Ritornano a distanza di qualche mese dall'esibizione al Gods Of Metal i Dream Theater di James La Brie e compagni per una "cinque date" italiana. RockLine.it ha seguito i concerti di Milano al Datch Forum e di Andria al PalaSport, nei quali si sono confermate le eccezionali doti tecniche sia degli headliner che della formazione di supporto, gli altrettanto validi e travolgenti Symphony X.
I Dream Theater non sono certo quel tipo di gruppo che ha bisogno di presentazioni. La loro ormai più che ventennale carriera parla quasi da sola, conferendo alla band una fama indescrivibile e un seguito di fan allo stesso livello. Reduce dall’uscita del nuovo lavoro in studio, Systematic Chaos, la band, aprendo il Chaos in Motion World Tour, si appresta a portarlo in giro per il mondo, supportata dai Symphony X, scelti come gruppo spalla per tutta la sezione europea del tour.
Sono ben cinque le date italiane scelte dai Dream Theater per il loro tour 2007/2008: scelta inconsueta ma più che mai gradita dai fan italiani, che hanno potuto godersi il quintetto americano a Bologna, Roma, Andria, Milano e Padova. Ma qui siamo per parlare precisamente della data pugliese del tour, Andria. La location scelta è il Palasport, che si è rivelato ancora una volta un ottimo teatro per i concerti: il posto, già teatro di rinomatissimi concerti la scorsa stagione, ha curato ancora di più il suono questa volta, producendo un muro sonoro non indifferente, ma sempre e comunque calibrato e nitido.
La fila fuori dal Palasport è già più che vistosa fin dal primissimo pomeriggio, e quando alle 19:00 i cancelli si aprono sembra quasi una liberazione. Il tempo di riprendersi un attimo ed ecco che alle otto le luci si spengono, è arrivata l’ora dei Symphony X. L’entrata del gruppo sul palco, dopo un intro orchestrale, è accolta da un boato, che cresce esponenzialmente (com’era prevedibile), con l’arrivo di Michael Romeo. Set The World On Fire (The Lie Of Lies) parte a cento all’ora e ci mostra l’ottimo livello di salute musicale dei Symphony X. Allen si dimostra fin da subito un ottimo cantante, arrivando a picchi vocali discreti pur essendo ancora il primo brano. Si continua con canzoni tratte dall’ultimo disco, Paradise Lost, con Domination e The Serpent’s Kiss, anch’esse molto aggressive e che riscuotono un discreto successo col pubblico. Michael Romeo confeziona assoli a velocità impensabili, supportato dal tastierista Michael Pinnella, anch’esso da segnalare per la sua tecnica. Si arriva quindi alla title-track, ovvero Paradise Lost. L’esecuzione di questa canzone è uno dei momenti più intensi e densi di significato di tutto il concerto dei Symphony X. Una riproduzione dal vivo perfetta fa acquisire a Paradise Lost ancor più valenza, mostrando sfaccettature della canzone mai notate prima. A seguire il primo vero classico della band, Inferno: un Romeo sempre più impressionante e, una ritmica decisa e allo stesso tempo pulita, fanno letteralmente impazzire il Palasport. Ma è arrivato il momento di Seas Of Lies e Of Sins And Shadows, veri e propri cavalli di battaglia della band, tratti dal capolavoro The Divine Wings Of Tragedy. Le due canzoni rendono doppiamente dal vivo, e producono cori e grande coinvolgimento nel pubblico pugliese, chiudendo il concerto in maniera più che egregia. Assolutamente una prestazione maiuscola da parte dei Symphony X, che si dimostrano uno dei migliori complessi Prog Metal odierni, avendo fornito una prestazione davvero invidiabile.
