Orquestra 4 - Match 5
28/02/2008 - Thunder Road - Codevilla (PV)
Siamo giunti a metà della prima fase eliminatoria del concorso Orquestra che si svolge al Thunder Road di Codevilla (PV). Protagoniste della serata sono state quattro bands dalle caratteristiche opposte, che si sono distinte ciascuna per 25 minuti nella battaglia per accedere alla semifinale.




Ad aprire le danze ci pensano i vogheresi The Hi Fevers, terzetto che fonda le sue basi sulla tradizione Garage degli anni Sessanta/Settanta, ispirandosi in particolare alle sonorità della scena americana capeggiata dagli Stooges. Pur proponendo canzoni dirette e decisamente divertenti, il gruppo soffre dal punto di vista tecnico, mancando dell’incisività necessaria per affrontare tale genere. E’ certamente un dato positivo che due terzi del gruppo sia formato da ragazze che vogliono riscoprire i meandri della scuola Punk originaria, ma si dovrebbe puntare a raffinare le composizioni, rendendole più valide.

Con gli Hellbound, seconda band a salire sul palco del Thunder Road per il quinto match di questa interessantissima quarta edizione della Thunder Rock League, si innalza decisamente il tenore musicale della serata; un inizio dai toni più pacati e per certi versi meno congeniale alla band del pavese lascia poi il posto alla loro  vera natura sonora. Cominciano a suonare una musica più tenace, strutturalmente più complessa e sicuramente migliore anche dal punto di vista emotivo. Avvicinandosi notevolmente a sound di natura metalcore, gli Hellbound trovano il loro punto di forza nella voce trainante del cantante - un collaudo recente per la verità - che dimostra grande sicurezza e ottima flessibilità.

Da qui si continua sulla scia stilistica della band appena citata, con i Phersephone, vera incognita della serata, nonché a Codevilla in trasferta da Torino; una prima piacevole sorpresa per una band di matrice extreme metal sono senz’altro le liriche in italiano, nient’affatto scontate, che conferiscono alle loro sonorità metalcore una certa vaga connotazione indie casalinga. Oltre quindi a buoni spunti concettuali, i Phersephone propongono venticinque minuti di brani efficaci, caratterizzati da buoni riff, melodie d’efetto e un dinamismo tale da garantire poi, a giochi fatti, un pesantissimo voto del pubblico – sessantadue voti che valgono loro il primato di band “più gradita” dal pubblico – e un altrettanto buon riscontro tra la giuria.

La chiusura della serata è affidata ai pavesi Icarus Wings, che danno spazio alle sonorità tipiche del Crossover americano, in stile Rage Against The Machine. La band si autodefinisce Punk, ma non si è ben compreso dove affiori questa radice, perché i timbri descritti si allontanano notevolmente dagli elementi originari del genere o dalle sue evoluzioni successive.
Gli Icarus Wing sembrano però non dare continuità al loro lavoro, perché ad alcune interessanti soluzioni si contrappone un contesto che non brilla di certo per originalità.

Alla fine della rassegna, il voto congiunto di giuria e pubblico ha decretato vincitori i Phersephone, premiati non tanto per la distanza percorsa per poter partecipare al concorso, quanto per la freschezza del song-writing, non dimostrata così chiaramente dalle altre formazioni esibitesi.

Iacopo "Anathema" Fonte e Edoardo "Opeth" Baldini

 

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