A scaldare gli animi ci pensano i The Miracle, che tornano a Bolzano dopo l’esibizione estiva alla Poison Fest, dove suonarono, fra gli altri, anche i mitici Ignite. Poco tempo fa, però, Sacha (già negli Strong Enough) ha presto il posto di Fabio dietro il microfono, poiché quest’ultimo si è trasferito a Boston per motivi di studio. Ad ogni modo stasera il gruppo lombardo propone pezzi estratti sia da Not Just Words, full lenght uscito in primavera, che da True Spirit, primo demo del gruppo. Si alternano perciò brani datati, come Fool e True Spirit, e canzoni recenti, obbiettivamente più complete, fra cui You Will Be Gone, Guilty, What Belongs To Me, You Lost My Trust e Not Just Words. Convincono soprattutto i due axemen, capaci di lavorare parallelamente senza mai penalizzarsi, ma anche la sezione ritmica. Le parti di batteria sono ripetitive, come da tradizione, il che non rappresenta necessariamente un aspetto negativo. In realtà il solo che non infonde una grande certezza è Sacha, alla sua prima uscita ufficiale con i The Miracle. Il pubblico, accorso al Bunker in numero piuttosto esiguo considerata la portata dell’evento, si gode lo show senza scatenarsi, mentre i ragazzi on stage cercano in ogni modo di coinvolgere i presenti. Purtroppo la performance finisce molto in fretta, a causa anche della breve durata media dei brani suonati. Nonostante ciò, i The Miracle hanno dato indubbiamente buona prova di sé, ad esclusione del solo Sacha, che, da parte sua, deve migliorare ancora molto per raggiungere i livelli del suo predecessore. Il singer va comunque giustificato, in quanto gli servirà chiaramente del tempo per abituarsi al nuovo ed importante ruolo. Questa sera purtroppo i suoni non lo hanno nemmeno aiutato, relegandolo spesso in secondo piano rispetto ai suoi compagni di formazioni, cui strumenti risaltavano decisamente di più dal punto di vista del volume.
Sul palco si trovano ora delle vere e proprie leggende dell’Hardcore statunitense, e non si tratta solo del leggendario John Joseph, in forma nonostante il passare degli anni. Ad accompagnarlo durante questa avventura, oltre al fenomenale Mackie Jayson dietro le pelli (già nei Cro-Mags dal 1984 al 1986), ci sono infatti due personaggi estremamente apprezzati nell’intera scena mondiale. Sto parlando di Tom Capone, chitarrista di Bold e Quicksand, e Cache Tolman, al basso in Iceman, Civ e Rival Schools. Le aspettative sono perciò grandissime e lo si può notare facilmente negli sguardi del pubblico. Quando i quattro americani salgono sul palcoscenico e le luci della sala si abbassano comincia lo spettacolo. La carica sprigionata dall’esaltatissimo singer è incredibile e le sue movenze quasi schizofreniche. Se poi vengono anche suonate (come promesso) canzoni assolutamente storiche, il delirio è assicurato. La gente accalcata sotto il palco purtroppo non è molta e di conseguenza non si assiste ad un vero e proprio devasto in termini di pogo, stage diving e quant’altro. Nonostante ciò la performance è strepitosa e tocca il suo apice con l’esecuzione di World Peace, Street Justice e dell’indimenticabile We Gotta Know, alcuni fra i brani migliori del memorabile The Age Of Quarrel. Fa storcere un po’ il naso il fatto che John non conosca la città dove sta suonando questa sera, altrimenti fila tutto per il verso giusto. Lo show è senz’altro intenso, ma breve e con un finale abbastanza deludente: John, Mackie, Tom e Cache abbandonano il palco frettolosamente dopo l’ultimo pezzo in scaletta e non concedono al pubblico nemmeno un bis, per noi un vero peccato considerata l’occasione irripetibile.
Escludendo le rispettive durate, le due performance hanno messo in mostra delle band estremamente abili, e se nel caso dei redivivi Cro-Mags era lecito aspettarselo, i The Miracle hanno rappresentato invece una piacevole sorpresa. Una serata quindi non perfetta ma comunque apprezzabile, così come apprezzabile è stata la decisione, da parte della Poison For Souls, di portare a Bolzano John Joseph e la sua ciurma. Peccato soltanto per la mancanza al Bunker di un pubblico veramente nutrito, cosa che ha lasciato sinceramente abbastanza perplessi.
Report - Jacopo “Beelzebub” Prada
Foto - Elena “Venom” Fava e Jacopo “Beelzebub” Prada