Dopo mezz’ora esatta ecco che le luci, dopo esser riapparse giusto per farci riprendere fiato, si spengono nuovamente. Delle esplosioni fortissime ed eccoli, i Dream Theater salgono sul palco. Il primo pezzo è Constant Motion, tratto dall’ultimo Systemathic Chaos, molto ben eseguito e buon apripista per il resto della scaletta. La prima cosa che salta agli occhi è la voce di LaBrie, molto potente e incisiva, capace di scacciare la nostalgia delle versioni in studio. Il particolarissimo giro di basso di Panic Attack ci riporta indietro di due anni, al tempo di Octavarium: la canzone è, come al solito, eseguita mirabilmente e da una bella dose di energia al Palasport di Andria. Continuando a ritroso, è il momento di Endless Sacrifice (tratta da Train Of Thought), che risulta addirittura più bella della versione in studio, data la prestazione maiuscola di tutta la band, Petrucci e Rudess su tutti. Si torna al presente con The Dark Eternal Night che risulta essere uno dei momenti più energetici e riusciti dell’intera serata. Gli stacchi pianistici e i vari inserti di Petrucci e Portnoy, rendono il pezzo bello quasi quanto la versione in studio, e i molteplici effetti visivi proiettati sullo schermo rendono il tutto ancora più piacevole. E’ quindi quasi impossibile separare la componente sonora da quella prettamente visiva, in quanto le immagini sullo sfondo costituiscono una parte fondamentale dell’esperienza Dream Theater. Si giunge a quello che personalmente definisco come il picco emotivo di tutta la serata: The Spirit Carries On. Giunta quasi inaspettatamente, la canzone riesce a coinvolgere praticamente tutti gli spettatori, anche i più ostici. L’assolo di Petrucci è una pugnalata al cuore, mentre la voce di LaBrie arriva a picchi notevoli. Dopo un momento così sentito, la band ci riporta a Train of Thought con As I Am, leggermente sottotono rispetto all’originale, tolto il ritornello, che ha come sempre una grandissima presa sul pubblico. A seguire la ballata I Walk Beside You, di gran lunga migliorata dal vivo, soprattutto grazie ad un carismatico LaBrie ed un precisissimo Portnoy. Anche se la canzone può apparire lievemente scontata, ascoltarla dal vivo ha messo in risalto le singole prestazioni, specialmente quella di Myung, indaffarato a comporre dei giri di basso degni di nota. Ma ecco che i Dream Theater regalano ai fan di vecchia data un vero e proprio tuffo nel passato: Take The Time arriva in maniera travolgente, con i suoi intrecci chitarristici e con le sue molteplici varianze, facendo tornare il Palasport di Andria indietro di ben 15 anni, riportandoci sull’uscita del capolavoro Images And Words. Ma ecco che torniamo a Systematic Chaos, con l’esecuzione di In The Presence Of Enemies, eseguita per intero, per una durata complessiva di circa 25 minuti. La canzone, pur essendo su altissimi livelli compositivi, risulta tuttavia leggermente prolissa e un po’ inadeguata ad essere eseguita totalmente, mantenendo tuttavia inalterato il suo fascino. Per concludere, i Dream Theater ci propongono un medley formato da alcune loro famosissime canzoni, per lo più sopra i dieci minuti di durata: si parte con Trial Of Tears (tratta da Falling Into Infinity) ovattata e largamente psichedelica, per poi passare alla superba Finally Free. Lo spezzone scelto per il medley in questione si accosta perfettamente alla canzone precedente e ci catapulta, anche se per poco, nel mondo di Nicholas, celebrando la fine del concept Scenes From A Memory. Si ritorna a Images And Words con un leggero accenno a Learning To Live, quanto mai gradito dai fan presenti (anzi, magari avrebbero gradito di più la versione integrale), per poi buttarsi a capofitto in In The Name Of God, tecnicissima e godibile, pur non reggendo il confronto con le precedenti. Si conclude con una frazione di Octavarium, title-track del disco omonimo e seconda suite composta dai Dream Theater nella loro carriera. Octavarium riesce a coinvolgere larghissima parte dei fan accorsi da tutto il Sud Italia, riscontrando un discreto consenso, e non annoiando nemmeno in un passaggio. Si chiude così, alle 23:20, l’unico concerto dei Dream Theater nel Meridione.
A fine serata, l’opinione comune è univoca. I Dream Theater si può amarli o odiarli, ma nel momento in cui i cinque musicisti calcano il palco, la loro tecnica e disinvoltura è più che disarmante. Una scaletta abbastanza varia, che trasversalmente coglie alcuni dei momenti più belli di ogni singolo album, rendendo contenti in linea di massima tutti i Dream Theater-fan accorsi ad Andria. Entrambi i gruppi, reduci da due uscite discografiche discrete, hanno dimostrato la loro maestria anche in sede live, mostrando ai fan italiani di saper addirittura migliorare i brani registrati in studio. In conclusione, la serata si è dimostrata più che soddisfacente, appagante per i fanatici dei Dream Theater, e per i cultori di musica in generale.
Paolo “Odal” Cazzola.
Un ringraziamento particolare a Georgia Congedo e a Michele e Francesco Comaianni.