The National + Beirut
05/07/2011 - Piazza Castello, Ferrara sotto le Stelle

Contorno dell'ormai immancabile appuntamento estivo che si protrae avanti da 16 anni e che ha visto passare sotto le sue mura artisti e leggende musicali del calibro di Bob Dylan, Patty Smith, John Cale etc. è il castello estense di Ferrara, nella piazza del quale quest'oggi si esibiranno gli statunitensi The National ed esclusivamente per la prima volta in Italia i Beirut.

Un concerto, ma anche un disco, non hanno mai un medesimo significato, ognuno ne fa analisi diverse, ognuno ne trae conclusioni opposte, ognuno cerca di farlo suo. Queste valutazioni sono sfaccettate e si necessita quindi in operazioni di empatia, che è altamente personale e soggettiva, ma sono necessarie per estrapolare dalla musica dei sentimenti, delle immagini. Mi piace infatti pensare che la musica in un certo senso si rispecchi nella fotografia, come se le onde sonore si riflettessero nelle pellicole per portare a casa quelle istantanee, quelle cartoline e quegli attimi di emozioni che altrimenti col tempo andrebbero perduti in un ricordo sbiadito.
 


GALLERY DELL'EVENTO

 

Per una serie di sfortunati avvenimenti arriviamo al castello che i Beirut hanno già iniziato da poco e a posteriori scopriremo di esserci così persi Nantes. La piazza sembra confermare le voci del sold out, ma riusciamo comunque a farci largo tra la folla mentre sentiamo il finale di After The Curtain. L'allargatissima band, guidata dal giovane prodigio Zach Condon, incentra un set su pastiches musicali nei quali il folklore dei paesi dell'est si incontra con un immaginario pop americano, un folk balcanico arricchito da mandolini, trombe e tromboni che esaltano per tutta la durata la voce quasi malinconica di Zach. Il tripudio di fiati arriva all'apice già a metà della performance durante Mimizan (pezzo tratto da Dark Was The Night, compilation benefica a favore della lotta all'AIDS edita dai gemelli Dessner, un caso?) in cui l'euforia generale si fonde ai ritmi della marcetta. L'atmosfera festaiola riesce comunque a farsi inebriante quando a prendere piede sono le canzoni di Flying Club Cup, A Sunday Smile e Cherbourg su tutte. Ma è su Postcard from Italy, guarda caso, che l'immaginario della fotografia ne esemplifica il significato, sia per cornice, contesto e relativa atmosfera romantica, sia per i colori più distesi e rilassati in cui il pubblico vi si perde. Non mancano i brani dall'imminente disco in uscita The Rip Tide, dal quale verranno eseguite: Santa Fe (terra natale di Condon), Vagabond e East Harlem. Prestazione con classe dei nostri, sebbene sia la loro prima volta in Italia ci auguriamo che possa essere l'inizio di una lunga serie, visto anche il numeroso pubblico giunto a Ferrara solo per loro.

 
Decidiamo quindi di spostarci più avanti per ottenere una visuale migliore dato che i National non sarebbero saliti sul palco da qui ai prossimi tre quarti d'ora. Era la quarta volta che li vedevo ma non si può certo dire che ne avessi abbastanza, perché certi gruppi sono come una droga: quando entrano in circolo è difficile liberarsene. 
Eccoli salire: Bryan, Scott, Aaron, Bryce, Matt e il suo bicchiere di vino, inseparabili amici, ed attaccare immediatamente con Runaway. Rispetto ai Beirut, il mood è agli antipodi, ma la classe è la stessa. Una scaletta che parte lenta ma che sfocia già alla quarta canzone con il singolo Bloodbuzz Ohio passando per una classica ed immancabile Anyone's Ghost ed un'inaspettata Secret Meeting. Schizofrenico, compulsivo ed alienato, si è ancora lui: Matt Berninger, proprio come lo avevamo lasciato un mese prima. Click. Il suono si trasforma in immagine, l'immagine in stato d'animo con l'autografo e dedica di Slow Show sul retro. Bryan parte per la tangente, la riconosciamo, è lei, Squalor Victoria, con quell'incedere di drumming convulsivo e dirompente. Microfoni gettati, aste scaraventate a terra e voce altalenante: qualcuno si chiede se sia ubriaco, qualcuno si chiede se sia pazzo, la realtà dei fatti è una sola, Matt è semplicemente se stesso, perso nella musica e nei suoi pensieri, talvolta cupi e cinici, come i suoi riferimenti a tutti i possibili torturati nel castello estense. Insieme a Squalor Victoria, Abel è sicuramente la più frenetica della scaletta che quest'oggi è incentrata maggiormente sui pezzi lenti: Little Faith, l'immancabile rivisitazione live di Apartment Story, Sorrow, l'inattesa Green Gloves, l'auto celebrativa All The Wine o la sempre eterna Fake Empire in cui tornano sul palco Zach Condon e Kelly Pratt a sostegno dei fiati. Click.
 
Ma se fino a qua la prestazione dei nostri è stata nell'ordinario, è durante l'encore che le emozioni saltano definitivamente.
Tornano sul palco attaccando sotto la sorpresa di tutti una magistrale quanto impensata Driver, Surprise Me, b-side di Abel e probabilmente, a mio avviso, una delle loro canzoni più belle. Click. La dicotomia di Mr. November - Terrible Love è immancabile e necessaria. Come al solito Matt si esibisce in bisognosi tuffi in mezzo ai fan, schizzi di personalità che trovano equilibrio in abbracci e strette sentite, perché ne ha bisogno, deve farlo, scatenando ogni volta il delirio generale mentre la furia chitarristica dei gemelli Dessner trova massima esposizione. Click. Si spengono gli amplificatori, si staccano i cavi, sembrerebbe tutto finito ma di colpo i nostri si riuniscono a bordo del palco per intonare una pazzesca Vanderlyle Crybaby Geeks in versione acustica sotto lo stupore e l'emozione generale mentre il castello è lì, che osserva, in silenzio. Le luci proiettano l'ombra di Matt sui muri della piazza mentre canta stringendo e tenendosi alle mani del pubblico insieme a loro. E' un altro click.
 
Il rullino è finito, ma noi ce ne torniamo a casa con le nostre cartoline..
 
SCALETTA BEIRUT:
Nantes, The Concubine, The Shrew, Elephant Gun, Vagabond, After The Curtain, Postcard From Italy, Mimizan, Scenic World, Santa Fe, A Sunday Smile, East Harlem, The Akara, Cherbourg, My Night With The Prostitute From Marseille, Carouselles.
 
SCALETTA THE NATIONAL:
Runaway, Anyone's Ghost, Secret Meeting, Bloodbuzz Ohio, Slow Show, Squalor Victoria, Adraid of Everyone, Conversation 16, Little Faith, Abel, All The Wine, Apartment Story, Sorrow, Green Gloves, England, Fake Empire, Driver Surprise Me, Mr. November, Terrible Love, Vandelyle Crybaby Geeks
 
 
Reviewer: 
Luca Pasi [Foto di Giulia Franceschini]
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