I Brutus Kills hanno l’importante compito di scaldare il pubblico, compito portato a termine con esiti tutto sommato positivi. Il combo altoatesino propone un Horror Punk di chiara estrazione misfitsiana: ritmo incalzante, cori trascinanti e voce teatrale. Nelle frazioni più cadenzate i Brutus Kills mostrano il lato migliore, mentre quando l’incedere subisce accelerazioni improvvise subentra una discreta dose di confusione. Da migliorare anche le parti cantate: Daniel, il singer della band, sembra ispirarsi troppo al mitico Glenn Danzig, senza invece sviluppare uno stile proprio. Ad ogni modo i presenti gradiscono la performance, con la mente, forse, già al gruppo successivo.
Sì, perché i Coma godono di un supporto quasi totale da parte del Bunker e del suo pubblico. Sarà per la giovane età, sarà per delle qualità indiscutibili, sarà forse per una prestazione scenica invidiabile, ma lo show dei Coma colpisce tutti, a partire dal sottoscritto. In campo vocale Pattis è migliorato ulteriormente: il suo growling è ora profondo, brutale, mentre lo screaming a dir poco lacerante. Grazie a ciò il sound dei Coma appare finalmente completo, merito anche di un chitarrista, Toni, semplicemente strepitoso. Manuel, Christoph e Daniel, dal canto loro, sostengono le basi sulle quali nascono le canzoni dei Coma. Werner, infine, impreziosisce il tutto con la sua tastiera, a tratti dannatamente oscura, a tratti riconducibile allo stile dei Children Of Bodom. Fra i pezzi suonati questa sera spiccano Forgotten, Never Be Wake Again e la conclusiva, acclamata Two Islands. Da segnalare inoltre un paio di nuove canzoni, che dimostrano l’innata voglia di sperimentare e di spingersi oltre propria dei Coma. Non resta che fare dei sinceri complimenti a tutta la band, con l’augurio di proseguire alla grande su questa strada!
E’ ora il momento degli headliner, ma a seguirli ci sono meno persone rispetto al complesso precedente. Il motivo è semplice: quelle dei Crowpath non sono sonorità adatte a tutti. Nel loro sound sono infatti riscontrabili elementi caratteristici di diversi generi, fra cui senz’altro Death Metal, Hardcore, Stoner e Grind. L’atmosfera apocalittica evocata dai quattro svedesi è semplicemente spaventosa; soltanto chi ha già una buona dimestichezza con la musica estrema può apprezzare. Indiscutibile è invece la tecnica di Patrik Lundh, che con la sua chitarra alterna riff fulminei a rasoiate di stampo quasi Doom. Davvero difficile inquadrare i singoli brani, più che semplici canzoni dei veri e propri terremoti sonori. C’è da dire, però, che dal vivo i Crowpath risultano decisamente meno caotici (ma più incisivi) rispetto a quanto ascoltato su disco. In ogni caso, i quattro ragazzi di Malmö si dimostrano disponibili e scherzosi, nonostante un pubblico relativamente freddo nei loro confronti (probabilmente perché più attento alla proposta musicale che allo show in sé).
Anche questa sera al Bunker è andata in scena la grande musica, con i Coma prima ed i Crowpath poi. La Poison For Souls si è quindi presa una piccola rivincita dopo l’annullamento, indipendente dalla sua volontà, dell’attesissimo show che avrebbe dovuto tenersi al Thun Universum di Bolzano con Gracer e Movies With Heroes. E ora, Callisto…
Report - Jacopo “Beelzebub” Prada
Foto - Elena “Venom” Fava e Jacopo “Beelzebub” Prada