Die Apokalyptischen Reiter
24/11/06 - Transilvania - Milano
Il Transilvania Live ospita questa sera i tedeschi Die Apokalyptischen Reiter, una delle band più eclettiche e imprevedibili del panorama europeo. Forti dell’ultima e ottima release ‘Riders On The Storm’, i Reiter travolgeranno l’audience meneghina (purtroppo scarsa numericamente ma davvero partecipe) con un calderone sonoro comprensivo di metal estremo e classico, folk, sonorità moderne e mille ritrovati.




Aprono le danze gli Sleep Of Tethis, band attiva dal 1994 e dedita a un gothic metal ricco di sfaccettature progressive. Forieri di un sound sontuoso e garbato, gli Sleep Of Tethis offriranno un set gradevole che intratterrà con classe gli ancora pochi e distratti presenti. La band tesse le sue coordinate sonore sulla tecnica esecutiva del bravo axe-man Antonio Magrini, al quale fungono da contro-altare i ricami barocchi delle tastiere di Martina Monferrini. Alla voce, protagonista è la graziosa Silvia Viglione, che spesso si esibisce in duetti insieme al bassista Nicola Cozzi. Il set è incentrato sul recente full-length Thin Limits (autoprodotto dalla band) dal quale sono estratte tra le altre Liar, My Worst Enemy, Best For Me e From Heaven, episodi affascinanti che ci consegnano una band professionale e dalla buona presenza scenica.

Ma il piatto forte della serata sono loro, i cinque folli tedeschi dal pittoresco moniker Die Apokalyptischen Reiter. E a giudicare da come i nostri irrompono sul palco, capiamo subito che questa sera ci sarà da divertirsi e lo spettacolo a cui andremo ad assistere riuscirà nel sempre più difficile intento di coniugare la musica ad elementi teatrali e visivi. Il vocalist Fuchs veste in una foggia orientale in sintonia con la cover di Riders On The Storm, mentre il tastierista Dr. Pest, con tanto di maschera di cuoio, manette e frustino (schioccato anche contro l’ignaro pubblico!) sarà il Mr Hyde della serata. Più sobri, ma altrettanto indiavolati sul palco, il chitarrista Pitrone e il bassista Volk-Man mentre, nascosto dietro al drum-kit, fa capolino con smorfie divertenti il batterista Sir G. che a giudicare dallo sguardo luciferino, parrebbe il terzo folle di questa simpatica combriccola. Ma se l’ironia e la teatralità durante l’interpretazione delle song sono gli elementi che più si confanno ai cinque tedeschi, anche da un punto di vista esecutivo e musicale lo show scorre liscio come l’olio e senza punte di noia, vuoi per una proposta estremamente eclettica nella quale confluiscono death metal melodico, folk, epic e venature industrial. La maggior parte delle canzoni proposte questa sera sono estratte dal recente Riders On The Storm. Tra di esse ascolteremo Friede Sit Mit Dir, la titletrack, la più melodica Seemaan, la “folkeggiante” ‘Revolution’ e la fiera marcia ‘Soldaten Dieser Erde’, il cui refrain è cantato a gran voce del pubblico. E fa piacere osservare come i Reiter, nonostante si esibiscano di fronte a una platea non particolarmente numerosa, sfoggino tutta la loro presenza scenica e ottime trovate intrattenitorie, tanto da coinvolgere tutti in una grande festa. Le song sono intervallate da cammei in cui i nostri interagiscono volentieri con gli astanti e offrono performance extra-musicali, a cominciare da un assolo di percussioni, un’improvvisata piramide umana e l’invito ai fan a salire sul palco. Davvero simpatico l’intermezzo offerto con la inconsapevole complicità di una ragazza delle prime file, che inizialmente viene accompagnata sullo stage per danzare con Fuchs e poi è offerta in dono all’inquietante Dr. Pest, che prontamente ammanetta l’ignara fanciulla alla sua tastiera! Ma lo spettacolo prosegue con altri successi: Rock’n’Roll e Reitermaniacs (da Samurai), l’anthemica We Will Never Die e l’immancabile Metal Will Never Die, durante la quale Fuchs affida ancora il microfono ai presenti.
Lo show termina tra l’entusiasmo generale e la band ritorna sul palco per salutare i fan con un profondo inchino. Eclettici, ironici e grandi musicisti. Se i Die Apokalyptischen Reiter non ci fossero, bisognerebbe inventarli.
 
Andrea "AFTepes" Sacchi

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