Deftones
04/04/2007 - Alcatraz - Milano
La discesa in Italia di Chino Moreno e compagni a meno di un anno di distanza dall’ultima esibizione, ha visto la partecipazione di un pubblico numeroso e caloroso all’Alcatraz di Milano. L’unica data italiana si è trasformata così in un’occasione speciale per tutti i fans accorsi al noto locale meneghino per godersi un’ora e mezza di musica alternativa e ricca di rivisitazioni Nu Metal.




Un Alcatraz stra-colmo ha accolto da subito con entusiasmo gli americani Deftones, che hanno dato avvio al concerto alle 21.15. Chino Moreno, presentandosi nella tipica tenuta alternativa con pantaloni corti e calzettoni, dopo aver salutato i fans, ha da subito scaldato gli animi con l’impetuosa Korea, tratta dal capolavoro del 2000, White Pony. A supportarlo nella cavalcata di Korea il bassista Chi Cheng, leggermente sottotono all’inizio dell’esibizione, il chitarrista Stephen Carpenter, impeccabile nel delineare i riff alternativi delle svariate canzoni proposte, il DJ Frank Delgado, particolarmente utile nel riempire gli spazi tra una traccia e l’altra e l’eccellente batterista Abe Cunningham, vero punto di forza dei Deftones della serata milanese.
Nonostante siano stati scelti brani d’impatto come Feiticeira, Digital Bath o Knife Party, i Deftones non sono riusciti ad entrare nel vivo del concerto da subito, poiché i suoni iniziali non sono stati impeccabili e il basso in particolare è risultato fuori tempo.

La ripresa del contatto con i propri pezzi e con il pubblico è avvenuta grazie all’esecuzione di celebri episodi come My Own Summer (tratta da Around The Fur) o Root e Nosebleed (da Adrenaline) accompagnati dalle composizioni dell’ultimo Saturday Night Wrist, come Beware o Hole In The Earth, che hanno rappresentato dei momenti davvero coinvolgenti ed ottimamente eseguiti. Lo stesso Chino Moreno ha saputo mantenere solido e travolgente il suo tono vocale, variando dagli scream tipici del Nu Metal delle origini alle distensioni proprie del periodo Alternative, che hanno trascinato tutti gli spettatori dell’Alcatraz nella dimensione Deftones.
Lo stesso Chino più volte, come da anni a questa parte, ha temporaneamente affiancato Carpenter per le parti di chitarra di diversi pezzi, in modo da far risultare il suono più pieno e curato nelle sezioni atmosferiche e nelle aperture melodiche in clean.
Da Saturday Night Wrist sono state anche tratte Xerxes e Mein, inframmezzate da Be Quiet And Drive (Far Away) e dall’attesissima Around The Fur.
La fine dell’evento è stata un susseguirsi di emozioni con canzoni come la "tooliana" Passanger, Bored (che ha fatto esaltare tutti gli spettatori per i suoi toni aggressivi e irruenti), Minerva e Bloody Caped, le uniche tratte dall’omonimo Deftones.
Dopo una breve uscita di scena, il quintetto americano è poi tornato per regalare Back To School, divenuto simbolo del nuovo corso di Chino e compagni, Change (In The House Of Flies) e la schizofrenica 7 Words, che hanno rispettivamente cullato e scosso il pubblico dell’Alcatraz.

In definitiva, si deve ammettere l’abilità dei cinque di Sacramento ad intrattenere gli spettatori con uno show tenace e carico e si deve ammettere anche la professionalità con cui il concerto è stato organizzato da Barley Arts, unica agenzia capace di portare in Italia i Deftones in occasione di questo lungo tour che sta toccando tutte le parti del mondo. Forse i suoni d’avvio si sarebbero potuti migliorare ma l’esibizione, nonostante i suoi alti e i suoi (pochi) bassi, ha positivamente colpito la maggior parte dei presenti. L’unica domanda che ci si pone in prospettiva futura è se i Deftones avranno ancora la costanza e la volontà di proseguire nuovi tour duri e stancanti (anche se soddisfacenti) come quello che ha visto coinvolta anche Milano. Noi tutti ce lo auguriamo.

Edoardo "Opeth" Baldini

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