Per quanto di tendenza e per certi versi criticabile, il genere denominato Metalcore racchiude nonostante tutto band di grande spessore. Quando perciò due fra i complessi più apprezzati d’oltreoceano decidono di partire in tournee alla volta del vecchio continente risulta difficile restare indifferenti, specie se i gruppi in questione si chiamano Killswitch Engage e As I Lay Dying. A dispetto di un’unica data italiana (in quel di Rimini), gli appuntamenti appetibili per i fan di casa nostra non mancano: gli show di Innsbruck e Monaco sono infatti alla portata di molti. E non a caso la nostra scelta è ricaduta proprio sul capoluogo bavarese.
Il locale dove prende vita l’evento è il solito Backstage, attualmente quasi irriconoscibile per via dei numerosi lavori di miglioramento strutturale. La sala, come prevedibile, è invece la stessa dove si esibirono As I Lay Dying e Darkest Hour, vale a dire il Werk, capace di contenere oltre mille persone. Nonostante un prezzo d’ingresso piuttosto elevato (poco meno di trenta euro comprensivi di prevendita) il sold out è inevitabile e sono centinaia i ragazzi all’esterno del locale in cerca di un biglietto. Per loro le speranze sono quasi nulle, anche perché in Germania i bagarini non hanno certo vita facile. Grazie alla tradizionale puntualità tedesca alle 19.30 vengono aperte le porte ed il flusso di appassionati (naturalmente dotati di regolare biglietto) può farsi finalmente strada dentro il Backstage. Appena mezzora più tardi le luci si spengono e si dà inizio alle danze.
Ad aprire il concerto troviamo i Maintain, confermati appena pochi giorni prima dell’evento. Per chi ancora non li conoscesse, i Maintain provengono da Amburgo, dove si sono formati ben dieci anni fa, e propongono un canonico Metalcore di stampo europeo. Il combo tedesco si presenta sul palco consapevole del proprio compito e prova fin da subito a scaldare l’atmosfera offrendo una serie di brani aggressivi e taglienti, estratti perlopiù dal recente With A Vengeance. Particolarmente brillante è la prestazione del singer Timo Böhling, capace di stupire dal punto di vista prettamente vocale senza però tralasciare nel modo più assoluto l’aspetto scenico. I suoi compagni di formazione non sono comunque da meno e la band riesce, in appena venticinque minuti, a meritarsi gli applausi di un Backstage gremito fino all’inverosimile.
Dopo un lungo cambio di strumentazione ed un altrettanto prolungato soundcheck, gli As I Lay Dying fanno finalmente il loro trionfale ingresso sul palco del Backstage. Ad accoglierli una vera e propria bolgia, a testimonianza di come lo show dell’anno passato abbia lasciato un ricordo indelebile nei cuori di molti appassionati bavaresi, e non solo. Dopo la consueta introduzione gli As I Lay Dying partono all’attacco con la memorabile Through Struggle, seguita in rapida successione dalla non meno brillante Nothing Left. Il combo appare chiaramente all’altezza della situazione, ma comunque non in forma smagliante. Lo stesso Tim Lambesis, pur rivelandosi per l’ennesima volta un ottimo singer, non offre una performance paragonabile a quella del settembre 2007. Chi invece non sbaglia un colpo è Jordan Mancino, che dietro alle pelli scatena tutto il proprio incontenibile talento. Ed è anche grazie ad una setlist veramente impeccabile che lo show suscita nei presenti un entusiasmo inverosimile: le sole Forever, Meaning In Tragedy e 94 Hours valgono il prezzo del biglietto. Dopo appena mezz’ora di concerto gli As I Lay Dying devono però salutare i propri fan, congedandosi con una tiratissima Confined.
Se il cambio di strumentazione per la performance degli As I Lay Dying era apparso forse troppo lungo, quello in vista dello show targato Killswitch Engage è semplicemente interminabile. Fortunatamente, però, esso ottiene l’effetto sperato: suoni pressoché perfetti per tutto il corso del concerto, concerto che prende il via con l’esecuzione in sottofondo dell’anthem Mother (Danzig), cantato a squarciagola da gran parte del pubblico e seguito da un’altra breve introduzione. Quando finalmente arriva il momento di fare sul serio i Killswitch Engage salgono sul palco del Backstage carichi come non mai. L’apripista Daylight Dies mette immediatamente a ferro e fuoco il locale bavarese: il pubblico è letteralmente in delirio e non manca una buona dose di azione nel pit. Ciò che più stupisce però è la classe dei cinque nordamericani, nettamente superiori in dimensione live a qualsiasi altra Metalcore band in circolazione. Se Justin Foley, Mike D'Antonio e Joel Stroetzel si evidenziano soprattutto per le proprie abilità tecniche, Howard Jones e Adam Dutkiewicz non mancano di deliziare i presenti con scenette da cabaret e battute mordaci. Ciò non toglie che si tratti comunque di due grandi professionisti, primi della classe anche in campo prettamente musicale. In particolare stupisce la capacità, da parte di Jones, di variare rapidamente da uno stile vocale pulito ad un ferocissimo growl. Ne sono una chiara dimostrazione i tanti brani proposti che presentano al loro interno sia frazioni concitate che ampie aperture melodiche. Lo show prosegue quindi a livelli altissimi, complice anche una scaletta decisamente coinvolgente. Oltre a numerosi estratti dal valido As Daylight Dies, i Killswitch Engage ripescano alcuni fra i migliori brani del proprio repertorio, incluse alcune vere e proprie chicche come Fixation On The Darkness. Le versioni live sovrastano in maniera indiscutibile quelle su disco, specie nelle parti vocali, dove Howard Jones non teme rivali. Dopo ben un’ora di ottima musica i Killswitch Engage lasciano il palco del Backstage, ma non per molto: tornano infatti acclamati a gran voce dal pubblico per due bis da capogiro. Si tratta di My Last Serenade, contraddistinta anche in sede live dal suo irresistibile ritornello, e Holy Diver, eseguita in modo veramente aggressivo nonostante la sua natura tutt’altro che impegnativa.
Terminato il concerto, è subito tempo di bilanci. Se i Maintain si sono rivelati una piacevole sorpresa, As I Lay Dying e Killswitch Engage hanno semplicemente confermato quanto di buono si dice in giro sul loro conto. La scaletta di entrambi gli show è stata pressoché perfetta e le band sul palco hanno ampiamente dimostrato di meritare la propria popolarità, soprattutto nel caso dei Killswitch Engage, artefici di una performance semplicemente memorabile. Potenziale concerto dell’anno, non serve aggiungere altro.
Setlist As I Lay Dying:
Through Struggle, Nothing Left, Forever, Within Destruction, Distance In Darkness, Meaning In Tragedy, An Ocean Between Us, Sound Of Truth, 94 Hours, Confined
Setlist Killswitch Engage:
Intro, Daylight Dies, Unbroken, Take This Oath, The Arms Of Sorrow, Breathe Life, This Fire, Rose Of Sharyn, Still Beats Your Name, Fixation On The Darkness, My Curse, A Bid Farewell, Life To Lifeless, This Is Absolution, The End Of Heartache, My Last Serenade, Holy Diver
Report - Jacopo "Beelzebub" Prada