Dum Dum Girls
20/04/11 - Salumeria Della Musica, Milano
Sulla base del movimento riot grrrl dei primi anni 90 che proclamava l'identità della donna e la voglia di emergere nel campo della musica attraverso gruppi tutti al femminile e forti del loro debutto I Will Be targato 2010, arrivano in Italia le Dum Dum Girls con il loro noise-pop californiano; noi di Rockline siamo andati a vederle a Milano per la prima tappa del loro tour nella nostra penisola.
Nonostante la data infrasettimanale e il prezzo non proprio allettante del biglietto, è un cospicuo pubblico quello che affolla la sala della Salumeria della Musica, curioso di vedere cosa le quattro ragazze sanno fare in sede live.
Sono le 23 circa e il bellissimo quartetto californiano si palesa sul palco con un look al limite dell'aggressivo e se vogliamo provocatorio, loro lo sanno e di certo ci giocano sopra, ma diciamocelo: possono permetterselo.
Si potrebbe pensare però che questo espediente sia fatto e utilizzato apposta per disorientare e distrarre l'ascoltatore dalle loro effettive capacità, ma di fatto non lo è perché le ragazze con gli strumenti ci sanno fare. Dee-Dee al centro, Bambi sulla destra, Jules alla sinistra e Sandy sullo sfondo attaccano senza indugi con l'omonimo brano dell'EP uscito quest'anno: He Gets Me High. L'esecuzione dei vari pezzi, che raggiunge l'apice della ballabilità con i più ritmati Jail La La e Bhan Bhang, I'm a Burnout, è tutto sommato senza infamia e senza lode; le ragazze ci confezionano 13 dei loro brani (pescando anche dal primo ep: Hey Sis e Catholicked) senza alcuna sbavatura perché sono ben suonati sia negli arrangiamenti sia nelle parti vocali, ma mancano di quel piglio e quella grinta che potrebbe far fare loro il salto di qualità. Un'altra nota di demerito è la totale assenza di interazione con il pubblico a parte qualche brevissimo e sussurrato saluto iniziale, ed è proprio questa una tra le pecche più grosse delle ragazze, forse che credevano di compensare l'intrattenimento colloquiale con quello visivo? Potrebbe essere. I tredici pezzi filano quindi lisci senza alcuna pausa di intermezzo e senza il tanto ormai ovvio encore finale che nelle varie tappe del tour prevedeva la leggendaria cover degli Smiths: There is a Light That Never Goes Out (presente nell'ultimo EP).
Rimane quindi l'amaro in bocca sapendo che le ragazze avrebbero certamente potuto dare qualcosa in più, ma si limitano ad offrirci una prestazione che ahimè resta nell'ordinario e difficilmente verrà ricordata dai più.
SETLIST
1. He Gets Me High
2. Hey Sis
3. Catholicked
4. I Will Be
5. Bhang Bhang, I’m a Burnout
6. Take Care of My Baby
7. Jail La La
8. It Only Takes One Night
9. Wrong Feels Right
10. Teardrops on My Pillow
11. Everybody’s Out
12. Lavender Haze
13. Rest of Our Lives
Reviewer:
Luca Pasi