piacevolmente con ottime canzoni tra le quali spiccano la celeberrima Heading The Call e la più recente Blood Bound dopo di che, alla fine di quest’ ultima, i cinque fanno la loro uscita di scena.
Il pubblico naturalmente li richiama e loro fanno la loro entrata accompagnati da un martello gigantesco dotato di luci che viene innalzato appena davanti alla scenografia. Finito il montaggio di questa chicca ci vengono proposti altri due brani, Templars Of Steel e una stupenda Hearts On Fire, cantata a squarcigola da tutto che chiude in maniere degna un concerto molto buono ma non ottimo come quello del Gods Of Metal a causa dei vari inconvenienti che Cans e soci hanno dovuto affrontare stasera che comunque non dipendevano certo da loro…
Per completare l’ottima serata arriva sul palco una delle band che ha fatto parlare tanto negli ultimi tempi. Gli Stratovarius, con la formazione cambiata solo per la presenza del nuovo bassista, si presentano in ottima forma. A quanto dicono la voglia di suonare per loro è tanta…e lo dimostrano subito partendo a raffica con Hunting High and Low e Speed of Light. Nonostante i suoni inizialmente non sembrano eccelsi, la situazione migliora col passare dei brani. La sensazione però è quella che qualcosa non sia per il verso giusto, a volte la voce sembra addirittura troppo alta. Ma piccoli problemi non tolgono la voglia alla band e al pubblico. Per questa serata la scaletta sembra voler seguire i passi e le evoluzioni fatte dal gruppo durante gli anni, si passa quindi per i migliori lavori in studio con un alternarsi di brani veloci a decisamente più ritmati e lenti. Si passa quindi da The kiss of Judas a S.o.s, da Destiny a Legions per arrivare ad un momento destinato al solo di basso. Notevoli le capacità tecniche, ritengo però abbastanza inutile questa dimostrazione di bravura…meglio forse fare qualche pezzo in più. Si riparte con Coming Home e Twilight Symphony per arrivare ad un pezzo tratto dall’ultimo album in studio, United. Lungo, ma non per questo troppo stancante, forse grazie anche alla scenografia (sui grandi schermi posti di fianco alla batteria scorrevano frasi a tema). Questo e Maniac Dance sono le canzoni che rimandano all’ultimo album, ma per chiudere in bellezza si affidano a canzoni come Father Time, Paradise (eseguita una parte in acustico), Forever (anch'essa ovviamente in acustico) e concludono con Eagleheart e l’ultima Black Diamond.
Cosa dire di questo concerto? Promossi gli Stratovarius, dopo periodi in cui sembrava che solo il ricordo dei tempi andati potesse portare avanti il loro nome. Quindi benvenuti a questi “nuovi” Stratovarius, sperando che non rimangano solo una scintilla, ma che riescano a farci divertire ancora per anni, con i loro album e i loro show, criticati per le scelte stilistiche ma allo stesso tempo apprezzati dal pubblico che li segue.

Davide "ergato" Merli
Emanuele "MrTriton" Salsa

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