Si cambia registro con i Forgotten Tears, quartetto che mostra una visione più thrash-oriented del death e che pesca anche nei territori d’oltreoceano. I riferimenti appaiono abbastanza evidenti: Carnal Forge, primi Machine Head, qualcosa dei Pantera, primi Soilwork e pure qualche riferimento ai Forbidden di Greeen. Sicuramente bravi dal punto di vista esecutivo, i Forgotten Tears pagano però un eccessivo ‘affollamento d’influenze’ nella loro proposta musicale, con brani che appaiono ancora troppo derivati dalla produzione dei loro ispiratori. Necessitano di tempo, visto che le band di riferimento non sono proprio omogenee tra di loro e, soprattutto, meritano la pazienza dell’ascoltatore viste le loro capacità di musicisti e la voglia di ricercare un sound personale.
I Lifend, la band con più esperienza musicale (l’unica con all’attivo un full-length, Innerscars per la Cruz Del Sur Music) mostra subito di essere una delle formazioni con maggiore personalità, dando vita, nonostante il delicato periodo attraversato (la rinuncia alla vocalist Sara ed a un cantato femminile e l’introduzione di una violinista) di rigenesi stilistica, ad uno show intensissimo e di grande levatura tecnico-stilistica. Alberto, una delle due chitarre assieme al ‘gemello Andrea’, si occupa ora della quasi totalità delle voci, sia growling (appoggiato dal nuovo bassista Simone) che quelle clean, le quali, riarrangiate, vanno a sostituire le parti di Sara sui pezzi ‘vecchi’, piatto forte della scaletta. La band milanese mostra sempre una notevole qualità ed originalità nel songwriting, anche per quel che riguarda i pezzi nuovi, che mostra la furia vistuosistica dei Dark Tranquillity di The Gallery fusa agli Extol di Sinergy, il tutto impreziosito dai solos, di alta fattura, opera dello stesso Alberto ma, principalmente, del lead-guitarist Andrea. Laura, la new entry al violino, in pieno stile At The Gates, non sembra ancora perfettamente inserita, come anche alcune linee vocali clean studiate da Alberto, non sempre perfettamente inserite nel contesto, ma anche i nuovi brani mostrano tutto il valore di questa formazione che esalta e lascia il segno: non resta che aspettare il perfezionamento della loro evoluzione: Per ora, la miglior performance della serata assieme ai Through Your Silence.
Proprio i Through Your Silence (autori del demo-CD Winter Came) vanno a chiudere, con uno show dirompente ed esplosivo, la serata di lunedì, lasciando veramente sbalordito il nutrito pubblico della manifestazione, con un potentissimo e sinfonico swedish death che ha come punto di riferimento gli At The Gates di Slaughter Of The Soul ed echi dei grandi, ma sottovalutati, Luciferion. Aggressività, senso lirico, un’epicità tutta particolare, unito ad un’atmosfera da apocalisse imminente: queste, in poche parole, la musica dei Through Your Silence, con chitarre pronte a cesellare riff che lasciano il segno nell’anima, mentre compiono il loro volo a folle velocità verso gli astri della volta celeste; la cronaca di questa battaglia degli angeli viene fatta dal growling mefistofelico di Massimo, che trasmette una sofferenza e furia cosmica incredibile, trade-mark dello stesso swedish death metal. Il segno viene lasciato anche grazie ad una compattezza degna dei migliori Dew Scented, che permette al five-piece milanese di chiudere nel migliore dei modi questo Deathshadows Party, che ha mostrato quattro realtà musicali del metal italiano in gran forma e lasciandoci con una visione più che ottimista sul futuro del death italiano…una visione di ombre cariche di speranza.
Andrea "Vash_Delapore" Evolti