Torna in Italia Max Cavalera con i suoi Soulfly a presentare il nuovo album Dark Ages. Dopo aver rilasciato un'intervista a RockLine.it nel pomeriggio, il gruppo brasiliano si esibisce dalle 21.15 coinvolgendo in un vortice estremo l'intera folla accorsa.
Dopo diversi minuti in cui il pubblico intonava a gran voce l’urlo “Soulfly! Solulfly!”, cade il buio assoluto e viene mandata in loop l’intro di Dark Ages. Un attimo di silenzio per poi vedere sotto i riflettori, i quattro componenti della band che, con l’arrivo per ultimo di Mr. Cavalera, partono subito alla grande con Babylon al famigerato grido: “Un, dos, tres!”. Inutile dire che i fans iniziano sin da subito, in un pogo massiccio e brutale che si protrarrà fino all’ultima song del concerto. I suoni e l’acustica, convincono sin da subito anche se, in alcuni passaggi, si fa fatica a distinguere la chitarra di Max, da quella del suo compagno Marc Rizzo. Finito il pezzo, ci si butta nel passato con Seek and Strike, dove il pubblico intona a gran voce ogni singola parola del testo, il tutto, ovviamente, seguito dall’immancabile capacità dell’intero gruppo di unire musica con spettacolo. E’ così che, a volte, passa in secondo piano il brano eseguito in quel momento, per lasciar spazio allo spettacolo vero e proprio. Cavalera continua a fare avanti e indietro sul palco e, ogni tanto, si diverte a bagnare il suo pubblico e, ahimè, i fotografi sottostanti, con un po’ di acqua. Immancabile è stata l’esecuzione di Roots Bloody Roots dove, i nostalgici dei Sepultura hanno probabilmente versato qualche lacrima in più, per i bei tempi passati. Con questa canzone c’è stato il delirio assoluto. Tutti quelli che erano sugli spalti, sono scesi giù in mezzo alla folla e dire che è stato stupendo, è poca cosa. Stesso discorso vale per Inner Self e Refuse/Resist in cui sia Max che Marc non hanno mai smesso di saltare da un punto all’altro dello stage.
I suoni sono stati ben equilibrati soprattutto quelli della batteria, in cui risaltava il suono secco e tagliente della cassa. Lo stesso non si può dire delle due chitarre dato che, a volte, non si riusciva a capire bene chi facesse cosa. Tutto sommato, però, erano dei gran bei suoni che hanno trasmesso la giusta potenza che ci si aspettava da un’esibizione live del genere. Una nota di merito va al chitarrista Marc Rizzo che, per tutta la durata del concerto, non ha fatto altro che saltare da un punto all’altro del palco. Un discorso a parte, invece, bisogna fare per il grande Max Cavalera che, nonostante l’età, dimostra ogni volta di più di avere quella capacità più unica che rara di coinvolgere e trascinare il pubblico al 200%.
Setlist Soulfly:
Intro/Babylon, Seek ‘n Strike, Living Sacrifice, Roots Bloody Roots, Jumpdafuckup/Bring it, Born Again, Mars, Refuse/Resist, Execution Style, Corrosion Creeps, Arise Again, Carved Inside, Tribe, No Hope = No Fear, Bleed, Tree, Primitive, I and I, Inner Self, Frontlines, Eye for an Eye.
Report e foto - Matteo "Trendkill" Mainardi